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Valli Unite, un’enclave naturale sui Colli Tortonesi


C’è un luogo unico sui Colli Tortonesi dove si fa vino naturale da molti anni, ma la storia di Valli Unite parte da lontano e abbraccia anche altre colture. Negli anni ’70 i soci fondatori Ottavio, Enrico e Cesare decisero di scommetter sull’allevamento, in una fase in cui nessuno nessuno più si dedicava a questa pratica. I tre giovani presero in gestione un alpeggio in montagna, nasce così la Valli Unite, con la voglia di sovvertire il sistema che costringeva a lasciare la propria terra, lasciandola incolta e senza cura.



 

GRANDE FAMIGLIA Un ecosistema in armonia con la natura modificato dalla mano dell’uomo solo quando strettamente necessario. 100 ettari di terra condotta con il metodo biologico dal 1981, Valli Unite è gestita con il metodo cooperativo. Nata quasi quaranta anni fa dall’idea di tre ragazzi di famiglie di tradizione contadina, innamorati della propria terra e del loro lavoro, in un periodo in cui da queste zone i giovani se ne volevano andare a vivere in città e a lavorare in fabbrica. A Valli Unite è iniziata la ricerca di un modo nuovo per continuare ad essere contadini alla maniera antica, così cominciarono mettendo insieme le vigne e costruendo una stalla per avere concime organico per ingrassare campi e vigne. Tutto come una volta, convinti che il biologico fosse una base di partenza per una ricerca verso la decrescita e la riduzione dell’impatto sulla natura.

AZIENDA CONTADINA Oggi la cooperativa è un nucleo di 30 persone che vive di agricoltura, l’allevamento e la viticoltura sono i settori trainanti, affiancati dalla produzione di cereali da mangime e per alimentazione umana come grano, farro ed orzo, trasformati in farine, dall’apicoltura e vendita di miele e dalla produzione di salumi con carni suine e la vendita di carne bovine di razza piemontese. Un’azienda contadina multifunzionale e moderna, dove saperi antichi si mischiano con le tecniche innovative. Una trasversalità che ha permesso di reggere anche all’urto della pandemia. L’economia di Valli Unite gira intorno alla cascina grazie allo spaccio, per la vendita diretta e all’attività agrituristica costituita dal ristorante con cibi della tradizione e da tre mini appartamenti che permettono di vivere il clima cooperativo e un agri-campeggio. Non è una comune perché i soci non vivono all’interno di Valli Unite, ma lo spirito che si respira è quello di un luogo di discussione e relazioni, con attenzioni alle diverse forme di resistenza e spazio alle idee a al confronto.

VINO VALLI UNITE Il vino non è un fine ma un mezzo per consentire a Valli Unite di raccontare la terra. Le bottiglie raggiungono le case e le tavole delle persone e trasmettere la loro filosofia, che all’inizio degli anni 2000 è andata verso un vino più naturale, scelte basate sul rispetto del suolo, dell’uva e dell’uomo. La cantina di Valli Unite non utilizza tecniche invasive come filtrazioni sterili, chiarifiche o lieviti selezionati. L’attenzione in campagna è spostata sulla prevenzione e sulla ricerca dell’equilibrio attraverso la fertilità del suolo, la cura del manto erboso e l’equilibrio radici/parte aeree, in uno scenario in cui le capacità tecniche del vignaiolo diventano fondamentali. Dal 2007 Valli Unite si è impegnata al progressivo abbandono alle aggiunte consentite dal sistema della certificazione biologica, mentre dal 2010 nessun vino rosso vinificato a Valli Unite contiene aggiunte. Fermentazioni spontanee con lieviti autoctoni, nessuna filtrazione, uso di brillantanti e chiarifichi, nessuna aggiunta di solfiti. Dal 2013 vengono eliminati i lieviti industriali anche nella vinificazione in bianco ottenendo vini più naturali senza filtrazioni e con la sola aggiunta di metabisolfito di potassio in piccole dosi. Non si tratta di un vino tecnico, ma un vino vero che si esprime ed esalta il rapporto e lo scambio tra la terra, il cielo e l’uomo. Una ricerca sistemica di un’uva sana e matura, risultato della stagione e unitamente la conoscenza del vignaiolo.

TIMORASSO E GLI ALTRI 120.000 bottiglie prodotte all’anno nei 24 ettari nel territorio dei Colli Tortonesi, la maggior parte dei quali nel comune di Costa Vescovato una delle aree più vocate, con terreni calcarei argillosi. In questa zona è esploso il fenomeno del Timorasso, a Valli Unite ne coltivano 2,5 ettari di un vitigno difficile che si ammala facilmente, ma con il clima che sta cambiando è diventato più semplice da gestire dando risultati super nel bicchiere. Ma a Valli Unite piace la biodiversità, quindi non ci sarà una monocultura del Timorasso anche dopo l’ingresso nel territorio di alcuni barolisti che potranno far crescere la denominazione, ma bisognerà stare attenti a non creare un disequilibrio e sarà fondamentale il ruolo del Consorzio per la tutela dei reimpianti. Qui si coltiva Favorita, Cortese, Barbera, Dolcetto, Croatina, per degustarli il consiglio è di mettersi in viaggio e provare anche la cucina dell’agriturismo di Valli Unite, un progetto sui cui hanno investito molto negli ultimi anni. In caso contrario è possibile trovare i Valli Unite nelle principali città italiane grazie ad accordi mirati con distributori specializzati in questa tipologia di vini, oltre che all’estero da sempre uno sbocco importante in termini percentuali.

DEGUSTAZIONE Nella nostra visita accompagnati da Daniele e da Alessandra, abbiamo assaggiato quattro vini. Dal Derthona 2018, come si evince dall’etichetta esplicativa un territorio, un vino e un vitigno, ci fa capire quanto comunque sia importante il legame con il Timorasso. Passiamo al San Vito, un Timorasso che fa un passaggio in botti di acacia con questi sentori mielosi che sono il marchio di fabbrica di un vino interessante, complessità ed evoluzione per un vino che non teme il passaggio del tempo. Rosatea e Bardigà ci dicono molto sulle potenzialità di beva di Valli Unite. Pronta e facile nel caso del Rosatea, un vino rosato blend di vitigni del territorio dai vivaci sentori fruttati, fresco e delicatamente sapido. Versatile e genuino, è perfetto come vino quotidiano, per accompagnare pasti leggeri. Il Bardigà invece è un rosso più di struttura fatto da vitigni dei Colli Tortonesi come Barbera, Croatina e Moretto, adatto anche ai lunghi invecchiamenti. Il vino dà il nome anche all’Anello del Bardigà, un sentiero che parte dal tornante sotto all’Agriturismo, con una lunghezza di 3 km con tempo medio di percorrenza di 45 minuti.

INFO www.valliunite.com

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