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La sempre crescente attenzione all’alimentazione e alla linea, che i millennials inseguono con smania, sta investendo anche il mondo della birra. Le maggiori compagnie stanno infatti proponendo sempre più spesso prodotti a basso contenuto calorico o senza glutine, per venire incontro alle necessità delle nuove generazioni che ormai vanno distaccandosi dalla tradizione e dai vecchi costumi, anche in birreria. 

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I riflettori sono puntati abbaglianti sul contenuto di tutto ciò che viene venduto, in una società che via via si concentra su prodotti vegani, bio, sugarfree. Secondo una ricerca di GlobalData, le nuove generazioni sono alla ricerca di prodotti ad alcool ridotto, quando addirittura analcolici, e soprattutto a bassissimo quantitativo di calorie. Soprattutto la seconda grandezza è quella che incide sulle scelte dei consumatori, che si stanno ritagliando una categoria piuttosto specifica, attenta al consumo energetico ben più che a quello alcolico.

La mossa delle compagnie produttrici è conseguente, come per esempio la britannica Skinny Lager (di Skinny Brands) che ha introdotto una birra a basso contenuto calorico senza intaccare la gradazione (4%), servendosi di un particolare processo per eliminare gli zuccheri residui dal prodotto. Oppure la Michelob Ultra di AB InBev, a basso contenuto calorico e di carboidrati, che negli Stati Uniti si è issata in cima alle classifiche di consumo tanto da essere considerata la birra degli atleti e degli appassionati di fitness.

Il concetto stesso di basso contenuto calorico è un’eccellente strategia di marketing, perché diretto e molto facile da comprendere. “Secondo una nostra ricerca, più di un terzo dei consumatori britannici associa le poche calorie a qualcosa di salutare” ha detto Aleksandrina Yotova, responsabile delle analisi di mercato di GlobalData. “Diventano addirittura la metà, se si guarda solo alla fetta 35-44 anni”.  

La salute e in generale la cultura dell’alimentazione diventano quindi parte integrante del tempo speso a bere. Anche i brand più famosi stanno sposando queste tendenze, su tutte la causa vegan, o quanto meno stanno incontrando i gusti e le richieste dei più esigenti. È il caso di Guinnes, che dallo scorso anno ha eliminato dal proprio processo produttivo l’isinglass, un prodotto derivante dalla vescica natatoria dei pesci utilizzato come chiarificante naturale. Parallelamente, il discorso gluten-free sta prendendo sempre più piede: “I millenials fanno molta più attenzione, rispetto alle generazioni precedenti, a quello che mangiano e bevono. Si prendono cura di sè stessi, o almeno del loro corpo, e per questo cercano di fare scelte consapevoli. Anche quando si tratta di alcol”. 

Al di là delle diatribe etiche sulle proprie scelte a tavola, e delle indicazioni precise che i consumatori danno con le loro idee alcool free, pare profilarsi una sola certezza: addio pancetta da birra.

Fonte: Beverage Daily

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1 Commento

  1. Come ha detto qualcuno la birra analcolica è perfetta per accompagnare le polpette di seitan e una vita di merda

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