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Salvatore Calabrese, per tutto il mondo del bar semplicemente “The Maestro”, il barman italiano più conosciuto al mondo, sarà uno dei personaggi più attesi dell’edizione 2019 della Florence Cocktail Week. Un vero e proprio evento organizzato all’Hotel Savoy di Firenze sabato 10 maggio, una Night Shift con la regia di Campari, per celebrare alla grande il centenario del Negroni. Un rapporto speciale quello del Maestro con uno dei cocktail più iconici del mondo. Una sberla e una preghiera tra semplicità e complessità. Chissà quanti ne avrà preparati nella sua carriera stellare, ma è il primo Negroni quello che The Maestro non scorda mai. “Era il ’67, avevo dodici anni, un anno dopo l’inizio della mia carriera al bancone, cosa non del tutto inusuale a quei tempi. Io sono originario di Maiori, mio padre mi trovò un lavoro in Costiera Amalfitana per l’estate per tenermi lontano dalla strada visto che ero un ragazzo molto vivace e un po’ birichino”.

"the Maestro" Salvatore Calabre
“the Maestro” Salvatore Calabre

Di strada ne ha fatta The Maestro, una carriera luminosa sbocciata dopo lo sbarco negli anni ’80 a Londra, al bancone dei bar più lussuosi del mondo come l’Hotel Dukes mentre oggi guida il Salvatore’s all’interno del Playboy club, ma ricorda quelle esperienze come una fotografia nitida. “Imparai davvero il concetto di ospitalità, osservavo il mio maestro il Sig.Raffaello dell’Hotel Reginna Palace Maiori, quelli sì che erano personaggi veri con uno stile alla Humphrey Bogart in Casablanca,  assorbivo tutto come una spugna. Sapevo fare l’Americano, una volta il sig. Raffaello stava parlando con degli ospiti e non poteva seguire l’ordinazione di un altro cliente che chiese un Negroni. Per non disturbarlo mi cimentai io con la preparazione del mio primo Negroni, mi fece finire ma poi mi chiamò dietro il bancone e mi diede una sberla perché non ero grande abbastanza e non avevo avuto il giusto rispetto per qualche cosa di iconico. Non fare quello che non sei capace di fare mi disse. Da allora ogni volta che preparo un Negroni dico una preghiera e mi abbassò con un inchino, perché non si sa mai che come nel lontano ’67 ci sia qualcuno dietro a darmi un ceffone”.

Il cocktail preferito dai clienti, un drink che fa parte della sala, negli ultimi anni la fama e il successo del Negroni è cresciuto ancora di più e The Maestro spiega il perché. “Il Negroni rappresenta la complessità e la semplicità allo stesso tempo, è semplice perché è fatto solo di tre ingredienti, Campari, Vermouth e Gin in parti uguali, ma la vera difficoltà sta nel miscelarli a regola d’arte, contano i dettagli, con l’ingrediente principale che è rappresentato dall’amaro dato dal Campari”. E Salvatore Calabrese in occasione dell’evento alla Florence Cocktail Week metterà all’asta il Negroni più vecchio del mondo realizzato nel 2015 durante la Negroni Week con ingredienti antichi di oltre cento anni. Una sua intuizione avanti rispetto a quei tempi quella di proporre dei cocktail classici dimenticati, utilizzando delle bottiglie dell’epoca dalla sua collezione privata, diventato ormai un rito anche nel suo nuovo locale il Donovan Bar nel Brown’s Hotel a Mayfair nel cuore di Londra parte del Rocco Forte Group, dove fanno dei Negroni vintage tra i più vecchi. “Il Negroni più vecchio del mondo è contenuto in una boccetta preziosa che porterò con me a Firenze. Si tratta di un Negroni che ho preparato nel 2015 al Camparino a Milano, realizzato con ingredienti originali dell’epoca di quando fu inventato il Negroni. Un Campari e un Red Vermouth Cinzano degli anni ’20 e un Gordon Gin del 1908. Sono tre ingredienti con più di 300 anni, sarebbe bello celebrare il centenario del Negroni con un’asta di beneficienza”.

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