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La Basilicata del vino sembra essere in mezzo al guado e non sapere bene in che direzione andare per uscirne. In effetti da anni parliamo del Vulture come della next big thing del vino italiano, ma l’eterna promessa sembra sempre restare tale senza diventare mai una vera protagonista della scena enologica italiana. Nel frattempo altri distretti vinicoli del Meridione d’Italia, come l’Irpinia, l’Etna o le zone del primitivo in Puglia (Gioia del Colle e Manduria), hanno conquistato l’attenzione e l’apprezzamento dei critici e dei consumatori.

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Indubbiamente la crisi economica ha colpito duramente la zona del Vulture, anche più di altre zone d’Italia, sorprendendola in pieno cambio generazionale e di impostazione. L’Aglianico del Vulture è un vino unico e di grande significato per l’enologia italiana, ma è anche l’unico importante di questa zona, quello dal quale dipendono le sorti di tutte le aziende viticole vulturine. La svolta del mercato di questi ultimi anni verso vini più freschi e bevibili, meno segnati dal legno o da tannini duri e “digeribili” solo dopo anni di bottiglia, come gli Aglianico del Vulture di questi ultimi anni, ha accentuato le difficoltà. Sempre più aziende non riescono a dare continuità e affidabilità alla propria produzione e alla conduzione aziendale, e allo stesso tempo ci sembra di vedere un’incapacità di leggere queste nuove tendenze, rinchiudendosi in un modello di vino di “retroguardia”, fatto di concentrazione e struttura, attualmente difficilmente apprezzato. Come dimostrano il numero e i nomi dei premiati delle recenti edizioni della Guida, in questi ultimi anni non sono molte le realtà che sono riuscite a restare ad alto livello mantenendo una propria identità e interpretando nel migliore dei modi vitigno, territorio e gusti del pubblico. Né ci sono riusciti proponendo vini tradizionali e più distesi o prodotti più moderni ma giocati sull’eleganza e non sulla potenza.

La speranza è che vecchi e nuovi produttori di questa storica denominazione trovino il modo per superare finalmente l’impasse in cui sembrano essere finiti. Per quanto riguarda le altre zone vinicole della regione va sottolineato che il Materano prosegue nella sua ricerca di un’identità e di uno standard qualitativo con passione e facendo un passo alla volta.

TRE BICCHIERI
Aglianico del Vulture Basilisco 2009 Basilisco
Aglianico del Vulture Titolo 2010 Fucci
Balconara 2009 D’Angelo di Filomena Ruppi

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