Il testo approvato ieri dalla Commissione Finanze della Camera sembra introdurre una tassazione tra le 5 e le 15 volte più alta di qualsiasi imposta sul Settore mai ipotizzata nel nostro Paese, colpendo non solo le imprese, ma anche i lavoratori diretti, indiretti e l’intera filiera, oltre ai consumatori. La proposta approvata ieri potrebbe avere un impatto fino a 1€/litro di bevanda prodotta o venduta in Italia: questa entità di prelievo avrebbe una ricaduta sul prezzo al consumo dal 135% fino al 300% nel caso dei prodotti di fasce di prezzo più basse, penalizzando in particolare le classi sociali più deboli.
Le aziende aderenti ad ASSOBIBE, che in CONFINDUSTRIA rappresenta le bevande analcoliche, si trovano costrette in via cautelativa a sospendere le assunzioni e qualunque tipo di investimento nel Paese. Politiche fiscali discriminatorie non favorirebbero i cittadini e potrebbero produrre una contrazione dei consumi di oltre 5,5 miliardi di Euro, un impatto negativo sul PIL di oltre 4 miliardi di Euro e minori entrate per lo Stato per circa 1.5 miliardi di Euro. Ben più importante è il potenziale impatto sull’occupazione del settore e del suo indotto, che coinvolge 60.000 lavoratori e le loro famiglie.
Nonostante una forte contrazione dei consumi, che si è tradotta dal 2009 ad un -25% delle bevande gassate zuccherate, e una notevole sofferenza da anni dei prodotti, le aziende hanno comunque continuato a fare investimenti in innovazione, rafforzando l’impatto economico e sociale di attività importanti tanto per l’economia locale che nazionale.
Non si comprende il motivo dell’introduzione di una tassa sullo zucchero contenuto solo nelle bevande, che utilizzano una parte minoritaria dello zucchero totale aggiunto in moltissimi altri alimenti. In questo modo si va a colpire, senza giustificazioni oggettive, intere categorie di prodotti, quali chinotti, acque toniche, tè freddi, cole, cedrate, aranciate, bevande con succo di frutta come i nettari, bevande a base vegetale, aperitivi analcolici, bevande per sportivi – ed ignorandone totalmente altre. Il 99% delle calorie assunte quotidianamente dai consumatori italiani, deriva da altri alimenti senza dimenticare che le imprese associate ad ASSOBIBE, negli ultimi anni, hanno già tagliato il 22% delle calorie contenute nei propri prodotti.
Alla luce di quanto espresso, in questo clima di totale incertezza e penalizzazione, le aziende aderenti ad ASSOBIBE si trovano costrette ad introdurre un blocco immediato delle assunzioni e degli investimenti in attesa di comprendere l’impatto di questa potenziale tassazione che appare discriminatoria e incomprensibile.
+info: www.assobibe.it