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Non sarà quella a cui siamo abituati da sempre (siamo sicuri?), ma l’estate è comunque in arrivo. Sentori fruttati, colori accesi e speranze per il bel tempo, come ogni anno le bevande si rifanno il trucco per assecondare i gusti dei consumatori, che virano verso tonalità e sensazioni più fresche. La prossima frontiera dei drink parla più lingue: Instagram, sostenibilità e multisensorialità.

Il lockdown derivante dalla pandemia di COVID-19 ha comportato uno spostamento dei consumi in casa: per questo i consumatori saranno alla ricerca della possibilità di ricreare tra le proprie mura le stesse sensazioni che si trovano in un bar o in un ristorante. E non tutti ne sono contenti: più del 58% dei consumatori tedeschi ad esempio, secondo Mintel, sono preoccupati dell’impatto che il Coronavirus avrà sul loro stile di vita. La ricerca specifica come il cruccio più grande riguardi l’impossibilità di trascorrere il tempo libero in modo variegato, che si traduce in hobby casalinghi, molto spesso in cucina: sempre, però, alla ricerca di nuove esperienze. I produttori dovranno conformarsi alle richieste sempre molteplici, dalla proposta instagrammabile agli ingredienti sani.

EFFETTO INSTAGRAM – Secondo Facebook, la categoria food and drinks ha occupato il terzo posto tra le ricerche sulla piattaforma Instagram nel 2019. L’Internet rimarrà fonte d’ispirazione, anche dopo il lockdown, stante un’ormai consolidata attitudine dei consumatori verso la sperimentazione in cucina e la conseguente voglia di condividerne i frutti con i followers. Non è più questione di sapori e profumi, piuttosto anche di immagini e colori. Le tinte sono in realtà la chiave: Giallo, rosso, arancione sono le tonalità più associabili all’estate, e il cosiddetto classic blue è stato definito colore dell’anno, per cui ci si aspetta un aumento in popolarità. Di conseguenza, gli ingredienti da usare dovranno ricalcare lo spettro cromatico: fragole, pompelmo, lamponi, carote, sono tutti prodotti perfetti per soluzioni da mangiare e da bere.

SORPRESE SENSORIALI – È anche vero che l’aspetto estetico di cibo e bevande ha sempre avuto un peso importante: oggi i consumatori pretendono di essere stimolati a trecentosessanta gradi, con una vera e propria esperienza sensoriale a tutto tondo. Si spiega così la contestabile ma inconfutabile esplosione di gusti e prodotti a tema arcobaleno, unicorno e simili, grazie alle loro strutture opalescenti o brillanti.  Non sono per forza necessari poteri magici per permettere esperienze sensoriali, bensì bagaglio tecnico e capacità di realizzazione di un prodotto che sia caldo, luminoso, acido e così via. A maggior ragione quando c’è da gestire ingredienti complessi come quelli che hanno pigmenti naturali o caratteristiche emulsionanti.

CHILOMETRO ZERO – Per la maggior parte dei produttori di bevande, la cosiddetta clean label è ormai una prerogativa. Il colore derivante da fonti naturali è in aumento, e i consumatori si aspettano di ritrovare ingredienti conosciuti in etichetta. L’industria del beverage sta rispondendo di conseguenza, con l’89% di bevande e cibi in Europa che utilizzano versioni naturali dei coloranti, nel 2017: nel 2010 era il 76%.

Fonte: beveragedaily.com

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