Il ritornello della celebre canzone “Don Raffae’”dell’indimenticabile Fabrizio De Andrè potrebbe essere una buona “head line” per una campagna di comunicazione a favore del caffè equo che producono nella casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, alle Vallette, grazie all’impegno della cooperativa sociale “Pausa Cafè” che importa una pregiata produzione di arabica dalla zona di Huehuetenango, nel nord del Guatemala.
La torrefazione, allestita nei locali della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino (Le Vallette) vede impegnati quattro lavoratori detenuti che sono stati assunti dalla cooperativa Pausa Cafè, rispettando l’inquadramento previsto dal contratto nazionale dei lavoratori delle cooperative sociali. Il loro compito, oltre alla tostatura del caffè, è quello dell’impacchettatura, della gestione dei magazzini, della pulizia e della manutenzione ordinaria dei locali e della macchine. Il progetto prevede di dedicare una forte attenzione alla formazione dei lavoratori detenuti, con l’obiettivo primario di dare opportunità di crescita professionale che consenta di porre le basi per il loro successivo reinserimento lavorativo post pena. I detenuti sono affiancati in questo percorso da un tutor, che svolgerà attività di accompagnamento e di supporto, fornendo loro gli strumenti per una progressiva partecipazione attiva nella gestione del lavoro, sino al loro eventuale ingresso nella compagine sociale.
Il caffè è prodotto nella torrefazione del carcere, con una tostatura lenta e leggera, raffreddato ad aria e lasciato riposare per almeno 48 ore, così da consentire il naturale processo di degassazione, prima di essere macinato.E’ confezionato in due pacchettini da 250g con 2 caratteristiche tazze e piattino allegate alla confezione stessa. Il caffè, di pregiata qualità arabica, è coltivato in Guatemala e rappresenta un Presidio Slow Food, ossia un progetto a sostegno dei piccoli produttori di qualità realizzato dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità Onlus. Il Presidio ha riunito un centinaio di famiglie di piccoli produttori – in maggioranza indigeni Maya – associati ai consorzi di Asdecohue e Acodihue. Il suo disciplinare di produzione garantisce l’artigianalità e la sostenibilità – ambientale e sociale – di tutte le fasi di produzione e l’alta qualità del prodotto finale. Questo caffè proviene da Huehuetenango (nel nord del Guatemala) in particolare dal Cru di San Pedro Necta, una delle aree più vocate della regione. Le confezioni del caffè Huehuetenango, prodotte dai detenuti delle Vallette di Torino, sono in vendita tra l’altro presso i supermercati piemontesi della Coop.
Al valore della solidarietà verso i cafetaleros del Guatemala, si somma l’impegno per l’integrazione sociale delle persone svantaggiate: la torrefazione infatti, che coinvolge direttamente i carcerati, fornisce loro una concreta opportunità di inserimento lavorativo, a contatto con un team di esperti torrefatori. Dopo il successo dell’iniziativa torinese, anche a Genova è stata programmata una cooperativa di detenuti che daranno vita ad una attività di tostatura del caffè guatemalteco, presidio di Slow Food.
+INFO: www.pausacafe.org/rassegna.html – www.fondazioneslowfood.it
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