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Agosto tempo di vacanze e mentre impazza la polemica per il costo di 2 euro per un toast tagliato a metà in un locale di Gera Lario sul Lago di Como, dalla Fipe arrivano dei dati importanti sulle previsioni dei consumi degli italiani. Ad agosto in Italia si spenderanno circa 9,9 miliardi di euro per mangiare fuori casa. Tra colazioni, pranzi, aperitivi, cene, gelati e dolci, circa la metà dell’intera spesa, ossia 4,7 miliardi, proverrà dai turisti, sia stranieri che italiani. Se il turismo internazionale continua a crescere avvicinandosi ai livelli pre-pandemia,  qualche nuvola che si va addensando sul fronte del turismo interno.

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“I dati ci dicono che il turismo internazionale potrebbe raggiungere i livelli pre-Covid, con un ritorno importante dei viaggiatori in arrivo dagli Stati Uniti. Il turismo domestico, al contrario, mostra segni di rallentamento”, ha dichiarato Luciano Sbraga, Vicedirettore Generale di FIPE-Confcommercio. “Si tratta di un trend emerso già nei mesi di maggio e giugno, quando le condizioni meteo hanno pesantemente condizionato la voglia degli italiani di spostarsi verso le località balneari, e che potrebbe avere una coda, speriamo corta, anche nei mesi successivi. Per questi motivi le aspettative per questa stagione sono quelle di centrare gli obiettivi del 2022 abbandonando l’idea (suggestiva) di eguagliare o addirittura superare i livelli pre-pandemiaI dati sui consumi dimostrano in modo inequivocabile l’importanza della ristorazione nell’economia turistica del nostro Paese”.

Il Centro Studi di FIPE-Confcommercio, la Federazione italiana Pubblici Esercizi, ha realizzato un’indagine che ha interessato un campione di imprenditori della ristorazione presenti nelle principali destinazioni turistiche. Nonostante i 28 milioni di italiani che, secondo i dati dell’Osservatorio del Turismo di Confcommercio–Swg, faranno una vacanza quest’estate, resta l’incertezza sull’andamento dei consumi nei due mesi già conclusi (giugno e luglio) e in quello che è appena iniziato (agosto). È proprio a luglio, infatti, che tra gli esercenti prevale la quota di coloro che vedono la stagione con pessimismo: il saldo tra i giudizi positivi sull’andamento dell’attività e quelli negativi è pari a -33,1%. Ad agosto la situazione migliora ma, anche in questo caso, il saldo dei giudizi resta negativo e si attesta a -17,8%.

A preoccupare maggiormente gli esercenti non è tanto il turismo straniero, per il quale le valutazioni sono saldamente positive, quanto quello degli italiani, che rappresentano la fetta più consistente della clientela turistica. Nel tracciare un primo bilancio di una stagione ancora in corso, il 42,7% degli esercenti vede una sostanziale stabilità rispetto al 2022, mentre il 41,9% indica una flessione. Solo per il 15,3% si può parlare di crescita. Con questi presupposti e in un contesto particolarmente complicato sia sotto il profilo geopolitico che congiunturale (rallentamento dell’economia, inflazione e aumento dei tassi), centrare gli obiettivi del 2022 sarebbe già un ottimo risultato.

INFO www.fipe.it

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