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Individuare il modo migliore di affrontare le nuove sfide che presenta il mercato e porre l’accento sulla necessità di fare rete e favorire lo scambio di conoscenze ed esperienze per incrementare le reciproche professionalità. Questi gli obiettivi primari di Trieste Coffee Experts, la rassegna organizzata dai fratelli Bazzara che si è tenuta sabato 22 marzo e che ha riunito decine di aziende -fra le quali citiamo Gruppo Cimbali, ARC, Triestespresso Expo, Pulycaff, Club House, Petroncini, Astoria, BWT, Imperator, Colombini, Demus, 9Bar, Brita, Ancap, Nuova Simonelli, Blaser Trading, Ricambi Gardosi, Priolinox, Icematic e Mazzer-, istituzioni e enti di promozione. (Nella foto a lato: i fratelli Bazzara di Planet Coffee)

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La Filiera del caffè espresso - La degustazione del Caffè di Franco e Mauro Bazzara - Planet Coffee

«Sono certo che essere presenti alla settima edizione del TriestEspresso Expo -esordisce Alessandro Sietti, responsabile Area gestione eventi fieristici di Aries- ancora una volta si rivelerà strategico per tutte le realtà del mondo caffeicolo. Grazie all’accordo fra Camera di commercio e Autorità portuale infatti la manifestazione si è aggiudicata una nuova location, varcando la soglia del Porto Vecchio. Il percorso di visita passerà per la rinnovata Stazione Idrodinamica, sviluppandosi poi accanto ai suggestivi magazzini del caffè utilizzati ai tempi dell’Impero austro-ungarico. Quei magazzini che -anche grazie al Porto Franco- diedero un impulso decisivo al mercato del caffè e che adesso garantiranno quel quid in più per riconfermare la TriestEspresso come punto di riferimento a livello mondiale per tutta l’industria del caffè.»

 «Trieste -ha poi incalzato il Presidente Camera Commercio Trieste Antonio Paoletti- non deve smettere di proporsi al mondo come capitale del caffè. Per questo ringrazio i fratelli Bazzara, che da sempre si impegnano a divulgare la cultura del caffè di qualità attraverso le più svariate iniziative, di cui quella odierna è solamente l’ultima in ordine temporale; e per questo ci siamo impegnati a portare le eccellenze di TriestEspresso all’Expo 2015 di Milano, presentando Trieste come “Città del Caffè”. In quell’occasione, unendo le forze con la Illy, con la Regione e con il Comune di Trieste faremo sì che in centro si sviluppino degli eventi tematici che creino la consapevolezza di quanto il caffè sia energia per la vita e della centralità del ruolo della nostra città. Ad esempio posso anticipare che per accogliere al meglio i turisti andremo a realizzare uno splendido museo virtuale e sensoriale che avrà sede nel Palazzo della Borsa. Un progetto ambizioso, con investimenti non di poco conto, che ci permetterà di affermare con orgoglio il rinnovato status di Città del Caffè.»

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«Rimini invece -sostiene Patrizia Cecchi, Direttore business unit Fiera Rimini- grazie ad una serie di eventi che si rivolgono all’intero settore HO.RE.CA, ormai si pone quale capitale dell’ospitalità, dell’accoglienza e del turismo. Siamo i più giovani nel mondo del caffè, essendoci affacciati solo nel 2010, e anche per questo siamo estremamente orgogliosi di essere riusciti ad arricchire Sigep di un nuovo e importante format: Rimini Coffee Expo, e di avere il privilegio di poter ospitare a giugno 2014 World of Coffee con il suo prestigioso World Barista Championship. Non senza l’ausilio delle Camere di commercio ci stiamo adoperando per creare un ponte ideale fra Rimini e Trieste che permetta orchestrare in sinergia azioni altamente efficaci e condivise.»

 «Mantenere la leadership italiana sul mercato mondiale dei produttori di macchine da caffè è una sfida che per essere vinta, necessita di un cambiamento da parte di tutti noi -questo l’incipit dell’intervento dell’export manager Gruppo Cimbali Luigi Morello-. In Italia investiamo nella ricerca meno della metà di quanto investono Germania, Austria e Slovenia. Ciò significa che mai come oggi è importante creare sistema. Creare una rete italiana che affronti la competitività globale con valori simili e coerenti al nostro comune brand: il Made in Italy. Fuggendo, possibilmente, dall’illusione dei grandi numeri e del basso prezzo, puntando piuttosto alla qualità intesa come eccellenza.»

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«Venuto a conoscenza che la Commissione dell’Unesco ha iscritto il caffè turco nella lista dei beni immateriali che appartengono al patrimonio dell’Umanità -dichiara Giorgio Caballini di Sassoferrato, presidente del Gruppo Triveneto Torrefattori Caffè e Amministratore Delegato di Dersut Caffè Spa- ho pensato immediatamente che avremmo dovuto avviare l’iter necessario per far raggiungere questo prestigioso riconoscimento anche al caffè espresso all’italiana. Ritengo che sia un traguardo importantissimo che garantirebbe benefici a tutti noi. Pertanto questa è sicuramente una delle iniziative di maggior rilievo promosse dal Gruppo Triveneto per i 60 anni di attività: abbiamo già iniziato a lavorare e stiamo coinvolgendo anche altre associazioni di settore.»

 «Non va sottovalutata la responsabilità che hanno tanto i centri di formazione quanto i torrefattori stessi nella formazione dei nuovi baristi -aggiunge, intervenendo dalla platea, Flavio Urizzi export manager CMA Astoria- per poter raggiungere quella “qualità totale” in tazza che dovrebbe avere un espresso italiano. In Italia purtroppo c’è una tendenza a sottostimare la professione del barista a tutti i livelli. Spesso ci si accontenta di persone che affrontano il loro compito come una professione di passaggio. All’estero parallelamente si comincia ad avere più consapevolezza dell’importanza di questa figura e chi esercita è orgoglioso di possedere un know how globale, acquisito attraverso un percorso formativo che abbraccia tanto la cultura generale che riguarda l’universo caffeicolo quanto gli aspetti più tecnici, quali i diversi metodi di estrazione, la differenza fra le viarie materie prime e ovviamente i segreti delle attrezzature. Un bagaglio necessario per essere realmente orientati al cliente e saper presentare il prodotto caffè così come un sommelier presenterebbe un grande vino.»

 La parola è stata poi affidata ad Enrico Maltoni e Mauro Carli, autori del libro Coffee Makers. I due collezionisti d’eccezione hanno raccontato una lunga serie di aneddoti e episodi legati al lungo processo di lavorazione che li ha visti impegnati per la realizzazione della loro pubblicazione. Un volume di quasi 800 pagine che fotografa, disegna ed esplica come il pensiero umano ha saputo dar forma, dal Big Bang ad oggi, a quel gesto quotidiano che scandisce la giornata di quasi tutti noi. A conclusione della giornata, i fratelli Bazzara, oltre a ringraziare tutti i presenti e le realtà che li hanno sostenuti nei loro progetti editoriali, hanno fatto un in bocca al lupo ai colleghi Godina e Sanapo, impegnati nella stessa giornata con il loro Umami Coffee Campus, rimarcando nuovamente l’importanza di unire le forze per dare nuovi stimoli a un settore che troppo a lungo si è affidato al solo fascino dei valori intangibili che definiscono l’italianità nell’immaginario comune.

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