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Metti uno splendido hotel 4 stelleS fiorentino, l’impeccabile servizio dei sommelier della FISAR, l’arte oratoria di Leonardo Romanelli e ben undici produttori di vino da tutta la Toscana. Il risultato? Una serata interamente dedicata ai Supertuscan in grado di spiegare in profondità un termine tanto popolare quanto poco conosciuto, degustando al contempo annate, uvaggi e invecchiamenti di vario tipo, che si è tenuta la scorso mercoledì 27 settembre a Villa Olmi.

L’appuntamento, andato in poche ore sold out, ha celebrato così alcuni fra i grandi vini rossi della Toscana con un percorso che è partito come al solito dalle basi, spiegando ad addetti ai lavori e wine lovers come, quando e perché è nata questa definizione ormai ricorrente. E ancora… Cosa indicava, come si è trasformata e se è ancora utile e appropriata per comprendere alcune etichette di vino toscano.

“Supertuscan – spiega il portale di riferimento Quattrocalici – è come vengono chiamati taluni vini rossi prodotti in Toscana, prodotti al di fuori delle tradizioni, della regione, utilizzando altri tipi d’uva, come quelli del Taglio Bordolese (Cabernet e Merlot) assieme o al posto del tradizionale Sangiovese. Tali vini sono spesso fatti affinare in barriques (piccole botti di rovere) per periodi più o meno lunghi. Al momento della loro nascita, questi vini non rientravano nell’ambito delle denominazioni di origine, e ricadevano necessariamente tra i vini “generici” o “da tavola”. Non riuscendosi a meglio definirli, negli anni ’80 fu quindi coniato il termine Supertuscan, ripreso poi dalla stampa anglosassone”.

Questi gli undici vini proposti in degustazione a Villa Olmi:

Argiano – Solengo 2020

Il Solengo, IGT realizzato con Cabernet Sauvignon, Syrah, Petit Verdot e Merlot, è un vino rosso toscano potente, ricco e concentrato: un Supertuscan maturato per 20 mesi in barrique nuove. Dal calice si librano ampie sensazioni di frutti di bosco in confettura, tabacco, spezie dolci e molto altro. Il sorso è robusto, caldo, rotondo e lunghissimo.

Avignonesi – Grifi 2020

Questo vino che ricompensa i rischi è riservato ai produttori fiduciosi. Infatti, nel 2014 Grifi non è stato prodotto a causa di condizioni climatiche avverse. La freschezza del Sangiovese (50%) si fonde perfettamente con la spina dorsale del Cabernet Sauvignon (50%). Di colore rosso rubino scuro con riflessi porpora, al naso si apre con note di mirtilli, more e incenso spingendosi fino al sandalo, alla grafite e a sfumature vanigliate. In bocca è denso e complesso con sentori di prugna e mirtillo. Si evolve poi in un’esplosione balsamica e speziata sostenuta da una buona acidità. Il tannino vivo su tutto il palato accompagna il finale sapido e persistente.

Castello di Fonterutoli – Concerto di Fonterutoli 2020

“Concerto” è nato nel 1981 sull’onda di una viticoltura dal potenziale ancora inespresso, che sperimentava nuove forme di allevamento e nuovi uvaggi includendo anche varietà non autoctone. Fu uno dei precursori e dei primi 10 protagonisti del fenomeno dei Supertuscan. Al naso è ricco e succoso, con note di sottobosco e frutti neri. Al palato questo  vino ha invece un retrogusto potente ma fine. I suoi vitigni: 20% Cabernet Sauvignon, 80% Sangiovese.

Castello Vicchiomaggio – Ripa delle More 2020

Ripa delle More è nato come vino innovativo, fuori dagli schemi e dai disciplinari. Ha cambiato fisionomia nel corso degli anni per arrivare alla sua declinazione attuale in cui il Sangiovese (circa il 50%) incontra Cabernet Sauvignon e Merlot. È un vino ricco, dal gusto moderno, che non dimentica le sue radici territoriali toscane. Il colore è rosso rubino impenetrabile. Ha profumi esuberanti, principalmente balsamici e fruttati, che ricordano menta, ribes nero e mirtillo, ma evolve anche con accenni di cioccolato fondente, vaniglia e ginepro. Al gusto denota pienezza, ma soprattutto manifesta una grande classe. I tannini sono estremamente levigati e si fondono con il gusto fruttato di mirtillo. Il finale di bocca è molto persistente con piacevoli note speziate.

Marchesi de’ Frescobaldi – Mormoreto 2020

Il Mormoreto è un vino rosso toscano importante e strutturato, ottenuto da taglio bordolese con affinamento per 24 mesi in barrique. Corpo, calore, pienezza di frutto e stile internazionale per un Supertuscan dai profumi di frutta rossa, vaniglia ed erbe balsamiche e dal sorso morbido, elegante e lunghissimo. Viene prodotto nella tenuta del Castello di Nipozzano, una delle storiche proprietà della famiglia Frescobaldi, che si trova nella magnifica zona collinare del Chianti, a nord-est di Firenze, tra le più vocate per la coltivazione delle uve a bacca rossa.

Ricasoli – Casalferro 2019

Merlot in purezza ottenuto da uve selezionate provenienti da tre diversi vigneti (Vigna Casalferro, Vigna Pecchierino e Vigna Sodacci), il Casalferro è un vino di grande personalità, ampio e balsamico. Dal colore rosso rubino intenso, al naso è ricco e potente, con sentori di frutta nera quali mora, ribes, prugna e note speziate. In bocca è voluminoso e caldo, con tannini fini e avvolgenti. Nel finale tornano evidenti i sentori olfattivi.

Querciabella – Camartina 2019

Querciabella è considerato uno dei principali produttori del Chianti grazie alla visione e alla lungimiranza del proprietario Sebastiano Cossia Castiglioni che ha convertito la tenuta al biologico nel 1988 e al biodinamico nel 2000. Oggi la proprietà ha circa 74 ettari di vigneti nel Chianti Classico che includono molti dei cru più pregiati del Chianti. Il vino di punta di Querciabella è proprio il Camartina, un leggendario Supertuscan che fu prodotto per la prima volta nel 1981. Composto da Sangiovese e Cabernet Sauvignon, questa magnifica cuvée è stata nominata miglior vino italiano nel 2004.

Tenute del Cabreo – Cabreo Mytho 2019

Le Tenute del Cabreo si trovano in Toscana nel comune di Greve in Chianti e sono costituite da due proprietà: una posta in località Cabreo di Zano, in posizione che domina la cittadina di Greve in Chianti, dove, in circa 46 ettari, si coltivano il Sangiovese e il Cabernet Sauvignon. L’altra collocata nella frazione di Panzano a 500 metri s.l.m. dove, nei 25 ettari di vigneto, vengono allevati lo Chardonnay, in cloni selezionati, e il Pinot Nero. La percentuale di argille del suolo, unita alle esposizioni privilegiate, garantisce un raro equilibrio di potenza ed eleganza. Questo Toscana IGT “Cabreo Mytho” 2000, nello specifico, rappresenta un’edizione limitata prodotta in 1527 esemplari (solo magnum). L’etichetta è stata realizzata, infatti, da Igor Mitoraj, artista di primo livello, per creare l’anello di congiunzione tra arte e vino, tra gusto estetico e gusto del palato.

Badia a Coltibuono – Montello 2018

Realizzato da antichi uvaggi chiantigiani, con uve raccolte e selezionate dai migliori vigneti, viene vinificato in vasi vinari in legno con lieviti indigeni e follature manuali. La maturazione finale avviene invece in tini di rovere. Dal colore rosso rubino profondo, al naso si apre su un bouquet ampio e intenso di frutti di bosco, mirtilli e fragole, lavanda e mirto. Note balsamiche, di spezia dolce e pepe nero completano il complesso profilo aromatico di questo vino. Al sorso è piacevole, elegante e bilanciato. I tannini definiti sono accompagnati da una buona spalla acida.

Castello di Querceto – Cignale 2018

Realizzato con 90% Cabernet Sauvignon e 10% Merlot, questo vino ha un colore rosso rubino molto intenso, elegante e ben strutturato. Sentori di frutta rossa e classiche note di humus scandiscono la sua degustazione olfattiva. Completa la presenza una nota balsamica che sfuma nel pino. Tannini corposi e vellutati. Il potenziale invecchiamento è di quelli importanti: 20/25 anni.

Usiglian del Vescovo – MilleEottantatre 2016

Il 1083 fu presumibilmente l’anno in cui la produzione di vino rese Usiglian del Vescovo indipendente per il vino da messa. Per ricordare questa volontà di indipendenza, nel pieno rispetto dello spirito di quel periodo, questo vino è stato chiamato proprio con quella data, “MilleEottantre”, legandolo emotivamente al desiderio di rendere omaggio a un territorio tanto antico quanto unico. Le uve raccolte a mano sono trasportate in cantina, dove vengono diraspate, selezionate attraverso un tappeto di cernita vibrante e infine pigiate. Segue la fermentazione alcolica che avviene all’interno di tini troncoconici in rovere, con la macerazione di 15-20 giorni, a seconda dell’annata. Il vino viene affinato in tonnaux e bottiglia fino a completa maturazione. Colore profondo con sfumature violacee. Al naso si presenta molto intenso, balsamico e complesso, con evidenze di mora e mirtillo, il lungo affinamento determina le note terziarie di caffè, cioccolato e spezie. Al palato ha un ingresso caldo e avvolgente con una imponente struttura tannica. Finale molto persistente con una piacevole fruttuosità.

Dopo la degustazione lo staff di Villa Olmi ha servito una selezione di finger food a tema Toscana durante la quale le aziende hanno proposto un altro loro vino a testa. Il menu ha previsto soprassata tradizionale toscana, sbriciolona, pecorino semistagionato di Pienza, crostone alla faraona, polenta grigliata con medaglione di terrina di anatra, bruschetta al lardo di conca, maltagliati al sugo di cinghiale, bocconcini di manzo in salsa bordolese e infine l’immancabile schiacciata con l’uva. Per un omaggio a questa regione davvero a tutti gli effetti.

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