Figli tutti del magico, sfaccettato ed unico terroir che contraddistingue l’areale produttivo dell’Alto Piemonte. Il Monte Rosa a spiccare su tutto insieme al clima, influenzato dalle montagne, le dieci denominazioni di cui due Docg (Gattinara e Ghemme) e le restanti otto Doc (Boca, Bramaterra, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Fara, Lessona, Sizzano, Valli Ossolane) già amate dal grande Mario Soldati, sono andate anche quest’anno in scena al Castello di Novara. Location scelta dal Consorzio tutela Alto Piemonte capitanato da Lorella Zoppis Antoniolo dell’omonima azienda, racchiude oggi oltre una settantina di aziende produttrici dei 2 milioni di litri di vino imbottigliati nell’ultimo anno.
E con una cinquantina di aziende aderenti e quasi duecento etichette a disposizione in assaggio per il pubblico, Taste Alto Piemonte si conferma essere l’evento più importante per questa storica ed antica porzione della regione che nel giro di pochi anni è riuscita a riaccendere i riflettori su di se, facendo riavvicinare molte famiglie alla campagna e ai vecchi possedimenti terrieri, ma sopratutto i consumatori. Tutti invitati al festeggiare anche i cinquant’anni delle denominazioni Boca, Fara, Ghemme e Sizzano.
Vini scoperti anche da oltre 40 giornalisti italiani e stranieri, buyer ed operatori del settore che sono riusciti così ad apprezzare molti bianchi, spumanti e fermi, rosati e per lo più rossi, il colore-anima delle colline arredate qui da uve vespolina, uva rara, croatina e nebbiolo che solo in pochi casi lo troviamo vinificato in purezza. Doveroso poi informare con gioia l’aumento generale del livello qualitativo dei vini e la continua voglia di proporre novità da parte delle aziende. Un fermento insomma appena iniziato, che non fa altro che aumentare la curiosità.
Parlando di annate invece la 2018 appena imbottigliata la troviamo solare, potente ma anche fresca mentre per le 2013 e 2012 si percepiscono nettamente le differenze dei suoli in vini che se non fosse (al momento) per le ridotte quantità si potrebbero tranquillamente inserire di più nelle carte dei ristoranti e wine bar per la loro finezza, capacità di invecchiamento e grande personalità. Rispondiamo all’augurio della Presidente Antoniolo “di trovare e provare emozioni” elencando i nostri migliori ed entusiasmanti assaggi in questo Taste:
Centovigne
Tra i testimoni della storia dell’Alto Piemonte, si narra delle vigne e del castello di Castellengo dal 1682. Piccole parcelle su sabbie marine, ghiaie e argille sabbiose conferiscono ai vini la giusta dose di potenza e acidità ma anche tanta finezza. Tutto ritrovato nel vino bianco Miranda 2017 (affinato in cemento) che richiama note di idrocarburo, di burro e fiori bianchi e nel Coste della Sesia Doc 2013, esaltato da note fumé e di bacca dolce in un sorso di piacevolezza smisurata.
www.centovigne.it
Cantine Garrone
I due fratelli tanto orgogliosi del loro Prünent, il nebbiolo dell’Ossola, sono tra i pochi a vinificarlo in purezza. Basse rese, piante vecchie, vigneti inerbiti e terrazzati, questi alcuni degli hashtag dell’azienda che stupisce sempre per la delicatezza e carattere dei suoi vini. Nel Prünent Valli Ossolane Nebbiolo Superiore Doc 2016 la bocca è ampia e morbida, con una materia che via via si fa sempre più materica e fibrosa. Ma sono la persistenza e il retrogusto, così puliti e netti, a segnare la memoria gustativa.
www.cantinegarrone.it
Tenute Sella
In cantina da tempo opera Riccardo Giovannini, allievo di Paolo Benassi che con passione presenta a fianco i super big Lessona anche il Coste della Sesia Orbello sul quale fa piacere spendere qualche rigo per la capacità di espressione del terroir. Un modello classico intramontabile in cui ritrovare tutte le cultivar dell’Alto Piemonte sapientemente unite in un sorso godurioso tutto sul frutto e freschissimo. Mentre il gioiello della famiglia Sella, il Lessona San Sebastiano allo Zoppo 2010 si conferma essere una altissima voce dell’intera zona con tannini sempre fini, dritti, stretti a lasciare intravede la rosa e una polpa succosa che si paleserà nel tempo.
www.tenutesella.it
Rovellotti
All’interno delle mura del Castello di Ghemme la storia diventa vino. Nella Riserva Costa del Salmino 2013 i 42 mesi in botti grandi di rovere svizzero del Jura seguiti da almeno altri 9 mesi in bottiglia concentrano e propongono un bicchiere esplosivo già al naso con frutti rossi e spezie. Al palato è la sfericità e la sincerità della polpa a sprofondare in un manto salino e di elegante persistenza.
www.rovellotti.it
Poderi Garona
Continua la crescita di Renzo che negli ultimi quattro anni ha saputo comprendere le sue terre mettendosi sempre in gioco con grande umiltà. Un bellissimo esempio di come lo sviluppo economico di un territorio tutto sia riuscito a cambiare la vita e l’approccio alla stessa. Un percorso emozionante il suo iniziato con l’acquisto delle antiche terre di famiglia. E nel 2013 si sente il vulcano, ci sono note terrose e di cenere appena accennate che regalano in bocca un frutto fibroso e tannini finissimi e forti. L’acidità spiccata sostiene il sorso e crea un bel movimento.
www.poderigarona.com
Podere ai Valloni
È Anna Sertorio al comando della cantina bio a seguire, insieme alla famiglia, la commercializzazione e la produzione delle 10mila bottiglie, le uniche etichettate nell’annata 2011. Il Boca Vigna Cristiana è un vino dedicato alla mamma da cui prende il nome anche la vigna ristrutturata nel 1980. Al palato è di grande persistenza, mineralizzata dai tannini e da una struttura di gran rilievo. Sorso puntinato, elegante e di bella sapidità nel finale. Godibilissimo oggi e per molto altro tempo ancora.
www.podereaivalloni.it
Pietro Cassina
Lessona Tanzo 2011: luminoso e così puro, con l’acidità a distendersi agilmente. Un vino di una sensibilità unica, soprattutto nei primi mesi di vita, in cui ritrovare molto dell’uomo che lo produce. Timido e chiuso, lavora silenziosamente per aprirsi con una solidità inappuntabile nella sua struttura tannica, una vera e propria cornice che oltre ad esaltare, sostiene la parte più intima del bicchiere, la sua anima.
www.pietrocassina.com
Mazzoni Tiziano
Lavoratori umili e semplici son una storia alle spalle da renderli davvero speciali perché Cavaglio d’Agogna già nel XIV secolo affittiva le mura alla famiglia per fare vino. Oggi Tiziano produce non più di 10mila bottiglie a base nebbiolo qui spanna. Il Ghemme Docg dei Mazzoni 2015 è un cavallo di razza, capace di scattare e correre libero proprio per il suo andamento unico e definito. Piccoli frutti blu e appena qualche cenno di balsamicità in un sorso che cattura la beva già dall’impostazione del tannino: elegante, preciso in cui è comunque l’uva la protagonista: accesa e viva. Equilibrato e elegantissimo anche il 2013.
www.vinimazzoni.it
Quasi tutti i vini presenti al Taste li trovate sul negozio online Alto Piemonte di Gian Franco Reino.