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C’è un po’ d’Italia tra i migliori 10 bar al mondo, di più fra i migliori 50 e ancora di più fra i migliori 100. Martedì scorso a Madrid si è celebrata la tanto attesa premiazione di The World’s 50 Best Bars 2024, che ha visto annunciare i 50 migliori bar al mondo dell’anno 2024. Non ha sorpreso, visto che si vociferava ormai da giorni, il primo posto assegnato all’Handshake Speakeasy di Città del Messico, mentre la vera novità sul podio è stato il secondo posto di Bar Leone a Hong Kong.

Un po’ d’Italia, dicevamo, in quanto alla guida di questo cocktail bar che ha portato la romanità in Estremo Oriente troviamo il nostro connazionale Lorenzo Antinori, capace di essere eletto in un solo anno miglior bar d’Asia e secondo miglior bar al mondo, senza mai essere stato prima in classifica. Ancora Italia poi alla fine del podio, col terzo posto del miglior bar al mondo nel 2023: Sips, innovativo cocktail bar di Barcellona dell’italiano Simone Caporale. Soltanto decimo invece il Paradiso di Giacomo Giannotti, a lungo miglior bar al mondo e adesso scalato di qualche posizione in classifica. Stesso discorso per The Connaught a Londra, dove gli italiani Agostino Perrone e Giorgio Bargiani oggi sono in tredicesima posizione.

Ok i bartender italiani all’estero, ma i bar italiani? Quelli annunciati a Madrid sono stati quattro e, insieme a tre conferme, c’è stato un graditissimo volto nuovo: Moebius, cocktail bar e ristorante milanese di Lorenzo Querci che è entrato in classifica (38°) senza passare neanche dalla seconda fascia (51-100). Un evento assai raro, che premia però la caparbietà, il gusto e le idee chiare del giovane imprenditore toscano. Spazio poi al celebre Drink Kong di Roma by Patrick Pistolesi, inserito al numero 33 di questa speciale graduatoria e scalato dunque di qualche posizione verso il basso, al Locale Firenze del Direttore Faramarz Poosty (oggi 36° e quindi salito di ben dieci posizioni rispetto al 46° posto dell’anno scorso) e infine allo speakeasy milanese 1930 (50°) di Benjamin Cavagna. Erano già stati annunciati nella seconda parte della classifica Freni e Frizioni di Riccardo Rossi a Roma (53°) e L’Antiquario di Alex Frezza a Napoli (78°), senza dimenticare il Camparino in Galleria sempre a Milano (92°).

Cosa ci hanno lasciato le premiazioni dei 50 Best? L’ennesima conferma che l’ospitalità italiana funziona, in Italia ma soprattutto all’estero. Partiamo da qui e dal peso massimo dei bartender nostrani in giro per il mondo (il secondo posto di Bar Leone è un caso esemplare, così come la sfida a qualche km di distanza degli ultimi anni tra Paradiso e Sips o prima ancora l’egemonia di The Connaught a Londra). Tutto comprensibile, visti il maggior numero di opportunità e la differente libertà di manovra che ci sono fuori dai nostri confini.

La speranza, però, è quella che tanti altri locali fisicamente presenti nel nostro Paese possano rientrare presto in una classifica che quest’anno tra le novità ha visto piuttosto Asia e Sud America, fatto dovuto in parte anche al trend sempre più attuale dei distillati d’agave. Ma siamo sicuri che frizzanti realtà partite dal nulla come Cinquanta Spirito Italiano a Pagani (Salerno) o suggestivi bar d’hotel come l’Atrium Bar del Four Seasons di Firenze o ancora cocktail bar con validissime proposte cibo (oltre che di miscelazione) come il Dry Milano – soltanto per fare tre esempi concreti – non meritino un po’ più di considerazione internazionale?

CLICCA QUI PER CONSULTARE LA LISTA COMPLETA DEI 50 BEST

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