Ci sono cose che si fanno per passione: potersi permettere di impegnare risorse senza chiedersi un ritorno economico è uno dei modi per sentirsi ricchi davvero. La sorpresa giunge quando si scopre che una certa iniziativa si trasforma, per altri, a volte distanti migliaia di chilometri, in un positivo differenziale commerciale. L’International Coffee Tasting, quest’anno alla quarta edizione, è nato quasi per scommessa e senza un accordo unanime. Un concorso tra caffè pronti per il consumo non si era mai visto e per il settore generare gerarchie tra prodotti significava inserire un nuovo elemento di concorrenza, una possibile turbativa su un mercato in cui ognuno è abituato a dire che il suo prodotto è il migliore. Poco credibile, ma possibile. Che poteva succedere se una giuria di assaggiatori, operante con le regole dei concorsi internazionali, avesse eletto veri modelli di qualità?
Nonostante alcune posizioni avverse, si partì, seguendo la filosofia che da sempre ispira l’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè, senza porsi la meta dell’infallibilità, ma facendo le cose con serietà e con la competenza che giunge dall’analisi sensoriale e dalla gestione di concorsi internazionali di bevande come il vino, che hanno ormai codificato tra le forme di promozione più premianti proprio i concorsi. Più che un gesto di coraggio fu un’azione temeraria, sicuramente non più di tanto ragionata. Ma ha avuto successo. E se è bello vedere oggi i certificati di medaglia d’oro esposti in aziende grandi e piccole dall’Italia al Giappone, dalla Germania a Taiwan, la sorpresa più bella l’abbiamo avuta a Vienna, passeggiando per le strade di un elegante quartiere a ridosso del centro: nella vetrina dell’Emporio del Caffè campeggiano ben due copie di diplomi di medaglia d’oro di due caffè made in Italy. E la proprietaria, Brigitte Bartmann (cfr foto), quando ci vede fotografare la vetrina non ci pensa due volte e supera con l’iniziativa la nostra incomunicabilità linguistica facendosi fotografare in piena luce davanti al negozio, senza assolutamente sapere chi stava dietro la macchina fotografica.
A cura di: di Luigi Odello, Presidente dell’Istituto Internazionale Assaggiatori Caffè e del Centro Studi Assaggiatori, segretario generale dell’Istituto Nazionale Espresso Italiano.