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Vini dealcolati, ok alla produzione anche in Italia con il decreto a firma Lollobrigida


Regalo di Natale a tutti i sostenitori del low alcol, grazie alle disposizioni attuative pubblicate sul sito del ministero dell’Agricoltura, relative al decreto sui vini dealcolati di lunedì 23 dicembre. Cade un tabù importante, si potrà infatti chiamare vino anche una bevanda con un tenore alcolico inferiore agli 8,5 gradi.  Viene quindi superato un vuoto normativo, visto che quello che sino ad oggi non si poteva chiamare vino, potrà essere appellato così anche in Italia, uno dei maggiori produttori al mondo di vino e patria della dieta mediterranea. “E’ possibile – si legge nel decreto firmato dal ministro Francesco Lollobrigida – ridurre parzialmente o totalmente il tenore alcolico dei vini, dei vini spumanti, dei vini spumanti di qualità, dei vini spumanti di qualità di tipo aromatico, dei vini spumanti gassificati, dei vini frizzanti e dei vini frizzanti gassificati”.



 

Non cambierà niente invece per i vini a denominazione certificata, visto che in Italia il processo di dealcolazione, totale e/o parziale, non potrà essere eseguito per le categorie di prodotti vitivinicoli a denominazione di origine protetta (Dop) ed indicazione geografica protetta (Igp). Il decreto ministeriale, secondo quanto precisato dal Masaf, è in corso di registrazione presso gli organi di controllo, quindi non sono in previsioni cambiamenti per il brindisi di questo Capodanno.

A partire dal 2025 si potrà invece brindare con dei calici di vino dealcolato, ovvero a basso o zero grado alcolico, una buona notizia non solo gli astemi, le donne incinte, gli sportivi professionisti, gli autisti e conducenti di mezzi pubblici, le persone di altri credo religioso, chi il vino non lo beveva e per i tanti che stanno sperimentando autoregolamentazioni nel bere a tavola visto anche il nuovo Codice della strada.

In Italia il 36% dei consumatori è interessato a consumare bevande dealcolate, negli Stati Uniti, incubatore di tendenze specie tra i giovani, il mercato Nolo (no e low alcohol) vale già un miliardo di dollari” – sottolineava, durante Vinitaly, il segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti. “Questi prodotti – ha detto l’analista Swg, Riccardo Grassi, sulla base di una indagine di Swg e dell’Osservatorio del vino Uiv-Vinitaly, – interessano prima di tutto un potenziale di un milione di non bevitori di alcolici, oltre a una platea di consumatori di vino o altre bevande (14 milioni) che li ritiene una alternativa di consumo in situazioni specifiche, come mettersi alla guida”.

Soddisfazione anche per la presidente di Federvini Micaela Pallini. “La sigla del decreto sui vini dealcolati e parzialmente dealcolati da parte del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida rappresenta un importante passo avanti per il settore vitivinicolo italiano. Federvini accoglie dunque con favore questo nuovo quadro normativo, che rappresenta una base solida per lo sviluppo dei vini dealcolati, un segmento in espansione capace di attrarre nuovi consumatori e di consolidare la competitività del Made in Italy nel mondo”.

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