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Sting e la polemica sul Barolo contro il Duca Simone di San Clemente


C’è un bicchiere di Barolo al centro della polemica che ha coinvolto il noto cantautore Sting e la famiglia del Duca Simone Francesco Velluti Zati di San Clemente, deceduto ormai nel 2012.

 



 

Era il 1997 quando l’ex frontman dei Police e sua moglie decisero di acquistare Il Palagio, una residenza principesca nel cuore della campagna toscana circondata da meravigliosi vigneti. In una recente intervista, però, il cantautore britannico ha ricordato un aneddoto accaduto durante le trattative di acquisto secondo cui l’ex proprietario, il Duca in persona, gli offrì un bicchiere di vino della tenuta che convinse definitivamente il musicista a comprare i vigneti. In seguito, Sting si sarebbe reso conto che quello che gli era stato offerto era un bicchiere di Barolo e non, invece, un vino locale sostenendo di essere stato indotto all’acquisto e imbrogliato.

La replica della famiglia toscana non ha tardato ad arrivare: il figlio del Duca, Simone Vincenzo Velluti Zati di San Clemente, ha parlato di “calunnia, velenosa e falsa” sostenendo che quelle del cantautore fossero affermazioni dannose nei confronti della memoria del padre e della propria reputazione. Ha aggiunto anche che dal 2012, anno della morte del Duca, Sting abbia avuto circa 15 anni di tempo per portare alla luce la polemica e dargli la possibilità di ribattere personalmente e che l’aver deciso di parlarne “a babbo morto”, come si dice in Toscana, sia una dimostrazione di malafede.

 

 

In seguito a queste dichiarazioni, il cantante ha scritto una lettera al figlio del Duca nella quale si scusa e spiega lo spiacevole malinteso: «Gentilissimo Simone Francesco Velluti Zati di San Clemente, Lei ha ragione e Le devo quindi le mie più profonde scuse. L’aneddoto, come riferito, era irrispettoso alla memoria del Suo illustre padre e, per questo, porgo le mie più sincere e inequivocabili scuse. Suo padre era un uomo onesto, che non mi ha mai ingannato. L’intenzione dell’aneddoto era fornire un commento ironico sulle mie ingenue ipotesi, sulla mia inesperienza e sul fatto imbarazzante che 25 anni fa non riuscivo a distinguere un Barolo da una saponetta. Dovrei essere ormai consapevole che l’ironia viene più difficilmente percepita nei testi scritti, tuttavia riconosco e accetto che ciò ha causato grande stress a Lei e alla Sua famiglia e per questo sono sinceramente dispiaciuto. Può essere certo che non accadrà di nuovo. Cordialmente»

 

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