Nell’estate di trent’anni fa si costituiva il gruppo Cateringross. All’inizio era un consorzio d’imprese, poi successivamente si è tramutato in cooperativa voluta da diversi grossisti specializzati nella distribuzione di prodotti alimentari per la ristorazione. Negli anni Ottanta il termine “catering” era ancora sinonimo di un mercato che identificava la distribuzione, oggi è necessario usare altri vocaboli per non essere confusi con chi fa banqueting. Nata sull’esempio di altre realtà associative come le unioni volontarie e le centrali d’acquisto della distribuzione organizzata, Cateringross ha rappresentato una novità nel mercato del “fuori casa” di quegli anni e un esempio imprenditoriale ancora oggi per molte realtà. Sarà stato che l’economia cresceva, ma i risultati sono stati importanti ed evidenti non solo grazie al mercato. Capacità manageriale e lungimiranza hanno dato positivi riscontri alle aziende appartenenti al gruppo Cateringross. Tuttavia questo positivo esempio non è stato colto pienamente dal canale. Oggi, con oltre 1700 aziende nell’ingrosso foodservice, i gruppi associativi presenti nel canale si contano sulle dita di una mano. La diffusione di queste esperienze di cooperazione tra aziende non è per nulla esaltante. Un po’ meglio è andato nel segmento delle bevande: con circa 1300 aziende attive, il comparto vanta molti più gruppi organizzati associando quasi il 40% del totale delle aziende.
Quanto è stato realizzato dalla distribuzione organizzata convincendo migliaia di dettaglianti a togliere la propria insegna per sostituirla con una più grande e prestigiosa che rappresentava il gruppo; quanto hanno ottenuto quegli stessi commercianti quando hanno smesso di preoccuparsi di acquistare da soli per affidare tutto ai buyer di una centrale; quanto prestigio hanno conquistato dall’industria smettendo di fare una politica promozionale individuale quando hanno affidato tutto ad un gruppo e fare tutti assieme una politica di vendita nazionale. Tutto questo non è un film ma anni di storia del retail. Forse è anche per questo che l’industria continua a fare differenze tra i due canali e a trattare le due realtà con politiche e condizioni diverse. Ma fino a quando gli imprenditori del foodservice non capiranno che queste differenze potranno essere colmate solo se loro vorranno e se avranno coerenti comportamenti in linea col mercato, sarà difficile che il canale possa recuperare i gap che ancora li separa da altri settori e dal retail in particolare. I trent’anni che Cateringross si accinge a festeggiare danno l’occasione per leggere chiaramente quello che è avvenuto nel passato, ma per scrivere il futuro occorre dell’altro che sia soprattutto coerente con quello che è richiesto dal presente. Sappiamo che volontà e lungimiranza non mancano in Cateringross, gli uomini alla guida del gruppo sanno dove e come trovare le risposte per essere protagonisti ancora per i prossimi anni.
Editoriale di Roberto Martinelli, direttore di Ristorazione Catering
Tratto da www.ristorazionecatering.it/professionisti/i-trentanni-di-cateringross/
www.cateringross.it