Innanzitutto fughiamo il dubbio. Tenuta o Tenute? È Tenute, al plurale, infatti sono ben 5. La famiglia Rubino le conduce in diverse zone della Puglia, ognuna libera di esprimere la sua specifica vocazione vitivinicola. Siamo nella regione lunga e stretta, tacco di Italia, baciata dal mare su ben tre lati. Un territorio che gode dell’influenza del mare sia in termini di clima, che di composizione del suolo.
Le altitudini sono contenute e la tradizione marittima, così come il richiamo del mare, sono sempre fortissime. Lo si evince dai racconti di Romina Leopardi, moglie di Luigi Rubino, l’uomo dalle tante intuizioni che si illumina quando racconta del loro percorso di viticoltori. Nel mio caso l’ha fatto a Tenuta di Jaddico, vigneto vista e fronte mare. Tenuta dove presto sorgerà una nuova cantina, sede operativa, produttiva, d’accoglienza, di degustazione, di vendita e ricca in spazi polifunzionali.
La vigna qui per l’appunto si spinge fino a 500 m dall’acqua (…non sull’acqua!). Questa tenuta ospita diverse varietà, dalla malvasia bianca al negroamaro, per un tot di 100 ettari; una su tutte però è particolarmente cara alla proprietà. Si chiama susumaniello e la famiglia Rubino la coltiva solo a Jaddico.
Amante del suolo sabbioso e del clima ventilato qui ha trovato “casa” a tutti gli effetti. Varietà generosa nei primi anni di vita, la pianta tende naturalmente a ridurre la produzione con l’avanzare degli anni. Cariche di colore, le bacche, sono anche caratterizzate dalla presenza importante di tannini. Tenaci e robusti aiutano a conferire forza, struttura e longevità ai vini. Se prima la funziona del susumaniello era quella di supportare altre varietà considerate principali, oggi, grazie al lavoro incessante e all’intuizione di Luigi Rubino a partire dagli anni ’90, susumaniello vive una nuova esistenza da protagonista. Ce lo racconta nel bicchiere Oltreme, susumaniello 100%, ora disponibile nell’annata 2019. Vino di cui si è già raccontato in questa sede.
Conoscere da vicino i vini di Tenute Rubino è possibile, ma soprattutto è possibile e consigliato farlo sul territorio. Dobbiamo aspettare ancora qualche anno per poter godere dei nuovi servizi di Tenuta Jaddico, nel frattempo possiamo visitare la sede attuale dove la linea del tempo della storia della famiglia e delle Tenute viene raccontata dalle immagini e dai vini. Nel vicinissimo centro di Brindisi, facilmente raggiungibile, famiglia Rubino negli anni ha dato vita anche a Numero Primo, il wine bar di Tenute Rubino dove tutti i vini sono in degustazione al calice o bottiglia. Il locale, affacciato sul lungo mare è accogliente, sapientemente arredato. La proposta cibo molto comfort. Piatti semplici realizzati con materie prime di qualità e del territorio. La Rubino Experience può poi continuare sull’acqua, perché i vini si possono degustare anche in barca. Magari nel corso di una breve traversata alla scoperta degli affascinanti luoghi originali e ricchi di storia di cui la Puglia è portatrice sana.
Riassumendo: cinque tenute, un winebar, una nuova cantina in costruzione, un totale che sfiora i 300 ettari di vigneto per 16 etichette diverse che raggiungono, nelle annate più produttive, il milione di bottiglie. Forte territorialità, un occhio alla salvaguardia di varietà autoctone, e irrinunciabile attaccamento alla cultura e alla storia pugliesi. Visitare Tenute Rubino è un’esperienza da fare, con il rischio che poi però, al vostro ritorno, soffriate di “mal di Puglia”.
Jaddico 2016 Riserva Brindisi doc
Da negroamaro per l’80% e susumaniello. Come tutte le riserve di Tenute Rubino matura in barrique, dagli 8 ai 9 mesi. Dai riflessi scuri. Al naso arriva potente con note di ciliegia sotto spirito. In bocca piacevolmente fresco e balsamico, dal tannino mediamente tenace e equilibrata speziatura. Aprendosi regala anche note di mandorla al naso e un ricordo di amarena.
Visellio 2016
100% primitivo dalle vigne più vecchie di Tenuta di Uggio. Rubino inteso, dai riflessi viola. Al naso dona subito note di tostatura e vivacità balsamiche. Al palato sensazioni riconducibili alla radice, di liquirizia ad esempio, si apre poi in lunghezza agrumata, a ricordare soprattutto una arancia sanguinella. Il ricordo è lungo e regala sensazioni complesse che ricordano l’uva passa e il fico nero.
Torre Testa 2017
Susumaniello al 100%. Matura in legno per 12 mesi. Rosso dal cuore nero. Intrigante con note vellutate al naso che ricordano fiori e frutta rossa matura. La succulenza che riporta a una susina matura viene bilanciata da note di noce, più secche e polverose che però donano profondità. In bocca tutto si riconferma, la spezia è dolce e il frutto diventa più sotto spirito.
+info: www.tenuterubino.com