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Fidatevi di chi ha un cognome del genere, e ha trascorso una vita a ricevere gli auguri dei simpaticoni, di questi tempi. Ovunque siate nel mondo, magari anche con qualche giorno di discrepanza, è periodo di Carnevale. L’ultimo giorno della festa delle maschere (così chiamata dall’espressione latina carnem levare, dato che da domani inizia il digiuno della Quaresima) coincide solitamente con celebrazioni e parate che coinvolgono intere città: non sarà possibile viverle quest’anno, a causa della pandemia, per cui vi proponiamo cinque drink che vi riportino nelle strade delle capitali del Carnevale.

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CARNEVALE DI VENEZIA – Si parte dalla nostra Italia e ovviamente dalla Serenissima, epicentro di una delle manifestazioni più pittoresche del pianeta. Il Carnevale di Venezia risale addirittura al decimo secolo, all’epoca vigilato e gestito dal Doge, per poi ripetersi ogni anno all’insegna di ricorrenze carissime ai veneziani (e ai turisti): la Festa delle Marie, ripristinata nel 1999, processione di bellezza e fede che termina nella proclamazione della Maria dell’Anno; e il celebre Volo dell’Angeloautentico tuffo che una personalità prescelta, assicurata in sicurezza a una fune, effettua dal campanile di Piazza San Marco. Uno solo può essere il cocktail che vi rimanda alle calli: il mitico Spritz, fatto con tre parti di prosecco, due di Aperol e top di soda.

CARNEVALE DI VIAREGGIO – Scendendo a sud ovest e non troppo lontano, per arrivare a sfilare trai leggendari carri del Carnevale di Viareggio. Ben più giovane di quella veneziana (risale al 1873), la parata toscana si fregia di un posto di rilievo in mezzo alle feste del mondo, grazie alle ormai celeberrime creazioni in cartapesta: acqua, colla, gesso e carta si mescolano per creare giganteschi macchinari mobili, che in un bagno di folla (ahinoi, non quest’anno) passeggiano sul lungomare viareggino in attesa di essere giudicati per la classifica di fine edizione. Per rispettare le origini territoriali, brindate con un Negroni, nato a inizio ‘900 nella vicina Firenze, dalla mente dell’immortale barman Fosco Scarselli: parti uguali di gin, vermouth dolce e ovviamente Campari.

CARNEVALE DI RIO DE JANEIRO – Dall’altra parte del mondo per un appuntamento che balla a ritmo di samba e dura intere notti di baldoria. Le stupende pelli abbronzate di donne e uomini color nocciola, che avanzano con movenze avvolgenti lungo le spiagge più lunghe e meravigliose della Terra. I portoghesi, a metà ‘800, portarono con sé l’usanza di festeggiare in maschera tipica dell’Europa borghese del tempo, e da allora è stata un’evoluzione verticale: le marcinhas sono la colonna sonora di processioni che di religioso sembrano avere nulla, eppure celebrano il sentitissimo cattolicesimo del popolo carioca. Riempite allora i vostri bicchieri con la bevanda nazionale brasiliana: la caipirinha, fatta con lime pestati, zucchero e una dose festiva del distillato nazionale, la cachaça.

CARNEVALE DI NEW ORLEANS – Il Mardi Gras più sfrenato e controverso di tutti. Orde di cittadini festanti e brilli che invadono il Quartiere Francese e Bourbon Strett (dedicata ai Borbone e non al whiskey), in una stagione di festeggiamenti in cui tutto è permesso finché non diventa troppo e che nacque con l’arrivo degli Europei, a inizio ‘700. La maestria delle krewes, i gruppi preposti alla creazione delle sfilate, si fonde con fumi alcolici tenuti a bada dalla voglia di vivere e dalla creatività di un’usanza sopravvissuta al disastro epocale dell’Uragano Katrina del 2006. Volti dipinti e chilometri di festoni viola, gialli e verdi, corpi scoperti e emozioni destinate a durare per sempre. Unitevi ai carri bevendo quello che nel 2008 è stato nominato signature drink di New Orleans: il Sazerac, che nacque con cognac ma si è evoluto con rye whiskey, Peychaud Bitter, zucchero e assenzio.

CARNEVALE DI BINCHE – Meno conosciuto ai più ma senza dubbio di enorme valore storico e folkloristico (dal 2003 patrimonio immateriale UNESCO), il Carnevale di Binche è evento di importanza capitale per il Belgio e l’Europa tutta. Più che una parata, si tratta di una vera e propria ricostruzione di una società che rispetta regole e norme, e per due settimane vive in funzione di questa realtà artefatta risalente addirittura al 1500: entrate a far parte dei gruppi di gilloises, i giullari che non possono passeggiare senza almeno un tamburo a sostenerli e devono per forza essere nati a Binche. Oppure seguite i loro conoscenti, che per tutto il martedì grasso dovranno tentare di indovinare chi si nasconde dietro la maschera: se sgamato, il gilloise pagherà da bere, ma se riuscirà a mantenere il mistero vincerà il bicchiere dell’amiciziaCosa bere? Va da sé: una splendida birra lambicfermentata con i lieviti naturali dell’atmosfera locale.

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