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Quello dell’Anteprima Romagna Sangiovese è un weekend di pioggia e neve con le vigne coperte dai fiocchi a creare un effetto rallentato e romantico. Il Consorzio dei Vini di Romagna non poteva scegliere momento migliore per festeggiare il suo 50° anniversario dall’ottenimento della DOC.
Perché lo scenario fuori dall’auditorio del Mic di Faenza, Museo Internazionale delle Ceramiche rende bene l’idea della situazione romagnola e del percorso fatto dal Consorzio dall’anno della sua fondazione, il 1962. Un’attività svolta con sapienza: la conoscenza dell’esperienza. Di quale? Lavorare la terra seguendo la tradizione per vivere il quotidiano. La storia ci dice che il primo documento in cui compare il nome Sangiovese è un antico atto notarile del 1672 ritrovato nell’Archivio di Stato di Faenza e che come marchio per rappresentare la storia degli uomini di Romagna è stato scelto il Passatore, Stefano Pelloni, una sorta di “Robin Hood” romagnolo che a metà del XIX secolo era solito girovagare per le terre scatenando il terrore tra i nobili e ricevere ammirazione dalle classi popolari. Ma oggi i numeri sono diversi e l’area conta 8 Cantine Cooperative, 117 vinificatori, 8 imbottigliatori e 5800 aziende vinicole. Di questo imponente gruppo il 17 ed il 18 febbraio hanno sfilato in passerella 49 cantine per un totale di 161 vini in degustazione nelle tipologie di Romagna Alabana, secco e passito, e Romagna Sangiovese. Ma si parlava di un lavoro fatto di esperienza e di tradizione, con volumi produttivi e famiglie coinvolte dell’intero indotto da capogiro. E infatti ancora echeggiano i pensieri e le volontà di questa denominazione di cambiare, per differenziarsi dalla Toscana, e raccontare i profili dell’autenticità del Sangiovese di Romagna. Ad intervenire al seminario: “Romagna e Toscana: Sangiovesi autentici, non identici” sono stati chiamati enologi di fama quali Franco Bernabei, Maurizio Castelli e Vittorio Fiore. Un incontro con i produttori e la stampa voluto per confrontarsi sulle azioni da fare per parlare di questa Romagna, e della sua uva che diventa il lettore di vari territori mappati ancora una volta da Enogea. Qui le MeGa sono già reali ed inserite nel disciplinare dal 2011. E quali sono le azioni da fare per iniziare a parlare del Sangiovese di Romagna?
Per Vittorio Fiore la promozione e la comunicazione sono i primi ambiti su cui muoversi mentre per Maurizio Castelli anche la conformazione geografica e la variabile clima e di come queste incidano nelle produzioni sono elementi utili nel momento in cui si spiegano i vini di Romagna. Infine Franco Bernabei dice di puntare sulla qualità e condivide il ricordo della pubblicazione su Wine Specator a seguito del wine tour fatto in America nel 1983 quando a parlare erano le personalità del territorio e del vino. E se l’etichetta fornisce delle linee guida su quanto si scoprirà all’assaggio è giusto concordare con Vittorio Fiore quando dice che “a fianco del brand contano il territorio, la varietà e la credibilità dell’azienda”. Il mercato è solito apprezzare la storia e la tipicità e a fronte di importanti volumi si potrebbero tralasciare i congressi sugli errati portainnesti e le sbagliate maturazioni fenoliche ma se è la qualità che si cerca, diventa essenziale continuare a migliorarsi. Il lavoro di studio dei suoli iniziato da Alessandro Masnaghetti è stato e continua ad esser approfondito dall’ agronomo Francesco Bordini, consigliere e membro delle commissioni tecniche e valorizzazione del Consorzio I Vini di Romagna dal 2016.
La zona di produzione del Romagna Sangiovese DOC conta una superficie viticola totale di 7000 ettari e 100 cantine all’attivo con il proprio marchio aziendale. La produzione complessiva è di circa 16 milioni di bottiglie annue divise in 5 tipologie di vino: Sangiovese, Sangiovese Superiore e Sangiovese Riserva e due nuove tipologie che vedono la menzione geografica aggiuntiva Sangiovese e Riserva. E il tutto è spalmato in 12 sottozone tra Faenza, Forli e Cesena con l’aggiunta di due nuove stelle nascenti, Imola e Rimini. I vini sono figli di tre macro aree: argille e sabbie bianche a Forli, Faenza, Imola e Serra, argille e calcare se ci avviciniamo al mare e quindi a Cesena e Rimini ed infine la zona appenninica contraddistinta dalle arenarie. In diverse parti non mancano poi le terre rosse sinonimo di pH alto del suolo e spiccate acidità.
È curioso ora unire i tasselli perché ci sono tutti i pennelli per dipingere il percorso di questa zona viticola. Si percepisce una voglia di interrogarsi e di comunicare con nuovi modelli. Sarà la neve, sarà la pioggia ma la “sfida Romagna” mi riporta al dipinto The Umbrella di Renoir. Perché? Superate le differenze di tecniche usate nella parte destra e sinistra, quest’ultima terminata in età più matura, del quadro è il motivo del cambiamento stilistico il tema su cui riflettere. Dopo un periodo di disillusione e di ricerca, l’artista riparte per tornare ad un approccio più accademico e classico. E la Romagna può ora disegnare la propria parte sinistra del cammino senza rivoluzionare o copiare i modelli produttivi confinanti per il mercato continuando invece a proporsi con uno stile classico e rinascimentale che abbiamo ritrovato nelle degustazioni.
I vini piaciuti a Beverfood in questa Anteprima:
Bianchi:
Azienda Agricola Fiorentini – Romagna Albana DOCG Cleonice 2016
Quando si dice “produrre per passione”, non è una frase fatta ma realtà per questa famiglia di medici che da generazioni produce parcellizzando le vigne tra Castrocaro e Predappio. E il naso anticipa tanta materia e volume con gusto bilanciato e saporito a chiamare fiori gialli e zafferano nel finale.
Cantina Bulzaga – Romagna Albana DOCG Coronilla 2015
A Pideura-Brisighella una giovane e piccola realtà spazia dal mondo delle piante a quello del grano. È un vino ricco, potente e di grandissima bevibilità con una frutta gialla matura e granelli di sale ad incorniciare il palato in un gusto sorretto da una viva acidità.
Rossi:
Giovanna Madonia – Romagna Sangiovese DOC Riserva Ombroso 2013
Nel cuore di Romagna nella collina di Montemaggio ci sono14 ettari gestiti artigianalmente. Con una profondità ed una consistenza che rapiscono il palato. Liquirizia, menta, erbe di montagna ed una tessitura finissima quasi impercettibile per la sua delicatezza. E il finale è tutto lasciato al frutto che esplode e sbatte contro un letto acido.
Fattoria Paradiso – Vigna delle Lepri – Romagna Sangiovese DOC Riserva 2012
Una delle cantine più storiche dello Stivale con i pavoni tra i filari gestiti dalla famiglia Pezzi. È stata la prima azienda ad uscire con la versione “Riserva e qui da piante vecchie di 60 anni circa otteniamo una poesia di bacche rosse con cenni di ribes e di violetta avvolti da una nuvola di tabacco. Ampissimo ed elegantissimo si distende al palato lentamente a formare una griglia setosa inquadrata da tannini fini e quasi ferrosi.
Villa Papiano – Romagna Sangiovese DOC Riserva Modigliana I Probi di Papiano 2014
Siamo in vigneti dell’appennino ristrutturati nel 2001 guidati con approccio bio da Francesco Bordini. Equilibrio e finezza di beva straordinari. Rabarbaro, viola e polvere speziata si diramano in un sorso fluido e deciso. Una bellissima delicatezza ed ampiezza che raccoglie fiori e sale di Persia. Una freschezza mai invasiva chiude e pulisce impeccabilmente il palato.
Fattoria Nicolucci – Romagna Sangiovese DOC Superiore Tre Rocche 2016
Una azienda familiare e storica della Predappio alta con il piccolo borgo a 247 metri s.l.m. a fare da sfondo. Naso di incredibile precisione con note di viola, barbabietola e cardo. Il palato è come pizzicato, si stringe e si fa placare dal frutto per poi ripartire compatto. Un dinamismo e ancora una potenza tannica fresca e vibrante. Una bella espressione del suolo.
Conde – Romagna Sangiovese DOC Predappio 2015
La giovane Chiara gestisce con passione gli ettari di famiglia a Predappio esaltando brillantemente il suolo arenario. Un frutto maturo mai stanco è orlato da tannini fitti e finissimi quasi mentolati con il ribes ad arricchire il palato. Netto e lungo, è come un sottobosco affascinante, ripido, freschissimo e roccioso.
Braschi Enoica – Romagna Sangiovese DOC Superiore Il Costone 2015
È prodotto con le migliori uve del cru “Il Costone” della Tenuta del Gelso a Bertinoro. Un vino scintillante e luminoso con frutto maturo e totalmente fuso alla struttura tannica. Sempre elegante, sempre fine con tannini e freschezza a non cedere alla materia ed all’energia del succo nel fin di bocca.
Villa Bagnolo – Romagna Sangiovese DOC Superiore Riserva Bagnolo 2015
È la villa “dei sedici focolari” del contado di Castrocaro gestita dalla famiglia Ballarati.
15 ettari in cui creare un vino di struttura ed equilibrio. Cacao, liquirizia e ribes nero si trasformano in un sorso elegante e di avvolgente accelerazione al palato. Si apprezza per il gusto inconfondibile di Romagna, fresco e scattante.
I Sabbioni – Romagna Sangiovese DOC Riserva I Rifugi 2015
Nomen omen si potrebbe dire. Nelle esclusive terre di Oriolo ricche di sabbia si esprime la parte elegante del Sangiovese. Peonia e mirtilli si trovano in un gusto serico, sapido e denso con ricami tannici e chiudere la beva.
Tenuta Casali – Romagna Sangiovese DOC Superiore Riserva Quartosole 2015
Venti ettari di vigneto suddivisi in diverse tenute gestiti da generazioni con tradizione. Qui nella parte alta del vigneto argilloso Baruccia si raccolgono armonia e densità. Fibra tannica avvolgente e squisitamente immediata che il sorso è continuo e piacevole grazie ad una lieve astringenza nel finale a richiamare un secondo bicchiere.
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