141 pagine per volare dai Caraibi al Giappone, inebriati dai profumi e sapori inconfondibili del rum, accompagnati da storia, racconti e leggende. La tratta degli schiavi e i famigerati pirati (“Quindici uomini e una bottiglia”), fino all’utilizzo moderno in mixology di uno dei prodotti più tipici e di successo, che ha fatto presa tra estimatori e addetti a i lavori sin dai tempi più antichi. È “Lo Spirito del Rum”, il libro di Giovanna Moldenhauer, presentato al The Spirit di Milano lo scorso 18 giugno.
Un volume ricco di aneddoti e dettagli: la storia del rum (in origine chiamato rumbowling o rumbouillon),che si ricollega direttamente ai Caraibi e alle compagnie del XVII secolo. Le caratteristiche organolettiche tipiche, la produzione con la distillazione da succo di canna da zucchero (agricolo) o melassa (industriale). Un viaggio attraverso i colori e gli aromi del distillato che ha fatto innamorare saggi e fuorilegge, e che oggi indossa vari e intriganti abiti in stili diversi.
Il libro permette un giro del mondo in 41 rum, recensiti e divisi in tre sezioni differenti e con una propria personalità: rum dei Caraibi, agricolo per eccellenza, rum delle Americhe e infine i rum esotici, che siano dell’Isola di Mauritius o del Giappone, ispirati ad antichi samurai: ognuno dei quali raccontato attraverso storie e proprietà organolettiche. Fino all’ultima parte del tomo, quella dedicata alla nuova frontiera del rum: la miscelazione, di cui è massimo esponente Fabio Bacchi, che nel suo The Spirit, teatro delle splendide fotografie di Fabio Petroni, ha ospitato la presentazione. Quindici rum specifici presentati anche in un cocktail, per altrettante creazioni uniche proposte con tanto di ingredienti e descrizione, a cura del bartending team del The Spirit (Carlo Simbula, Vincenzo Losappio, Alessandro Impagnatiello).
“Non è stato un percorso facile”, commenta Giovanna Moldenhauer, giornalista professionista da più di vent’anni e sommelier studiosa degli spirits. “Il libro è stato immediatamente tradotto in inglese, e stiamo lavorando al francese, per poi dedicarci a una soluzione per proporlo in Messico, che è il più grande produttore di succo di canna da zucchero del mondo”. Parafrasando un antico detto dominicano: non esistono problemi, esiste solo troppo poco rum.