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Tasting Cuzziol GrandiVini, un catalogo 2020 stellare tra novità e conferme


Partiamo subito nel dire che il catalogo di Cuzziol Grandivini è fatto davvero di grandi vini. Nomen omen come di dice in questi casi, la società di distribuzione veneta, uno dei soci fondatori del Club Excellence, ha organizzato lo scorso 21 gennaio all’Hotel Gallia di Milano un tasting stellare.



Nel catalogo 2020 Italia ben rappresentata con tantissime bontà vinicole da nord, centro, sud (isole comprese). Estero mostruoso, con delle referenze superbe, trainati dal bomber di razza, come Champagne Bruno Paillard in grado di attirare l’attenzione e Opus One, la cronaca racconta di grandi file ai banchi per tutta la giornata. I numeri di giornata danno un’idea: 93 produttori, 44 italiani e 49 esteri, 8 new entry, 1.000 clienti, 120 agenti e 30 giornalisti. Da Cuzziol si è bevuto stra-bene a occhi chiusi, questa la forza di una delle società di distribuzione più brave a selezionare vere e proprie chicche in Italia e nel mondo, un lavoro di ricerca e di scouting guidato da Luca Cuzziol. Quasi inavvicinabile il patron a Milano durante la degustazione ai banchi, perché continuava a stringere mani, salutare produttori, agenti e clienti, senza mai dimenticare neanche per un secondo l’interlocutore che aveva davanti, un segnale di attenzione che lo ritroviamo in questo catalogo, da consigliare a molti ristoratori per una carta del vino di livello. Per la degustazione abbiamo scelto un criterio, quello di farci guidare dalle nuove entrate in catalogo, insieme a un paio di conferme.

PALA

Vermentino di Pala, una new entry del catalogo Cuzziol. Assaggio dello Stellato, raccolta dell’uva semi tardiva, vigne vecchie di 55 anni, che hanno bisogno di più tempo per maturare. Fermentazione sui lieviti autoctoni di 4 mesi dopo una macerazione di 24 ore a contatto con le bucce. Affinamento solo acciaio, abbinamento consigliato frutti di mare. Assaggio interessante anche del Nurago, un autoctono molto diffuso che in passato si trovava in tutta l’Isola, soppiantato dal vermentino, oggi sono rimasti solo cinque produttori in tutta la Sardegna, uva meno aromatica e tendente a sapori ammandorlati, ideale come aperitivo.

TENUTA SCERSCE’

Cristina Scarpellini è bergamasca di nascita ma valtellinese di adozione. Nel 2008 ha creato Tenuta Scersce’ e ha deciso si vinificare in proprio le uve della piccola proprietà, rispettando la vitivinicoltura eroica della regione guarda con lungimiranza al Nebbiolo, vitigno principe delle alpi retiche. Tanto per capire il suo impatto in Valtellina, i produttori valtellinesi l’hanno scelta per la Presidenza della Fondazione Pro Vinea, che difende la cura e la tutela dei muretti a secco, lei ha ricambiato la fiducia mettendo nel progetto anima e corpo riuscendo a portare in valle il riconoscimento Unesco come bene immateriale per l’arte dei muretti a secco, in una candidatura transnazionale. Tre soli vini proposti fin dalla prima vendemmia del 2008 dove il terroir ben si fonde con l’eleganza e la finezza della chiavennasca. Al quarto anno nel catalogo di Cuzziol con un lavoro condiviso di posizionamento e valorizzazione del prodotto, la vera novità è con l’uscita nella prossima vendemmia di tre vini ad allargare la gamma di Tenuta Scersce: Inferno, Sassella e Valgella Riserva. Intanto godiamoci lo Sforzato Infinito, un vino tutto impostato sull’eleganza e sulla bevibilità del Nebbiolo.

VEGLIAMONTE

Marco Parusso è uno dei massimi interpreti del Barolo con una sua mano riconoscibile nel vini eleganti, Con il progetto Vegliamonte veste i panni del ruolo di innovatore nel variegato mondo delle Langhe, per riportare in auge la Doc Alba. 85% Nebbiolo e 15% Barbera, un progetto che parte da lontano, quando in Piemonte non si vinificava Nebbiolo in purezza ma i grandi tagli con la Barbera che hanno fatto grande la regione . Così nasce Vegliamonte, nove ettari che presto diventeranno uno spin off della cantina Parusso, con una sua struttura e una sua identità. La ricerca del nome Vegliamonte si è sviluppata seguendo due direttive principali. In primis si sono considerate le caratteristiche ambientali, derivanti dalla sua privilegiata posizione elevata e aperta, con una maestosa vista sul Barolo e sul territorio circostante. Vegliamonte gode anche di una particolare vista sulle cime cangianti delle Alpi circostanti, che sembrano ancor più vicine di quel che realmente sono. La seconda esplorazione riguarda temi di carattere simbolico nati dall’atteggiamento della famiglia nel pensare e raccontare il progetto Vegliamonte quasi fosse una première di teatro. All’assaggio interessanti le note agrumate del vino, quasi sanguigne.

RUSSOLO

Ci troviamo nell’alta pianura pordenonese, a San Quirino, comune dell’alto Friuli Occidentale. Una porzione di Regione caratterizzata da una notevole vicinanza con le Dolomiti Pordenonesi. Un microclima influenzato da una accentuata escursione termica questo perché a San Quirino non ci sono catene di colline a far da barriera tra i monti e l’altopiano. qui la chicca è l’assaggio di un Muller Thurgau della cantina Russolo, che nasce nel 74, ma la famiglia lavora nel mondo del vino da quattro generazioni. Il nonno dell’attuale proprietario era enologo in realtà più grandi come Santa Margherita mentre il figlio su Angoris, accantonando temporaneamente la vigna di casa. Nel 90 comprano vigneti e l’azienda inizia la sua produzione, regalando una bella espressione di bianchi friulani. Il Mussignaz è un Muller Thurgau dal colore giallo paglierino con riflessi verdognoli. Il bouquet è molto intenso, con note che richiamano il melone, la pesca ed i fiori di agrumi. Gusto fresco, non spigoloso, piacevolmente acidulo.

JEREMIE HUCHET

Muscadet in tutte le salse e in tutte le annate. Una passione che si traduce in “vintage”, con la fortuna di essere in un grande terroir e di fare grandi vini. L’allevamento tipico dei Muscadet avviene sulle fecce fini, dopo la loro sedimentazione sul fondo della vasca, nutrono i vini e nel tempo vivranno e continueranno a scambiarsi con il vino tutti gli elementi ancora in vita contenuti nella polpa e nella buccia del frutto. Le tre tipologie di assaggio del vigneron di Jeremie Huchet di una delle zone classiche, vini che sono l’espressione di un’azienda storica tramandata da generazione in generazione. Alla prima ufficiale si sono dichiarati onorati di far parte di un bel catalogo.

VON WINNING

Von Winning Winery è stata fondata nel 1849, nella una cantina storica dove sono stati prodotti vini unici che riflettono i vigneti di Ruppertsberg, Deidesheim e Forst. Nel 1907, Leopold von Winning, genero del dottor Andreas Deinhard, dedicò la sua vita alla creazione di vini di alta qualità nel rispetto degli eccellenti vigneti in cui gli era permesso lavorare. Ha meticolosamente aumentato la qualità dei vini alzando l’asticella e diventando membro fondatore di VDP, un’associazione di cantine premium tedesche. La sua decisione di lavorare il più delicatamente possibile e vicino alla natura rimane l’obiettivo generale della squadra giovane e ambiziosa di oggi Riesling strepitosi, ma anche Sauvignon e Pinot Nero, strepitosa la batteria di Riesling con i migliorir grand cru di proprietà dell’azienda su un terreno di pietra arenaria e calcare, Kalkofen.

LUSVARDI

Non si tratta di una vera propria novità, da Lusvardi assaggiamo le potenzialità del Lambrusco Salamino, declinata in varie tipologie. Da uno charmat imbarazzante per la finezza, classe ed eleganza, un rosè sulla cui base verrà realizzato anche il metodo classico, alla Spergola, un autoctono declinato in metodo ancestrale, sino ad arrivare al Grato, un Lambrusco Salamino. Solo vitigni autoctoni, tutto in agricoltura biologica certificata dal 2014 per valorizzare la biodiversità rispettando al contempo il territorio, una cantina moderna e rispettosa dell’ambiente, fanno di Lusvardi un nominativo sicuro per chi cerca realtà di livello in Emilia.

THE EYRIE VINEYARDS

Azienda di 28 ettari, una cantina storica dell’Oregon nata nel 1965. The Eyrie Vineyards si trasferì in Oregon con 3.000 barbatelle, con un solo obiettivo, produrre un grande Pinot Noir anche lontano dalla Borgogna. Parte così la prima vigna di pinot nero in Oregon e la prima di Pinot Grigio in America. La notorietà negli anni ’70, con la partecipazione a due importanti concorsi in Francia facendo conoscere l’Oregon vinicolo al mondo. Dal 2005 è Jason Lett che gestisce l’azienda combinando lo spirito dell’innovazione con il rispetto della tradizione. Agricoltura e vini certificati in biologico, 5 diversi vigneti Sisters, The Eyrie, Outcrop, Roland Green consacrano Eyrie come uno dei maggiori intrepreti del vino in Oregon e negli Stati Uniti. 28 ettari per circa 130.000 bottiglie prodotte.

VALSANGIACOMO

Anche in Svizzera si fanno grandi vini. Una chicca che non ti aspetti Valsangacomo, azienda nata nel 1831 con l’attività di importazione e di commercio di vino a Chiasso. Negli anni ‘50 si comincia a vinificare qualche partita di uva autoctona. negli anni grazie alla vision di Cesare Valsangiacomo, tra i primi enologi formati in Svizzera, che investe nel vigneto nel Sud del Canton Ticino. Uberto Valsangiacomo, ingegnere agronomo, sesta generazione della famiglia, segue oggi la conduzione dell’azienda che ha trasferito nelle cantine di Mendrisio ai piedi del Monte Generoso. Cantine naturali scavate nella roccia, vigneti terrazzati su terreni argillo-calcarei e morenici, sono il perfetto equilibrio per un merlot, perfetta icona del Ticino. Un lavoro maniacale fatto sul Merlot con rese bassissime e affinamento in quota, come per Il Gran Segreto Forte Airolo Ticino Merlot Riserva, 100% Merlot, terreno argillo-calcareo, vendemmia manuale e affinamento in barriques di secondo passaggio custodite negli spazi riservati del Forte Airolo, ad oltre 1300 metri di altitudine.

BELLE PENTE

Belle Pente è una cantina fondata nel 1994 da Jille Brian O’Donnell in Willamette Valley, nel cuore dell’Oregon lasciando la Silicon Valley e la passione dell’homebrewing per inseguire il loro sogno con il principio che il grande vino è fatto in vigna e poco in cantina. Viticoltura biologica e biodinamica, vigne con esposizioni a sud, sud-est e sud-ovest, una cantina in tre livelli a flusso gravitazionale con manipolazioni minime fanno di Belle Pente uno dei migliori interpreti della vitivinicoltura dell’Oregon e degli Stati Uniti, 7 ettari per una produzione intono alle 60.000 bottiglie.

INFO www.cuzziolgrandivini.it

 

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