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Che si parli di vini, soft drink o spirits, OnestiGroup S.p. A. è ormai da anni una delle certezze del beverage nostrano. Grazie al suo portfolio da oltre 90 marchi in esclusiva nazionale in continuo sviluppo e ad oltre 70 agenzie di vendita in tutta Italia, l’azienda con sede a Fiorenzuola D’Arda è simbolo di innovazione e affidabilità, una garanzia di qualità e ricercatezza anche durante l’estate 2022.

 

Volete qualche idea per sorseggiare un drink rinfrescante e dissetante sotto l’ombrellone? Per Beverfood.com abbiamo provato alcuni fra i più rappresentativi brand internazionali di questa grande famiglia piacentina, con tanti consigli utili su come degustarli tanto in purezza quanto in miscelazione.

Alpestre

Partiamo ovviamente da Alpestre, marchio di proprietà della stessa OnestiGroup che – fra i vari appuntamenti – sarà presente alla prossima fiera del peperone di Carmagnola in programma dal 2 all’11 settembre. Creato in Francia nel 1857 dal Padre Marista Frate Emanuele per curare i suoi confratelli malati, questo puro distillato di erbe ancora oggi viene realizzato secondo una ricetta segreta che prevede 34 erbe botaniche senza aggiunta di zuccheri o altri additivi. Come usarlo in miscelazione? Magari in un “Carmagnola”, long drink fresco e aromatico realizzato con 4,5 di Alpestre, 1,5 cl di Ginger Real, Ginger Ale e Gocce di Bitter al Cardamomo.

Amaro Hermite by Alpestre

Quando parliamo di Alpestre, non possiamo certo non citare anche Hermite. OnestiGroup ha infatti rivisitato con orgoglio questa ricetta tradizionale per proporla in esclusiva ai propri clienti e agli appassionati di tutto il mondo. Dall’unione di erbe officinali e di puro distillato Alpestre è nato così Hermite: un amaro amabile, dai sentori erbacei marcati ma gentili, proprio come da antica formula dei frati maristi. Oggi come allora, Hermite è il compagno ideale per chi vuole concedersi un finale perfetto dopo un pasto o un momento di meditazione.

Bobby’s Schiedam Dry Gin

Bobby’s Gin è un omaggio a Jacobus Alfons, “Bobby” per gli amici. Nato a Naku in Indonesia nel 1950, per poi emigrare a Schiedam (capitale del Jenever olandese), Bobby ha sempre amato questo distillato ma, sentendo la mancanza dei sapori di casa, ha iniziato a miscelare il Jenever con alcune spezie ed erbe tipiche indonesiane per creare un gin tutto suo, che molti anni dopo è diventato il Bobby’s Gin grazie a suo nipote Sebastiaan. Ispirato dalla storia di suo nonno e della sua unica ricetta indonesiana, Sebastiaan si è recato infatti a Schiedam, dove ha incontrato il maestro distillatore appartenente alla settima generazione della distilleria di Herman Jansen e i due, insieme, hanno cominciato a lavorare alla creazione di un gin unico nel suo genere, unendo la tradizione del Jenever olandese coi migliori ingredienti e spezie indonesiani. Dopo oltre due anni di distillazione, sviluppo e raffinazione, ecco dunque Bobby’s Schiedam Dry Gin. Come usarlo in miscelazione? Magari in un “The Italian”, cocktail a base di 6 cl Bobby’s Dry Gin, Orange bitters, 2 cl Cumino Cyruses, Dragoncello, Anice stellato e 3 cl succo di lime fresco. Oppure, volendo qualcosa di più orientale, in un “Kyoto Gin Fizz”: 4 cl Bobby’s Dry Gin, 1 cl succo di limone fresco, 1,5 cl sciroppo di Gyokuro green tea, 4,5 cl Acqua Frizzante, Yuzu Japanese bitters e Foglia di bambù.

Doragrossa

Attraverso una continua e appassionata ricerca in Doragrossa vengono rielaborate ricette antiche con la finalità di ricostruire i tratti organolettici peculiari di ognuna di esse. Nel farlo vengono utilizzati soltanto ingredienti naturali accuratamente selezionati, lavorati attraverso processi rigorosamente artigianali e genuini. Questa esperienza e queste ricerche sono state tradotte in quattro prodotti: L’Amaro di Torino è il diretto discendente di quelle antiche formule curative che con il tempo acquisirono toni più morbidi e godibili, sino a rientrare, a pieno titolo, fra le bevande voluttuarie. Il Rosolio di Torino, al pari dell’amaro, vanta altrettante – se non più antiche – origini e si ricollega alla sfera dei liquori ritenuti più “femminili”, dolci e aromatici, ideali per un momento di conversazione pomeridiano, così come delizioso epilogo speziato e zuccherino a fine pasto. L’Elixir Rabarbaro Menta, amaro delicato, coniuga i principi amaricanti e digestivi del rabarbaro con la freschezza della menta, erba aromatica fortemente legata al territorio piemontese e molto apprezzata anche oltralpe, in particolare nella vicina Francia. La Menta di Pancalieri, infine, celebra l’eccellenza produttiva della piccola cittadina omonima vicina a Torino, ove viene coltivata una varietà di menta piperita dalle qualità organolettiche uniche. Come usarli in miscelazione? Ve li proponiamo tutti e quattro insieme in un “Americano Doragrossa”, un aperitivo all’italiana realizzato con 30 ml Amaro di Torino Doragrossa, 15 ml Elixir Rabarbaro e Menta Doragrossa, 15 ml Vermouth Doragrossa e Soda water.

Puerto de Indias

Puerto de Indias, il gin di Siviglia, si ricollega alla scoperta dell’America, quando nel XVI secolo Siviglia era uno dei porti principali per il commercio tra l’Europa e il “Nuovo Mondo”, divenendo nota proprio come Puerto de Indias. Le forme della bottiglia e del medaglione sono ispirate alla Torre del Oro, uno dei monumenti più iconici di Siviglia e anche il vivace centro del porto della città. Questi gin vengono prodotti da una delle più antiche distillerie spagnole alle porte di Siviglia: la distilleria Los Alcores de Carmona. Fondata nel 1880 su una sorgente naturale di acqua sorgiva con acquedotti risalenti a migliaia di anni fa, da quasi 150 anni si è specializzata nella distillazione di liquori all’anice, alla frutta e alle erbe nei suoi tradizionali alambicchi di rame. Come usarlo in miscelazione? Gustatevi i gin di Puerto de Indias in un semplice “Gin Tonic” se volete assaporarne al massimo ogni singola sfumatura.

Three Cents

Three Cents, fondata nel 2014 da un gruppo di bartender alla ricerca del perfetto cocktail mixer, è una gamma di bevande artigianali premium prodotte senza conservanti e coloranti artificiali. L’idea dei suoi produttori era quella di creare un prodotto in grado di bilanciare gli ingredienti di un cocktail o di un long drink, esaltandone al contempo sapori e aromi. Gradualmente hanno iniziato a studiare, testare e sperimentare fino ad arrivare a conoscere approfonditamente il mondo della carbonatazione e delle bolle. Sono rimasti affascinati in particolare dal viaggio delle bolle, specialmente al tempo della Grande Depressione, quando i soda bar erano molto popolari. In quel periodo le soda fountain bar creavano bevande analcoliche a base di acqua gassata, la bevanda più economica che si potesse ottenere a 2 centesimi, chiamata appunto Two Cents Plain. Quando iniziarono ad aggiungere sciroppo per esaltarne il sapore, il suo prezzo fu fissato a Three Cents ed è proprio da qui che nasce il nome di questo brand. Three Cents è un produttore artigianale di soda che è diventato in pochissimo tempo uno dei brand più rinomati e qualitativi a livello mondiale. Come usarlo in miscelazione? Non si può sbagliare con un tradizionale “Paloma”, preparato con 5 cl di Tequila Calle 23 Blanco, 20 cl Three Cents Pink, Soda all’uva e uno spicchio di pompelmo rosso come garnish.

Three Sixty

Come non citare poi Three Sixty, la prima vodka al mondo filtrata nel diamante grazie a una tecnica unica sviluppata in partnership con l’azienda Begerow Filtration Company? Il suo filtraggio avviene fino a 1.0 Micron, un livello anche 30 volte maggiore rispetto alla norma (i filtri standard filtrano difatti tra 30.0 e 15.0 Micron) e la polvere di diamante, attraverso la sua finezza, rimuove anche le più piccole micro particelle dal distillato. Come usarlo in miscelazione? Purissima anche grazie alle sue quattro distillazioni, la vodka Three Sixty è perfetta da degustare in un classico “Moscow Mule”, long drink con 4,5 cl vodka, 12 cl ginger beer e 1 cl succo di lime fresco.

Tío Pepe

Il viaggio di OnestiGroup continua in Spagna con l’iconico sherry Tío Pepe, fresco di successo con la sua Tío Pepe Challenge 2022 che lo scorso aprile ha visto trionfare l’italiano Giacomo Colantuono di Jeffer (Pisa). Fra i vini bianchi più conosciuti, al punto da essere una icona della regione andalusa e di tutta la Spagna, oggi viene esportato in tutto il mondo e il suo appellativo curioso deriva dal nome dallo zio del fondatore dell’azienda, “Tío José”, grande esperto nella creazione dei migliori sherry. Come usarlo in miscelazione? Un ottimo suggerimento arriva dallo stesso Giacomo Colantuono e il suo signature vincente “Cien Por Sherry” con 30ml Sherry Palomino Fino, 90ml Cordial Celery & Sherry Palomino Fino, 10ml Black Pepper Sherry Palomino Fino Syrup, 40ml Sherry Palomino Fino Soda e Waffle ‘la Flor’.

 

Underberg

Ci spostiamo infine in Germania per raccontarvi l’Amaro Underberg, amaro che nasce da una ricetta segreta che si tramanda dal 1846 e che prevede – attraverso un procedimento segreto denominato “Semper Idem” – l’estrazione inalterata delle proprietà delle sue erbe selezionate (provenienti da ben 43 Paesi diversi), nonché delle loro sostanze attive e delle loro caratteristiche aromatiche. Ottimo digestivo naturale, senza zuccheri e senza glutine, negli ultimi anni viene sempre più usato in mixology per creare cocktail dal carattere deciso e dal gusto unico. Come usarlo in miscelazione? Magari in un “Ginger Goldrush”, signature cocktail ideato dal noto barman romano Matteo Zed (The Court, Roma) a base di 50 ml di Bourbon Elijah Craig, 15 ml di Alpestre, 22,5 ml di succo di limone, 7,5 ml di succo di ginger, 22,5 ml di sciroppo al miele e un top proprio di Underberg. O, in alternativa, c’è l’“Indonesian Herbal Mule” del barman imprenditore Flavio Angiolillo con 1 btg Underberg, 20 ml Bobby’s Dry Gin, 20 ml Orzata Finest Call, 20 ml Spremuta di lime e top di ginger beer Indi.

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