Il gruppo belga InBev ha finalmente reso pubbliche le sue intenzioni di acquisto del gruppo americano Anheuser Busch (A-B), dopo le indiscrezioni che erano circolate nelle ultime settimane. Vengono offerti 65 dollari per ogni azione A-B per un valore totale d’acquisto di 46,3 miliardi di dollari USA. Se l’operazione dovesse andare in porto, si costituirebbe un mega-gruppo con 460 milioni di hl di birra e vendite annuali per oltre 36 miliardi di dollari. Carlos Brito, Ceo di InBev, ha inviato una lettera propositiva a M. August A. Busch IV, Ceo di Anheuser-Busch. La proposta sarà esaminata dal Cda di A-B nei prossimi giorni.
I TERMINI FINANZIARI DEL PROGETTO
Inbev intende acquistare in contanti le azioni del gruppo americano A-B a 65 dollari per azione, con un premio del 35% sul corso medio degli ultimi 30 gg precedenti la speculazione in borsa e, comunque, con un apprezzamento del 18% rispetto al precedente livello record ottenuto nell’ottobre 2002. Il valore complessivo dell’operazione ammonterebbe a 46,3 miliardi di dollari USA che InBev, nell’immediato, andrebbe a finanziare a debito, anche se sono programmati dei parziali rientri attraverso la cessione di cespiti non ritenuti strategici rispetto al business primario delle birre. A sostegno della operazione ci sono alcuni fra i più bei nomi della finanza europea: Banco Santander, Barclays Capital, BNP Paribas, Deutsche Bank, Fortis, ING Bank, JPMorgan e Royal Bank of Scotland, che insieme sarebbero disposti a fornire i finanziamenti per portare a termine la mega-transazione. InBev ha ingaggiato Lazard e JPMorgan come principali consulenti finanziari e Sullivan & Cromwell come consigliere giuridico.
LA NUOVA AGGREGAZIONE INBEV/ANHEUSER-BUSCH
Se l’operazione dovesse andare in porto, si formerebbe un mega gruppo birraio che, secondo le stime di Carlos Brito, si porterebbe ad un volume pro-forma di 460 milioni di hl di birra prodotti, con un giro d’affari netto di oltre 36 miliardi di dollari ed un EBITDA di 10,7 miliardi. Il nuovo superpolo, rimarcherebbe la sua posizione di leader planetario nel settore birraio (con una quota di oltre il 20% del totale mondiale) e si collocherebbe al 5° posto nella classifica mondiale dei grandi gruppi di beni di largo consumo (dopo Nestlè 103 mld $, Procter & Gamble 76 mld $, Pepsico 40 mdl $ e Kraft Foods 37 mld $, ma prima di Coca-Cola 29 mld $).
Il nuovo gruppo esprimerebbe delle posizioni di leadership in tutto il continente americano, in Cina (ormai divenuto il più grande mercato birrario al mondo) ed in Europa. La nuova aggregazione societaria disporrebbe di un portfolio marche di grandissimo livello internazionale: Budweiser, Bud Light, Skol, Brahma, Becks, Stella Artois. Leffe, e numerosissime marche con leadership regionale, come Michelob, Staropramen, Sedrin, Cass, Keith’s, Labatt, Spaten, Lowenbrau, Jupiler, Klinskoje, Anctarctica, Quilmes, …. A queste si aggiungerebbero Corona e le altre marche del gruppo messicano Modelo (controllato al 50% da A-B) e quelle di Tsingtao, il più grande gruppo birraio cinese (controllato per il 27% da A-B). Naturalmente il management Inbev si aspetta notevoli sinergie dalla aggregazione dei due gruppi, sul piano dei costi ma soprattutto sul piano dei ricavi, con uno sfruttamento più intensivo delle proprie organizzazioni distributive in tutto il mondo.
IL RUOLO RISERVATO AD ANHEUSER-BUSCH
L’offerta d’acquisto, sebbene non sollecitata dalla controparte americana, vuole essere, almeno per il momento, un’offerta amichevole. Commentando l’offerta, Carlos Brito, Ceo di InBev (vedi foto), ha dichiarato: “Abbiamo il massimo rispetto per Anheuser-Busch, i suoi dipendenti e la sua leadership, che hanno costruito il principale produttore di birra negli Stati Uniti e sviluppato un marchio-icona come Budweiser. Insieme, potremo attingere all’esperienza collettiva di entrambe le società. Riconosciamo anche il grande contributo dei grossisti della Anheuser-Busch al successo della società e vorremmo continuare a lavorare in stretta collaborazione con loro, per creare ancora maggiore entusiasmo nel mercato circa i marchi di entrambe le società”.
InBev prevede di mantenere la sede centrale per il Nord America a St Louis nel Missouri e far diventare Budweiser il marchio portabandiera mondiale del nuovo gruppo. Inoltre, InBev proporrà che il nome della nuova aggregazione societaria evochi il retaggio di Anheuser-Busch, che riflette la storia della società e delle sue principali marche. InBev vorrebbe invitare un certo numero di direttori della Anheuser-Busch a partecipare al consiglio di amministrazione della nuova società e si impegna a mantenere i membri chiave del management Anheuser-Busch in tutta la filiera l’organizzativa. Data la limitata sovrapposizione geografica tra le due imprese e l’efficienza delle birrerie di Anheuser-Busch negli Stati Uniti, InBev assumerebbe l’impegno di mantenere tutti gli stabilimenti americani della A-B.
LE POSIZIONI DEGLI AZIONISTI E DEL MANAGEMENT
Il management INBEV è entusiasta dell’operazione. Carlos Brito è convinto che questa operazione s’ha da fare perché servirebbe al meglio gli interessi dei consumatori, degli azionisti, dei dipendenti, dei grossisti e dei partner commerciali delle due imprese e quelli delle comunità che essi servono. Inbev è una public company senza azionisti di controllo. E’ tuttavia noto come il gruppo belga goda dell’appoggio della comunità finanziaria belga e di buona parte di quella europea, che per l’occasione non nasconde l’eccitazione per la prima grande transazione dall’inizio della crisi dei mutui subprime.
Anheuser-Busch accoglie l’offerta con cautela: “sarà valutata attentamente dal board”, che deciderà “nell’interesse degli azionisti e nell’ottica di una strategia di lungo termine”, spiega il produttore americano. Ma la strada per InBev potrebbe non essere in discesa: August A. Busch IV, componente della famiglia fondatrice e Ceo della società americana (vedi foto), avrebbe espresso nelle scorse settimane la propria contrarietà all’offerta. Ma gli analisti sottolineano che August A. Busch IV, pur essendo il principale azionista di A-B, controlla solo il 4% della società. Il secondo azionista del gruppo americano è il celebre miliardario Warren Buffet, che potrebbe giocare un ruolo decisivo nella trattativa.
+INFO: www.inbev.com Marianne Amssoms, Philip Ludwig V.President Global External Communications V.President Investor Relations Tél. : +32-1627-6711 Tél. : +32-1627-6243 –
LA CONTRARIETA’ DEI PATRIOTI AMERICANI
Alcuni americani, di fede nazionalista, vedono in Budweiser un simbolo nazionale delle proprie tradizioni e della propria storia e, quindi, si dichiarano contrariati dalla prospèttiva che la “loro” birra possa essere conquistata dagli europei. Portavoce di questa protesta è Matthew Blunt. il governatore del Missouri (lo stato dove ha sede la A-B). “L’ipotesi della vendita agli europei” -dice al St. Louis Post-Dispatch– “è profondamente preoccupante” e promette che “si opporrà” il più possibile. Ma è anche vero che lo Stato non ha alcun potere di bloccare un simile accordo, nel caso in cui gli azionisti A-B dovessero dare il via libera. Le proteste arrivano anche su Internet; anzi è nato un sito (www.saveab.com) dove oltre 30.000 “patrioti” hanno già sottoscritto una petizione contro il passaggio di Bud ai belgi. “La birra gelata – si legge in home page – è americana come il baseball e la torta di mele… Combatteremo per proteggere il “tesoro americano “. L’appello vuole premere sugli azionisti per resistere alla tentazione di vendere.
INBEV E BUDWEISER IN ITALIA
Le due multinazionali vendono i loro prodotti anche sul mercato italiano La birra Budweiser, con un posizionamento premium, è distribuita su licenza in Italia da Heineken It che la produce nel proprio stabilimento di Massafra (TA). Il gruppo InBev opera, invece, attraverso una filiale (InBev Italia) che sul nostro paese importa e commercializza i principali marchi del gruppo (in primis Beck’s, ma anche Stella Artois, Leffe, Staropramen, Hoergarden, Lowenbrau, Spaten …) collocandosi in terza posizione sul mercato italiano delle birre, dietro ad Heineken e a Peroni/SABMiller.
Sui risultati di bilancio 2007 dei due gruppi vedere:
www.beverfood.com/gruppo-birraio-inbev-chiude-2007-crescita-fatturato-144-mdi-volume-271-mio-hl/
www.beverfood.com/gruppo-anheuser-busch-chiude-2007-vendite-190-milioni-hl-birra/
VISITA LA NUOVA SEZIONE DOCUMENTAZIONE: —-> Birre
LE ALTRE BEVERNEWS DELLA SEZIONE: —-> Birre