Non solo sci, il turismo della montagna nel pieno della stagione invernale con le settimane bianche, guarda sempre più all’enogastronomia. Secondo quanto riportato dall’anticipazione dell’edizione 2023 del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano a cura di Roberta Garibaldi e realizzato sotto l’egida dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico che sarà presentato a maggio, nella scelta della vacanza invernale non conta soltanto la qualità dell’offerta sciistica ma sempre di più quella legata alla gastronomia, alla ristorazione e alla produzione di cibi che rappresentano l’espressione del territorio.
“Il binomio enogastronomia e montagna si conferma essere di grande appeal tra i turisti italiani, l’interesse è forte e si traduce nel desiderio di partecipare ad una pluralità di proposte, dalle più tradizionali ai nuovi format tra sport e gusto” – afferma Roberta Garibaldi, vicepresidente della Commissione Turismo dell’OCSE e autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano – “Valorizzare l’enogastronomia nelle aree montane del Belpaese contribuisce ad arricchire l’offerta, la diversifica e la destagionalizza. È certamente un’opzione percorribile per slegarsi dai tradizionali modelli turistici ed orientarsi verso forme di sviluppo più sostenibili e in grado di generare benefici diffusi per le filiere dell’agroalimentare e del turismo”.
Il Rapporto, redatto da un’indagine svolta su un campione rappresentativo della popolazione turistica italiana (n.=1.500) per genere, età e regione di residenza condotta nel mese di gennaio 2023, ha analizzato per la prima volta le attese e le propensioni di spesa del turista che sceglie la montagna come destinazione per le proprie vacanze. Oltre il 90% degli intervistati, senza distinzione tra la popolazione femminile e quella maschile, ha intenzione di unire l’esperienza in montagna con le degustazioni che si possono provare nel territorio. In particolare il 68% circa vuole degustare in un ristorante locale i piatti tipici del luogo prescelto e più di un intervistato su quattro ha previsto la visita a un ristorante o un bar storico durante la permanenza in montagna. L’esperienza di fine dining tra i monti tenta soprattutto la parte maschile e ancor più la fascia di età 18-24 anni, dove si supera il 27%.
Una vacanza in montagna offre la possibilità di visitare tanti luoghi di produzione del cibo per due turisti su tre. In cima alle preferenze la visita a un’azienda agricola (24%), a seguire troviamo i caseifici (23%) e le cantine (22%). Tra le altre esperienze da provare compaiono la visita a un mercato locale, scelta da oltre il 40% del campione e alle attività di piccole botteghe artigiane del gusto con oltre il 37%. Oltre il 57% degli intervistati punta a partecipare a un evento legato all’enogastronomia, meglio se focalizzato sul cibo e a seguire sul vino e sulla birra. Tra le esperienze di turismo attivo, vanno bene trattamenti di benessere (SPA, massaggi, …) a tema vino, birra e olio. Tra i più giovani (età 18-24) sempre più di moda l’intenzione di partecipare ad attività sportive all’aria aperta come trekking del gusto, tour in bicicletta o mountain bike tra i luoghi di produzione del cibo.