Si è svolto a Roma, presso la sede di Confindustria, l’evento annuale degli Stati Generali del Mercato Food & Beverage in Italia, organizzato da Italgrob, la Federazione Italiana Distributori Horeca, in collaborazione con Italian Exhibition Group.
Le sfide, le opportunità della filiera distributiva e i principali trend dei consumi del settore in un contesto economico in continua evoluzione sono stati i principali temi al centro delle tavole rotonde. Nel corso dell’incontro, si è tenuta la presentazione dello studio della società di ricerche e analisi di mercato Circana con Marco Colombo, Global Solution Delivery di Circana, che ha posto l’attenzione su trend e criticità per il 2024.
La analisi di Circana
Secondo i dati rilasciati da Circana, dopo gli anni difficili segnati dalla pandemia da Covid-19, la ripresa del settore distributori bevande è stata sostenuta fino alla fine del 2023 dal clima positivo di fiducia e da un aumento della domanda interna nonostante il freno inflattivo ma soprattutto, dalle dinamiche climatiche, dalla crescita continua del turismo, sia nazionale che internazionale.
La sfida dei distributori era stata quella di gestire le emergenze di disponibilità di prodotto in stagione e l’innalzamento continuo dei prezzi all’acquisto. Le prime avvisaglie di difficoltà registrate a fine 2023 si sono poi confermate nel corso dei mesi successivi, e per quanto i principali indicatori macroeconomici siano rimasti in territorio positivo, l’indice di fiducia dei consumatori, pur migliore di inizio 2024, rimane ai minimi degli ultimi 7 anni, raggiungendo progressivamente un livello di preoccupazione. Tale indice si mostra in diretta correlazione con la propensione dei consumi fuori casa misurati tramite le visite nei punti di consumo finali, che rimangono sostanzialmente stabili, e della spesa media, la cui crescita si presenta in progressiva contrazione nel corso dell’anno. In questo contesto, gli effetti sui volumi nei primi nove mesi del 2024 mostrano una tenuta critica per il settore di Alimentare e Bevande nel Fuori Casa (+2,4% nei Distributori, -6,9% nei Cash&Carry), a fronte di una compressione nel consumo domestico (-0,8% in Distribuzione Moderna); parallelamente, il fatturato risente del rientro del fattore inflattivo e di una componente di riduzione di valore del mix.
Per quanto riguarda l’inflazione, il canale lungo mostra maggiore inerzia anche nella progressiva riduzione, assestandosi intorno a un 4%, superiore all’1,7% della GDO (gennaio-settembre 2024), ma negli ultimi mesi in deciso calo rispetto al dato Istat di Indice prezzi al consumo Servizi Ricettivi e Ristorazione compreso tra i 5,5 e 5 punti.
Il distributore bevande opera, ancora una volta, come calmieratore degli incrementi prezzo particolarmente di impatto nell’alta stagione, quest’anno caratterizzata da condizioni meteorologiche altamente variabili. Il 2024 ha rappresentato un momento di svolta per i distributori bevande che hanno dovuto operare bilanciando la costruzione di una proposta distintiva di valore su assortimento, posizionamento di prezzo, livello di servizio e caratterizzazione del portfolio, con le esigenze di mercato al fine di sostenere una crescita non più scontata.
Il fattore mix (o portfolio) è stato determinante nei risultati fino a settembre 2024: la crescita di volumi è stata realizzata su prodotti a prezzo litro più basso della media di categoria, in quanto il consumatore si è spostato verso la scelta di prodotti “più economici” con un distributore forzatamente guidato dai suoi clienti ad adeguarsi.
Ciò è stato particolarmente rilevante per le bevande alcoliche, Spirits, Vino e Bollicine che avevano trainato la crescita negli scorsi anni e che nel 2024 hanno mostrato i primi segnali di sofferenza. Ancor più importante diventa il ruolo dell’innovazione che continua a crescere in termini di contributo alle vendite con un rapporto fatturato-volume più proporzionale che pesa ancora relativamente poco nel complesso dell’offerta (solo il 12% del fatturato del 2024 è legato a prodotti lanciati negli ultimi sei anni).
Analisi di Trade Lab
A seguire l’intervento di Luca Pellegrini, Presidente di TradeLab, incentrato su un’analisi dei canali di sbocco dei consumi Food&Beverage e sull’incidenza di alcuni fattori come l’inflazione, seppur in calo, sulle dinamiche di consumo. Dal valore pre-pandemia di 85 miliardi di euro (2019) e dopo la caduta a 53 miliardi nel 2020, si è assistito a una progressiva ripresa: 68 miliardi nel 2021 fino ai 99 miliardi di euro di valore nel 2023, mentre per il 2024 c’è una previsione a 101 miliardi consumi Food fuori casa.
Dall’analisi continuativa di TradeLab sulle visite, emerge che nel periodo da marzo a giugno si è registrato un calo, con un temporaneo recupero in luglio e un nuovo ribasso tra agosto e settembre. Cresce la colazione, stabili pranzi e cene. Sul fronte dei canali, migliori performance per il take away e per pizzerie e ristorazione oltre i 35 euro di scontrino medio, mentre i bar risultano il canale più in difficoltà. Questo è dovuto anche a una saturazione del mercato dei bar: dal 2017 si sono ridotti infatti di 23.000 unità. Il settore della ristorazione, che ha avuto una importante espansione avendo raddoppiato i punti vendita da 70.000 nel 2010 a quasi 150.000 nel 2024, ora si sta stabilizzando. Anche le catene, pur in crescita negli ultimi anni, mostrano segnali di saturazione nelle piazze principali e guardano sempre più verso aree emergenti. Previsioni positive per il 2025 su visite +0,9% con un valore del +2,8%.
Analisi di Formind
Presentata anche la relazione di Antonio Faralla, CEO di Formind, sulle diverse occasioni di consumo del fuoricasa: “Riscontriamo una tenuta della colazione con un orientamento verso i prodotti salutistici, una rimodulazione del pranzo con una crescita dei formati di servizio, una criticità nell’aperitivo diurno a causa del suo posizionamento che si riflette sui consumi degli aperitivi monodose. Complessa è la situazione nell’aperitivo serale dove i tradizionali aperitivi alcolici si confrontano con un calo della domanda, dovuto sia al posizionamento dell’offerta food e beverage che alla qualità e all’innovazione del servizio. Nel serale la frequentazione tiene, ma lo stile e la spesa si rimodulano, ad esempio, per la birra alla spina crescono le bevute nei bicchieri da 0,20, calano invece quelle nei bicchieri da 0,40; ciò è indice di come il consumatore residente contiene la spesa ma riflette anche un atteggiamento deciso delle nuove generazioni che tendono a bere meno alcolico, trend confermato anche nel segmento spirits, dove tranne che per poche categorie, assistiamo a decisi segni di decremento. Il canale al netto dell’apporto dei consumatori non residenti riflette un segno negativo dell’ordine del -4%”.
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