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Il turismo invernale è appeso a un filo, a dirlo è anche l’Istat che segnala che i volumi della stagione invernale “risulteranno fortemente ridimensionati” rispetto a quella del 2019, quando tra ottobre e febbraio, il turismo mobilitò 95,2 milioni di presenze, di cui 17,7 milioni solo nel mese di dicembre.

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In attesa di capire se il 18 gennaio riapriranno gli impianti sciistici che rappresentano il traino delle presenze nella stagione invernale, i dati diffusi dall’Istat certificano che in Italia, tra gennaio e settembre, le presenze si sono di fatto dimezzate, segnando un calo del 50,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.  In calo le presenze di turisti stranieri che segnano – 68,6%, una contrazione che nelle grandi città, che lo scorso anno avevano registrato circa un quinto delle presenze totali, si sono ridotte del 73,2%. Nei primi tre trimestri del 2020 sono calati drasticamente anche i viaggi per motivi di lavoro (-59%) e quelli per vacanze (-23%).

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Una situazione difficile descritta anche dall’Enit, secondo cui i visitatori totali internazionali e nazionali in Italia si sono dimezzati rispetto all’anno precedente, per un totale di 57 milioni di visitatori in meno, i pernottamenti turistici totali sono diminuiti di circa 186 milioni e la spesa di 71 miliardi di euro. Gli impatti sono maggiori per gli arrivi internazionali che per i viaggi nazionali. I visitatori internazionali pernottanti sono diminuiti del -64% (pari a 40 milioni di visitatori) quest’anno e i domestici del 31% (16 milioni) rispetto al 2019.

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Lo scenario prevede che i turisti dai Paesi di prossimità per i quali l’Italia è raggiungibile in auto sono quelli che torneranno prima a viaggiare nei Paesi limitrofi, come dimostrato dal trend di quest’estate. Per i turisti d’oltreoceano il nodo cruciale resta l’apertura totale delle tratte aeree, delle frontiere, dall’andamento del Covid e dalle politiche internazionali. Solo entro il 2023 si stima che l turismo complessivo riprenderà sui volumi del 2019, con +1% di visitatori totali rispetto al 2019. Il primo a ripartire sarà il turismo interno mentre i visitatori internazionali pernottanti saranno ancora inferiori del -5% rispetto ai volumi del 2019 nel 2023.

 

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