L’indagine è stata condotta internamente dall’Associazione Nazionale Città del Vino – rete italiana di 560 Comuni doc – nel periodo compreso tra l’8 e il 12 gennaio 2007 su un campione di 230 enoteche italiane e winebar, selezionati dalle principali guide di settore. Durante le interviste telefoniche è stato chiesto al campione di enotecari di specificare il numero di etichette di vini passiti presenti nel loro locale; la regione più rappresentata nell’offerta di vini passiti; il vino passito più richiesto dal consumatore; il profilo di clientela che consuma vini passiti; il periodo dell’anno in cui si registrano maggiori vendite; la disponibilità a incrementare l’offerta di vini passiti nel corso del 2007.
In media nelle enoteche italiane sono presenti 25 etichette di vini passiti, con una forte rappresentanza della Sicilia rispetto alle altre regioni produttrici. Parla sempre siciliano il vino più richiesto dai consumatori: il Passito di Pantelleria. In generale l’offerta di vini passiti è ampia e ricca di selezioni locali, e molto attenta alle novità delle altre regioni. La Sicilia, che in questi anni ha dimostrato grossi slanci e investimenti nel settore vitivinicolo, è la regione più rappresentata nelle enoteche italiane che vendono vini passiti.
Il vino più richiesto dal consumatore, secondo gli enotecari intervistati, è il Passito di Pantelleria (vino più volte vincitore di Gran Medaglia d’Oro al concorso enologico La Selezione del Sindaco con il Ben Ryé di Donnafugata).
Un altro passito siciliano molto richiesto dal consumatore è la Malvasia delle Lipari. Nessuna risposta da parte degli enotecari ha indicato invece il Moscato di Noto, altro passito della Sicilia. Da ricordare che proprio la Sicilia ha ospitato a fine anni ’90 il “Vinoro”, il primo salone italiano dedicati ai vini passiti, dolci e liquorosi, in programma ogni due anni a Marsala (Trapani).
In generale nell’enoteca e nel winebar italiano dietro alla Sicilia, troviamo una buona presenza di vini del Veneto, Trentino Alto Adige, Toscana e Piemonte. Nelle enoteche delle regioni a maggior vocazione vitivinicola (Sardegna, Val d’Aosta, Piemonte, Toscana, Puglia, Umbria, Veneto e Trentino Alto Adige) oltre ai passiti siciliani sono molto presenti anche i vini passiti locali. Nelle enoteche della Sardegna, ad esempio, il vino passito più richiesto dai consumatori non è quello di Pantelleria, ma il Nasco di Cagliari; in Toscana ha ottenuto molte citazioni il Vin Santo, comunque dopo il Passito di Pantelleria; in Veneto in cima alle preferenze del consumatore ci sono due vini veneti; il Recioto della Valpolicella e il Recioto di Soave; in Piemonte il Moscato Passito è tra i vini più citati dopo il Passito di Pantelleria; in Umbria i più richiesti sono in ordine il Sagrantino di Montefalco, il Passito di Pantelleria, infine il Vin Santo.
Al contrario in Emilia Romagna, che nel 1987 ha ottenuto la prima Docg per un bianco, l’Albana di Romagna, i passiti più richiesti in enoteca provengono da altre regioni.
Sicuramente varia è la clientela che acquista e consuma vini passiti: spesso persone adulte, ma anche moltissimi giovani; spesso conoscitori, ma anche moltissimi curiosi. Il periodo dell’anno in cui si registrano incrementi di vendita è l’ultimo trimestre ottobre-dicembre, con il picco di Natale. A Roma, ad esempio, le vendite di vini passiti sono: più alte nel periodo natalizio per 26 enoteche; più alte nell’intero periodo invernale per 8 enoteche; costanti durante l’anno per 13 enoteche. In Lombardia e a Milano in particolare sono: costanti durante l’anno per 14 enoteche; in crescita in inverno per 9 enoteche; con un picco a Natale per 7 enoteche. In alcune regioni le vendite di passiti sono invece “costanti nell’anno”: in particolare sono costanti in Veneto (10 risposte su 13 enoteche), in Toscana (7 risposte su 13) e in Piemonte (8 risposte su 14), regioni di antica tradizione produttiva.
Nel 2007 ben 64 enoteche su 230 pensano di aumentare l’offerta di vini passiti, perché “c’è domanda in aumento”, “c’è molto interesse da parte dei consumatori”, per migliorare la scelta”, “perché nel 2006 sono stati ottenuti grandi risultati di vendita”, “perché il consumatore è più esigente e istruito”: queste le principali risposte di enotecari e gestori di winebar. Soltanto a Roma crescerà la lista dei passiti in 23 enoteche su 56; a Milano soltanto in 6 enoteche su 31; in Puglia 6 su 14; in Sardegna in 7 su 17; in Veneto solo 2 su 13 perché “si ritengono soddisfatte con i passiti presenti”; in Toscana nessuna per gli stessi motivi.
ANDAMENTO DELLE PRODUZIONI
Da una prima indagine condotta nel 2004 nell’ambito delle ricerche sull’Atlante dei Vini Passiti italiani risultava un aumento delle vendite del 2-3% rispetto agli anni precedenti, una forbice di prezzo tra 5-7 € e 40-50 €, una previsione di stabilità o di leggero aumento nei successivi tre anni. Dai primi risultati di un’altra ricerca di Città del Vino su un campione di consorzi di produzione (Moscato di Scanzo, Torchiato di Fregona, Vini Valtellina, Vini di Romagna, Vini Elba) emergono al contrario segnali di crescita più interessanti.
Secondo il consorzio del Moscato di Scanzo le vendite aumentano al ritmo del 20% l’anno. Anche le stime produttive danno in crescita il Moscato di Scanzo (55 mila bottiglie nel 2005 e circa 80 mila nel 2006). Stabile la produzione di Torchiato di Fregona, ma commercializzazione data in crescita a ritmi del 5% l’anno. E’ di 325 mila bottiglie la produzione 2005 di Sforzato di Valtellina, mentre nel 2006 la stima è di 425 mila bottiglie (circa più 30%).
E’ invece di 559 ettolitri la produzione 2005 di Albana di Romagna passito (pìù 5% nel 2006), mentre la commercializzazione cresce al ritmo del 5% l’anno negli ultimi tre anni. I produttori di Aleatico dell’Elba registrano invece un incremento produttivo dell’80% tra il 2004 e il 2006. L’annata 2006, secondo i consorzi intervistati, sarà ottima, con punte di eccellenza.
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