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Il lato glamour della Maremma. È andata in onda ieri sera su Sky Uno la nuova puntata di “Bruno Barbieri 4 Hotel” dedicata all’aspra e selvaggia regione toscana, raccontata però in questo caso attraverso alcune tra le sue strutture più accoglienti e confortevoli. Ma pur sempre un po’ wild.

I partecipanti? Tenuta Poggio Rosso di Diego, Be Vedetta di Anna, Camping Village Rocchette di Irene e infine Podere Prataccio di Luca. Quattro concorrenti e altrettanti glamping nati dalla fusione – anche nel nome – tra glamour e camping, che offrono quindi un’esperienza molto più comoda e completa del semplice campeggio. Tra queste strutture, ce n’è una che proprio noi di Beverfood.com abbiamo avuto il piacere di conoscere e visitare personalmente in queste settimane, con un occhio particolare ovviamente alla valida produzione vinicola (e non solo) che la contraddistingue sia localmente che nazionalmente: la Tenuta Poggio Rosso della famiglia Monelli.

Siamo a Populonia, nel comune di Piombino e in provincia di Livorno, in un glamping che dispone di 16 tende in stile country chic all’interno di un’azienda vinicola. “Dopo anni di abbandono, abbiamo acquistato la Tenuta Poggio Rosso, ridandole vita nel rispetto della sua storia e facendola diventare in poco tempo un punto di riferimento per un nuovo concetto di viticoltura sulla costa toscana. Come a voler rendere omaggio a Fufluns, il Dio etrusco del vino e dell’ebbrezza, dal quale prende il nome proprio la città che ci culla: Populonia”, ci racconta il proprietario Diego Monelli.

Diego Monelli

La Tenuta di Poggio Rosso ha una superficie complessiva di circa venti ettari. I vigneti, con impianti di uve sia a bacca bianca che rossa, si estendono per circa 6 ettari, mentre poco più di 2 ettari sono stati destinati a oliveto. Il lato est dell’azienda è coperto da circa 6 ettari di pineta, alla quale seguono il parco e l’area verde di macchia mediterranea. Completano la Tenuta una villa padronale e la vecchia limonaia. “La collina sulla quale ci troviamo, risalente a 24-36 milioni di anni fa, è composta dai galestri del promontorio e dalle sabbie rosso-arancio di Donoratico che danno il nome alla tenuta di Poggio Rosso. Qui sono state impiantate le nostre varietà di merlot, sangiovese, cabernet sauvignon, vermentino e viognier, vitigni che riescono a trasmettere caratteristiche uniche di sapidità e territorialità, dovute alla nostra particolare posizione influenzata dalla vicinanza del mare e dai venti costanti”, ci spiega sempre Diego.

Ma a stupirci davvero, oltre all’innegabile qualità del nostro soggiorno e dei prodotti proposti come olio e appunto vino, è il legame intrinseco di Tenuta Poggio Rosso con la storia, i miti e le leggende della sua terra. Lo dimostrano benissimo i nomi dei suoi vini, tutti ispirati alle caratteristiche di antiche divinità etrusche. Passiamoli dunque insieme in rassegna:

PHYLIKA

Phylika l’amorevole, la dilettevole, l’amabile, la ben disposta. Un frammento di coppa di ceramica a vernice nera rinvenuto sull’acropoli di Populonia conserva un graffito nel quale si legge il nome di una schiava di origine greca. Phylika ripose nella coppetta fiori, frutti e profumi da offrire alla divinità a cui era devota. Il suo nome rimanda a Venere e alla dedizione sacra che le schiave praticavano in alcuni santuari afroditici del Mediterraneo. Poggio Rosso ha dedicato a questa figura il suo vino più carezzevole e al tempo stesso giovane e fresco: un bianco ricco di profumi seducenti, dal colore brillante e dal gusto intrigante e godibile.

FERONIA

Feronia, arcaica divinità della Natura, protettrice dei boschi e delle messi, così come dei prodotti agricoli e garante dello scambio degli stessi attraverso i fiumi e il mare. È a questa dea che Poggio Rosso affida la protezione di uno dei suoi vitigni più delicati e sensibili come il viognier, auspicando un prodotto sempre più sorprendente che ridisegna lo stile di un intero territorio.

VERMENTINO MACERATO – SENZA NOME


Questo vino nasce dalla curiosità e dalla voglia di scoprire di Poggio Rosso. Prodotto senza alcuna tecnologia moderna e senza l’utilizzo di prodotti enologici, è un vino – volutamente senza nome – realizzato proprio come si faceva una volta nelle campagne contadine. “Solo così avremmo potuto comprendere veramente il potenziale dei nostri terreni e del nostro microclima”, ci confessa Diego durante la nostra degustazione dell’ampia gamma di rossi e bianchi firmati Tenuta Poggio Rosso. In questo caso abbiamo un bianco intrigante, severo ed estremo, che riesce a trasmettere le peculiarità più belle di questo territorio etrusco.

FUFLUNA


Gli etruschi, popolo di mercanti ed esperti del buon vivere, furono i primi a riconoscere in questo territorio le potenzialità di coltivazione della vite per la produzione di questa ambrosia da sempre apprezzata che è il vino: per questo motivo chiamarono la loro città Fufluna, da Fufluns, Dio etrusco del vino e dell’ebbrezza. Poggio Rosso ha voluto che il suo vino più giovane e immediato portasse proprio l’antico nome della sua città Populonia. Fufluna è un rosso caratterizzato da grandi profumi fruttati, fresco, vivace e beverino.

TAGES


Giovane fanciullo, figlio della Madre Terra, fu la divinità etrusca che sintetizzava in sé la purezza del bambino e l’esperienza dell’uomo maturo. Nato da un solco arato, visse il tempo necessario per insegnare agli Etruschi le arti divinatorie e della predizione del futuro, armonizzando la natura con il volere degli Dei. Tages è un rosso fresco che seduce per la sua immediatezza e la sua intensità di profumi, dal gusto ricco e armonioso.

VELTHUNE


Velthune, il Multiforme, era la divinità di origine etrusca che rappresentava il cambiamento delle stagioni e che presenziava alla maturazione dei frutti. Era in grado di mutare le sue forme e trasformarsi in qualunque cosa, nonché il Dio supremo della terra. Poggio Rosso ha voluto quindi dare questo nome al suo vino più strutturato e complesso, in grado di trasformarsi e arricchirsi negli anni, di modificare i suoi profumi in toni sempre più evoluti, fini ed eleganti. Un rosso caldo e avvolgente, ma al tempo stesso sobrio e di grande classicità, che ha saputo esprimere con toni propri i profumi e le emozioni della sua terra.

LOSNA


Losna era la divinità etrusca della luna e delle maree. La mutevolezza del suo aspetto raffigurato dalla luna la rendeva unica fra tutti gli astri, rappresentando per gli Etruschi il ciclo della vita e della successiva rinascita. Poggio Rosso ha scelto questo nome per il vino che più congiunge le caratteristiche dei suoi terroir alla ricerca continua della loro massima espressione. Un percorso brillante e di eterea meditazione fra profumi e sensazioni, che donano – proprio come Losna – luce alla notte e sogno alla realtà in questo vino dolce realizzato al 100% con vermentino da vendemmia tardiva.

GIN QUATTROMANI

Vino e non solo, l’avevamo specificato. Sì, perché Tenuta Poggio Rosso ha recentemente lanciato anche il suo personale Gin: Gin Quattromani, distillato arricchito da sette botaniche selezionate e raccolte a mano sui terreni dell’azienda. “Solo botaniche arbustive ed erbacee autoctone presenti sui nostri terreni per replicare i profumi inebrianti, intensi e balsamici della macchia mediterranea presenti lungo la costa: quella di Populonia e Baratti”, dichiara orgogliosamente Diego Monelli.

Un gin di alto livello qualitativo, creato in collaborazione col celebre Master Distiller internazionale Priscilla Occhipinti, e distillato per Tenuta Poggio Rosso dalle sue mani nelle rinomate Distillerie Nannoni Grappe Srl di Civitella Paganico (GR).

Capito ora come e perché il glamping di Tenuta Poggio Rosso è riuscito a convincere Bruno Barbieri in persona?

www.tenutapoggiorosso.it

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