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Le valenze nutrizionali del latte e dei suoi derivati sono ben note e da sempre riconosciute. Meno noti, perché di assai recente pubblicazione, sono gli effetti esplicati da alcuni componenti del latte. Effetti di notevole interesse, sia per i riflessi sanitari che socio-economici, emersi da ricerche sperimentali e cliniche.

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“Latte e derivati: valenze funzionali. Una review delle recenti evidenze scientifiche”, realizzata dal Prof. Andrea Strata (1) e pubblicata su un numero speciale interamente dedicato al latte di Progress in Nutrition (Giornale Italiano del Metabolismo e della Nutrizione), raccoglie e commenta la nuova letteratura scientifica internazionale con indirizzi specialistici ed obiettivi orientati a singole patologie, anche lontane tra loro. La review, stampata e diffusa grazie al sostegno di Parmalat, accorpa le più attuali acquisizioni scientifiche su aspetti poco noti e “collaterali” (valenze funzionali) dei prodotti lattiero caseari, ad di là di quelli nutrizionali ben noti ed ampiamente riconosciuti.

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Peso corporeo, diabete, pressione arteriosa, colesterolo, sindrome metabolica, cardiovasculopatie, memoria e funzione cognitiva sono alcuni dei temi trattati nella review, pubblicata anche sulla prestigiosa rivista Advances in Nutrition dell’American Society for Nutrition. Quel che è emerso, di indubbio e sicuro interesse, è il riscontro della presenza in latte yogurt formaggi e burro di valenze salutistiche legate a particolari specifici componenti, che ne allargano oltremodo le possibilità di utilizzo e di impiego nella nostra razione alimentare. Latte e derivati assumono, in sostanza, significati e destinazioni d’uso completamente nuovi, con ruoli e impieghi orientati a ridurre il rischio di determinate patologie e perciò con possibile tutela della nostra salute, intesa in senso lato secondo l’OMS, non come semplice assenza di malattia, ma come “stato di benessere fisico e psichico”. I benefici effetti sullo stato di salute, rilevati con il consumo di tali prodotti fin dall’infanzia, ne consigliano un uso a tutte le età. In particolare, nella cosiddetta età di mezzo, quando più insidiosi e pericolosi risultano i rischi di varie patologie, latte e derivati dovrebbero essere assunti in maggior quantità e non abbandonati, come purtroppo è usuale ed errato costume, attorno all’età adolescenziale.

In ultimo, tenuto conto della revisione critica che sta attualmente subendo il ruolo dei grassi saturi nella nostra alimentazione, sembrano venir meno anche le remore che, fino ad oggi, limitavano l’uso di latte yogurt e formaggi per il loro contenuto in grassi.

(1)Professore di Nutrizione Clinica presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Parma Membro di numerose Società Scientifiche Nazionali e Internazionali Autore di oltre 330 Pubblicazioni Scientifiche

+Info: www.assolatte.it

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