La Sugar Tax è stata confermata nella Manovra 2025, depositata alla Camera dei deputati. Nonostante le dichiarazioni governative sulla volontà di evitare nuove tasse per il prossimo anno, il provvedimento, che prevede l’entrata in vigore dell’imposta sulle bevande con e senza zucchero a luglio 2025, non è stato né cancellato né rinviato, suscitando forti critiche da parte di ASSOBIBE, l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche in Italia.
“Constatiamo con preoccupazione che il testo della Manovra non prevede alcuna modifica alla Sugar Tax, che riteniamo a tutti gli effetti una nuova imposta” ha dichiarato Giangiacomo Pierini, presidente di ASSOBIBE. “Si tratta di un lascito dei precedenti governi, più volte posticipato, ma che andrà ora a colpire un settore fondamentale per il Made in Italy, composto per il 64% da piccole e medie imprese.”
Impatto negativo su imprese e consumatori
L’associazione denuncia come l’introduzione della tassa rappresenti un duro colpo per le aziende del settore, già oggi penalizzate dall’incertezza riguardo alla sua applicazione. Secondo ASSOBIBE, la Sugar Tax comporterà un incremento del 28% della fiscalità per le imprese, metterà a rischio oltre 5.000 posti di lavoro e porterà a un calo degli acquisti di materie prime superiore ai 400 milioni di euro. Inoltre, la tassa avrà effetti inflattivi, con un freno agli investimenti stimato in più di 46 milioni di euro.
Dubbi sull’efficacia per la salute pubblica
ASSOBIBE sottolinea come l’introduzione della Sugar Tax in altri paesi non abbia portato ai risultati sperati sul fronte della salute pubblica. I dati dell’OMS indicano che i trend di obesità sono rimasti in crescita anche dopo l’adozione della tassa, spingendo diverse nazioni, tra cui Norvegia, Islanda, Danimarca, Australia e Israele, a eliminarla. Inoltre, la Commissione europea ha ribadito che l’imposta potrebbe non avere un impatto significativo sulla riduzione del sovrappeso e dell’obesità.
“La Sugar Tax non è un incentivo valido a cambiare le abitudini di consumo, ma solo un peso aggiuntivo che imprese e consumatori dovranno sopportare,” conclude Pierini, sottolineando che l’imposta colpisce anche le bibite senza zucchero (bibite zero), che in Italia rappresentano una quota nutrizionale marginale (0.9% in adulti e 0.6% in bambini). L’Italia, inoltre, è tra i paesi con il più basso consumo pro capite di bibite analcoliche in Europa e nel mondo.
Appello a un intervento legislativo
ASSOBIBE chiede ai Partiti di Maggioranza un intervento deciso durante il dibattito parlamentare, per evitare che questa tassa metta in difficoltà un’industria che contribuisce alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro. In un momento in cui l’Italia sta attraversando una fase complessa, ASSOBIBE evidenzia l’importanza di evitare ulteriori oneri fiscali e burocratici che potrebbero compromettere la competitività delle aziende italiane sul mercato globale.