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TRACCIABILITÀ GEOGRAFICA: ecco le “terre rare” che ci dicono da dove viene il caffè


La qualità e l’autenticità sono aspetti importanti per il settore agro-alimentare e di conseguenza anche la sicurezza dei consumatori e dei produttori. Un problema che affligge l’ambito agroalimentare, sia dal punto di vista della qualità del prodotto che da quello economico, è costituito dalle frodi relative all’origine, adulterazione ed etichettatura dei prodotti. La comunità scientifica ha focalizzato la sua attenzione per ostacolare le frodi su matrici agroalimentari, come vino, olio, grano, riso e altri ancora.

Numerosi studi hanno affrontato il tema della tracciabilità varietale degli agro-prodotti e hanno permesso di mettere a punto metodologie di analisi solide mentre, a oggi, sono pochi gli studi relativi alla tracciabilità geografica. Attualmente, diverse tecniche investigative sono in grado di caratterizzare le bio-matrici dal punto di vista chimico, fisico e biologico. Alcune di queste tecniche prendono in considerazione una famiglia di elementi chimici, “le terre rare” (famiglia dei Lantanidi). Questi elementi chimici sono contenuti nel suolo e vengono assorbiti dalle piante e si riscontrano anche nei frutti, ovvero nei prodotti agroalimentari. In particolare, è stata applicata con successo in quest’ambito l’analisi di elementi chimici, come la spettrometria di massa a plasma accoppiato induttivamente (ICP-MS).

 



Uno studio ha dimostrato con questa tecnica che la composizione di elementi multipli nei prodotti agroalimentari è fortemente influenzata dalla solubilità dei composti inorganici nel suolo. Dunque vi è una correlazione tra gli elementi chimici presenti nel suolo, nella pianta e nel frutto. La possibile identificazione di elementi in traccia, quali i lantanidi nelle biomatrici può essere usata per l’identificazione della posizione geografica del suolo che li produce. Attualmente, un esperimento è in corso sulla tracciabilità geografica del caffè in collaborazione con l’Istituto Nazionale Espresso Italiano (Inei) e l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè (Iiac). I test preliminari hanno rivelato sostanziale differenza fra la quantità di elementi lantanidi contenuti nei campioni di caffè verde, proveniente da due nazioni diverse. Dunque, si è potuto osservare la discriminazione tra i due campioni di caffè originato in suoli diversi.

 

Lo stesso tipo di esperimento è stato condotto anche sul caffè dopo tostatura, proveniente dalle due diverse nazioni. Anche nel caso dei campioni tostati, si è potuta osservare la discriminazione tra i due agro-prodotti provenienti da suoli diversi.I passi successivi di questo studio sono indirizzati all’affinamento della tecnica utilizzata ed alla costruzione di una banca dati del caffè con la garanzia della sua origine geografica. Questo lavoro permetterà di ottenere risultati rilevanti per il settore agroalimentare, nel settore dell’autenticazione e tracciabilità geografica, al fine di poter difendere i consumatori e i produttori.

 

A cura di Emanuela Pusceddu, dottore di ricerca in fisica (PhD) Istituto di Biometeorologia IBIMET del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)

Fonte:www.assaggiatoricaffe.org

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