Vinexpo ha affidato all’agenzia Iwsr (International Wine and Spirit Research) uno studio sul consumo mondiale, la produzione e gli scambi internazionali di vini e distillati e sui trende di mercato fino al 2016.Creato nel 1971, il database Iwsr rappresenta la banca dati più vasta, più precisa e più dettagliata del mercato mondiale dei distillati, diventando un punto di riferimento per gli operatori del settore.
Nel particolare, il consumo mondiale di vodka si stabilizza, quelli del rum e dei brandy continuano a svilupparsi. Tra il 2007 ed il 2011, infatti, il consumo mondiale di vodka è diminuito del 4,93%, ma, secondo le previsioni, dovrebbe nuovamente progredire dell’1,56% tra il 2012 ed il 2016. Nel 2011, nel mondo sono state consumate 491,68 milioni di casse di vodka. Parallelamente, il consumo dei brandy (ad eccezione di cognac e armagnac che hanno evidenziato un periodo di consumo quasi stabile tra il 2007 ed il 2011 (-0,92%) e dovrebbero risollevarsi con una crescita del loro consumo mondiale del 12,22% tra il 2012 ed il 2016) ha registrato una crescita del 23,24% e quello del rum è salito del 22,32% tra il 2007 ed il 2011. Per quanto riguarda il fatturato, quello realizzato dalla vendita di distillati a livello mondiale è aumentato del 43% nei 5 anni tra il 2007 ed il 2011 (+32,64% per l’aumento dei volumi consumati nello stesso periodo). L’Asia rappresenta oggi il 48,6% del fatturato realizzato (per il 61,5% dei volumi consumati) ed il fenomeno di “premiumisation” si sta ora sviluppando anche sul mercato cinese
MERCATO DEI DISTILLATI IN ITALIA:
nel 2011, il consumo si è stabilito a 15,75 milioni di casse da 9 litri (cioè 141.750 milioni di litri), segnando un calo del 6,85 % sul 2007, che dovrebbe ulteriormente diminuire del 4,7 % tra il 2012 ed il 2016, secondo le previsioni a 5 anni dello studio Vinexpo. In particolare, il consumo di Vodka è aumentato del 27,51% tra il 2007 ed il 2011 e dovrebbe raggiungere circa un milione di casse consumate nel 2012 (990.000 casse). La sua popolarità in Europa fa sì che lo studio ne preveda un nuovo aumento del consumo tra il 2012 ed il 2016 (+18,25%). Mentre il consumo degli altri distillati dovrebbe diminuire tra il 2012 ed il 2016, eccezion fatta per il Rhum che potrà godere di un rinnovato interesse (+9%).