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Si celebra oggi domenica 5 febbraio la Giornata contro gli sprechi alimentari. Tante le iniziative per promuovere una riduzione degli sprechi. Dalla cucina degli avanzi alla doggy bag al ristorante, dal ritorno della gavetta in ufficio agli orti sul balcone, dalla lista della spesa allo sguardo attento alla data di scadenza fino al boom della spesa nei mercati contadini a chilometro zero, sono solo alcune delle strategie adottate dagli italiani per tagliare gli sprechi, aiutare l’ambiente e salvare i bilanci familiari.

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Secondo quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Censis, il 58% degli italiani cucina pietanze utilizzando gli avanzi dei pasti precedenti, mettendo insieme la necessità di risparmiare con l’importanza etica di ridurre lo spreco. Il riutilizzo degli avanzi si sposta poi dalle mura domestiche all’ufficio, con il 52% dei lavoratori che dichiara di portarsi al lavoro la gavetta con il cibo, preparato utilizzando quanto rimasto di pasti precedenti. La lotta allo spreco nei ristoranti vede il 49% di clienti pronto a chiedere la doggy bag per portarsi via gli avanzi, una percentuale che nei giovani sale addirittura al 58%. Il 41% degli italiani dichiara poi di coltivare frutta, verdura, erbe aromatiche in casa sul balcone, negli orti urbani o in piccoli orti di proprietà. L’81% degli italiani stila una lista ponderata degli acquisti da effettuare quando fa la spesa, per mettere sotto controllo le spese d’impulso, evitando di farsi guidare troppo dalla molteplicità di stimoli che sono attivati nei punti vendita.

Il 92% degli italiani è attento a controllare la data di scadenza per acquistare solo cibo da consumare nel breve periodo. Quasi sette italiani su 10 (69%) cercano regolarmente prodotti a chilometro zero e il 50% effettua acquisti nei mercati dei contadini con l’obiettivo di sostenere le realtà locali, ridurre l’impatto ambientale dei lunghi trasporti e garantirsi prodotti più freschi che durano di più e tagliano quindi gli sprechi. Comportamenti che hanno fatto scendere del 12% lo spreco alimentare nelle case degli italiani rispetto all’anno precedente, rimane tuttavia su un valore pari complessivamente di 6,5 miliardi di euro secondo Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability. In base ai nuovi dati che si riferiscono al mese di gennaio 2023, gli italiani gettano in media 524,1 grammi a testa di cibo nel bidone alla settimana di cibo contro i 595,3 grammi dello scorso anno, ovvero 27,3 chili all’anno

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Interessante anche l’indagine della ricerca commissionata da Babaco Market a Bva Doxa, dalla quale emerge una sorta di identikit sulle attitudini degli italiani verso lo spreco di cibo tra virtuosi, ben intezionati, parsimoniosi che rappresentano il 67% del campione e i non curanti il 33%.  Nel dettaglio, i virtuosi (30%), presentano un’elevata attenzione a non sprecare cibo, per questo sono molto organizzati, acquistano piccole quantità di cibo, adottano un menù settimanale per regolarizzare acquisti e consumi. i ben intenzionati (21%), conoscono il problema dello spreco alimentare e il suo impatto sul cambiamento climatico. Ritengono molto importante agire in prima persona per ridurre gli sprechi e sono molto attenti a non buttare via cibo. I parsimoniosi (16%), sono meno consapevoli dell’entità dello spreco alimentare e del suo impatto sull’ambiente, prestando massima attenzione a non sprecare cibo per questioni di risparmio con un’organizzazione delle scorte per data di scadenza e all’acquisto di prodotti durevoli. Infine i non curanti (33 %), hanno consapevolezza del problema relativo allo spreco alimentare, ma ritengono meno importante contrastare questo fenomeno e quindi hanno scarsa attenzione allo spreco di cibo e capita spesso che ne buttino via.

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