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Una realtà che comincia con l’amore di una famiglia, più di cento anni fa, e prosegue nel nome del territorio e dei valori antichi. Senza dimenticare di avere orizzonti larghi per espandersi verso nuove idee. L’azienda Taccola, con l’orgoglio toscano che la contraddistingue, mira a conquistare i cuori degli appassionati di tutta Italia senza mai dimenticare le proprie origini. Abbiamo incontrato Chiara, membro della famiglia e amministratore dell’azienda, per farci accompagnare nella sua storia.
Il nome nasce nel 1895, con il bisnonno Menaldo. L’azienda era in piedi già da una ventina d’anni: “Io faccio parte della quinta generazione della famiglia; sono entrata in azienda nel 2009 come amministratore, per sostituire mio zio Vinicio, ormai 90enne”. Da qualche anno Chiara ha preso le redini dell’azienda, per apportare modifiche importanti con grande entusiasmo: “Dal 2014 stiamo cercando di forgiare la nostra di identità aziendale, investendo nella produzione, nella logistica, nelle strutture. Il nostro obbiettivo è un ringiovanimento, migliorando ancora. Abbiamo depositato anche i marchi”. Al momento Chiara gestisce un team di cinque dipendenti, che difendono le ricette storiche con un occhio di riguardo però al restyiling grafico e a nuovi target: su tutti l’HoReCa.
Quattro sono i pilastri della produzione Taccola, che spazia attraverso prodotti di varia natura.
- Cocktail: Vermouth bianco e rosso, Bitter bianco e rosso, “e soprattutto il Gin, di fatto il primo prodotto presentato. Addirittura a Vienna alla fine dell’800”.
- After Dinner: amari, Sambuca e grappa. “Tutto al 100% italiano“.
- Ponce livornese: “il prodotto tipico della nostra terra, una nicchia che stiamo puntando a consolidare. È fatto con caffè, rum e anice, profumatissimo e dal sapore inconfondibile. Da 30 anni produciamo il marchio storico del prodotto, Vittori, che addirittura nacque negli anni ’30”.
- Bakery: ovvero le bagne da dolce, prodotti di nuova generazione. Alkermes, Maraschino e sopratutto le nostre creazioni tailor made, ovvero su misura. “Abbiamo più di 40 ricette, e tutta la strumentazione per creare una ricchezza unica al mondo. Il tutto rimanendo legati al territorio e alla storia, ricordando le origini di questi prodotti, che di fatto era medicale”.
#Makeyourdrinkcometrue, la filosofia di Taccola che invita a realizzare il proprio drink, come lo si desidera. E lo spirito aziendale è ben chiaro: “Vogliamo riportare in auge il territorio. Abbiamo un patrimonio sterminato e poco valorizzato, che ci fornisce botaniche uniche”. E ancora di più, rivivere quei momenti che sembrano ormai andati perduti: “Abbiamo perso la curiosità di chiederci cosa beviamo, cosa abbiamo nel bicchiere. E con questa non si trova più l’abitudine di andare al bar, al circolo del paese a scambiare storie e aneddoti”. La tradizione e i ricordi passano anche dai prodotti Taccola: “Ma senza mai abusare, sempre consapevolmente”.
La tradizione può però rinascere con un accento più moderno. Gli obiettivi di Taccola viaggiano in questa direzione: “Vorremo sviluppare di più l’homemade, i prodotti fatti in casa senza però scadere nel troppo casereccio. Domestico, ma professionale”. Il desiderio di Chiara: “Rendere l’azienda Taccola un luogo d’incontro della cultura contadina, e della dimensione agroalimentare italiana”. Con uno sguardo all’innovazione vera e propria, in termini di prodotto: “Vorremmo creare una linea Alcool Zero, per creare un amaro o un aperitivo che sia gustoso, ma non collida con religioni, stili di vita, necessità di tutti”. Mantenere quindi le proprietà dell’amaro, incontrando anche i desideri di chi preferisce evitare l’alcool. Taccola porta quindi avanti la tradizione su misura: uno sguardo al futuro, senza perdere contatto con il passato.
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