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Viaggio negli anni ’60, tra cocktails automatizzati e nostalgia del bartender


© Hulton Deutsch

Quanti cocktail bar in Italia e in giro per il mondo hanno preso ispirazione dal fascino retrò di inizio novecento? La Golden Age dei cocktail, il fascino del proibizionismo, l’eleganza degli arredi e la fantasia delle combinazioni…  Eppure c’è stato un momento durante il secolo passato in cui tutto questo aveva quasi stancato, e il mondo voleva guardare avanti, verso il nuovo millennio.

Nei primi anni ’60  sembrava che il futuro fosse dietro l’angolo, e che le macchine avrebbero presto rimpiazzato l’uomo in molti lavori, compreso il bar tender.

Era un epoca di grande modernizzazione, in cui l’ uomo guardava la luna con progetti di conquista, un periodo in cui si immaginava che i robot avrebbero cambiato le vite. In questo periodo ci fu una vera e propria esplosione del numero di vending machine presenti sul suolo americano, disponibili per acquistare i beni di consumo più disparati.

Si poteva comprare un numero sorprendente di articoli inserendo gli spiccioli nelle apposite fessure,  dalla frutta,(sia fresca che in scatola) ,  così come calze di nylon, le patate, gli orologi o zuppa.

E perché no, anche un cocktail. La macchina della foto infatti mescolava whisky, acqua e soda creando un drink sul momento al modico prezzo di 2 scellini e sei pence (oggi circa £5,78 o $7,81). Non solo era legale che servisse alcolici (contrariamente ad oggi), era addirittura programmata per rispettare le leggi locali sui liquori e disponeva di un interruttore orario che la bloccava automaticamente per adeguarsi alle ore di licenza.

Una rivoluzione? A vedere i risultati forse no, visto che la macchina dei cocktail è finita nel dimenticatoio. I motivi di questo declino possono essere molteplici, dal cambio delle leggi ad un minor entusiasmo per le macchinette, ma a noi piace pensare che le mancasse quel calore umano, quella componente di fantasia e talento che solo un vero bartender sa trasmettere. E dopo averla provata una volta, probabilmente gli avventori si saranno ritrovati per commentarla in un vero locale, dove persone, drink e emozioni valgono di più di un efficiente, meccanico e solitario cocktail in piedi.

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