Presentata alla corte di Chef Matteo Baronetto al ristorante Del Cambio di Torino la nuova cuvée firmata da Barone Pizzini, Tesi 1. Si tratta di un vino spumante per il 60% a base di un’uva autoctona antica, Erbamat già citata dall’agronomo Agostino Gallo ne “Le dieci giornate della vera agricoltura, e piaceri della villa” nel 1564 come varietà presente tra le colline della Franciacorta.
Tesi 1 (extra brut di 5 gr/l) nasce nel 2012, e dopo 60 mesi sui lieviti è ora disponibile nel mercato con 4000 esemplari mentre 1/3 resterà a stock, in cantina. È un progetto di orgoglio, reso attuabile solo dopo la pubblicazione della proposta di modifica dell’art. 2 del disciplinare di produzione del Franciacorta che autorizza, da gennaio 2017, fino a un massimo del 10%, l’uso del vitigno erbamat solo per le versioni Franciacorta e Franciacota Rosé. I due ettari impiantati infatti oltre a concorrere alla formazione del parco vigna di 55 ettari attuali, rientrano nelle 29 parcelle in regime biologico. Quella di vinificare l’erbamat è una scelta puntuale, come quella del bio, vent’anni fa, che conferma le indiscusse capacità di visione e di valorizzazione del territorio della Pizzini. E come per Tesi 1, anche Tesi 2 e Tesi 3 non saranno Franciacorta Millesimati perchè, anche se prodotti con uve da singole annate, presentano percentuali di erbamat più elevate rispetto al limite previsto da disciplinare, 40% e 20%, rispettivamente.
L’abile Sommelier Del Cambio, Davide Buongiorno, non ha dubbi:”Tesi 1 è il primo spumante (attenzione VSQ e non Franciacorta!), in commercio con il 60% di Erbamat. Dal mio ultimo assaggio estivo in azienda, tra le colline di Provaglio d’Iseo, il vino risulta più integrato. C’è una spiccata aromaticità che sfiora in sfaccettature aromatiche di qualche Torrontes argentino o un Melon Sevre sur Lie, soprattutto quando freddo. Mentre a temperature più elevate, tra i 10° e i 12°, porta alla luce profumi di fieno e paglia. L’acidità poi è altissima, quasi cruda, fleshy, che dimostra una possibile e grande longevità.
Un grande esperimento che porterà a grandi risultati.”
E se il General Manager Barone Pizzini, Silvano Berscianini ama ripetere che “il biologico è un punto di partenza” lo è anche la scelta di tornare a vinificare un’uva “antiage” in grado di contrastare gli effetti del cambiamento climatico in atto. Al calice infatti si apprezza molto quest’uva per il suo esser un’ottima base spumante, per la sua vigoria, la sua buona acidità, il colore tenue, la bassa gradazione alcolica e la grande presenza di polifenoli, che “darà il meglio di sé soprattutto se trascorre molto tempo in pianta” come dice chi cura tutti gli aspetti agronomici, Pierliugi Donna. Perché erbamat matura più tardi rispetto allo chardonnay di tre settimane circa in suoli morenici e più magri franciacortini. Non è quindi una sostituzione ma un complemento della ricetta che arricchisce la denominazione, tutta.
Piace poi un parallelismo temporale con il designer Philippe Srtark che sempre 20 anni fa ha rivoluzionato il concetto della “destinazione d’uso” con il design degli occhiali e il suo concetto di “bionism, perché l’ispirazione viene dal corpo e si creano tecnologie più adatte all’essere umano”. Un’articolazione naturale quindi sempre più attenta al benessere della terra e dell’uomo che trasformati in vino diventano un garante di vini longevi e di qualità. Una sorta di libertà multidirezionale atta a tutelare il gusto e la filosofia aziendale. Perché il vino e le bolle, soprattutto, sono beni ormai di prim’ordine che si ricercano ed ordinano in qualsiasi ambiente, dall’osteria al ristorante stellato.
E le novità, si sa, piacciono, sempre, soprattutto se fatte con criterio e serietà. Questa nuova proposta Barone Pizzini si manifesta con un colore molto chiaro e note espressive al naso di agrumi maturi, pan grattato, sensazioni di liquirizia e zenzero e ancora peperoncino ad incidere, pain dore e cenni di fiori. Al palato vi stupirà con effetti elettrici. Sferzante per la sua velocità e precisone, è di esecuzione impeccabile e insolita – pare che non siano trascorsi questi 60 mesi – come una chiamata a cui non si può non rispondere. Affonda, accelera e rinfresca. Tutto quello che si percepisce si ricostruisce in un lampo. Basta un secondo sorso.
+Info: www.baronepizzini.it