Oggi Vinitaly sarà al Nasdaq per la cerimonia di chiusura del tempio della finanza mondiale, portando il vino italiano al centro dell’attenzione del più importante mercato per il nostro export enologico. Gli Stati Uniti sono il primo paese di sbocco per i vini italiani con un valore di 800 milioni di euro stimato nel 2010, pari al 27% dell’export totale che dovrebbe raggiungere, secondo le ultime previsioni, i 3,7 miliardi in valore. Vinitaly richiama dunque l’attenzione sull’Italia del vino con un gesto dal valore fortemente simbolico qual è il rito del suono della campana di chiusura delle contrattazioni.
A suonare il “Big Red Botton” alla fine del countdown di chiusura il 24 gennaio, saranno Giovanni Mantovani e Nicola Moscardo, rispettivamente direttore generale e consigliere di amministrazione di Veronafiere, con Marilisa Allegrini (Allegrini) e Cristina Mariani-May (Banfi) per un’iniziativa dai risvolti benefici, che vede coinvolta per la seconda volta l’American Cancer Society. A seguire, infatti, una degustazione promossa da Vinitaly, che devolverà l’intero ricavato a favore delle attività di ricerca contro il cancro intraprese dall’american Cancer Society; nell’ottobre scorso un’iniziativa analoga aveva permesso a Vinitaly di raccogliere oltre 40 mila dollari. L’evento promosso da Vinitaly si inserisce nelle iniziative dell’Italian Wine Week – Vino 2011, in programma dal 23 al 27 gennaio a New York.
Un’occasione per Vinitaly di presentare, nella giornata del 25 gennaio presso il Waldorf Astoria Hotel, il progetto della “Bottiglia celebrativa ufficiale dei 150 anni dell’Unità d’Italia”, nata da un’idea del Presidente di Veronafiere, Ettore Riello, e lanciata durante l’ultima edizione di Vinitaly a Verona nell’ambito della storica visita del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, e subito accolta dal Quirinale con grande entusiasmo ed inserita tra gli eventi maggiormente significativi per l’anno delle celebrazioni. Il progetto prevede la selezione di 40 vitigni per realizzare un vino rosso e uno bianco che siano la summa delle 20 regioni del Belpaese, e che rappresenteranno ufficialmente la ricorrenza della fondazione dello Stato italiano anche all’estero. A parlare della straordinaria varietà enologica di Enotria, Monica Larner, giornalista enogastronomica americana, corrispondente dall’Italia per la rivista Wine Enthusiast, mentre Francesco Talò, console generale d’Italia a New York, traccerà la storia che ha portato alla creazione dello Stato italiano e Giovanni Mantovani, direttore generale della Fiera di Verona, illustrerà il progetto della Bottiglia celebrativa del 150° a cura di Veronafiere-Vinitaly.
“Veronafiere attraverso Vinitaly in the World – spiega Giovanni Mantovani – continua la sua azione di promozione commerciale dell’enologia italiana sui più interessanti mercati del mondo. Lo fa affinando i suoi strumenti e proponendo iniziative nuove, in grado di portare l’Italia e i suoi vini a diventare protagonisti anche della vita sociale dei Paesi che vogliamo raggiungere”. “Il sistema fiere è fondamentale per il business e l’internazionalizzazione dei prodotti agroalimentari del made in Italy – afferma Lucio Mastroberardino, presidente dell’Uiv -. Per l’Unione Italiana Vini e gli operatori del settore vitivinicolo è imprescindibile l’appuntamento di Vinitaly a Verona e l’attività di supporto all’export e alla promozione attraverso gli eventi del Vinitaly in the World. È quindi fondamentale evitare duplicazioni o fraintendimenti con altri eventi, anche dedicati al food, che oltre a diluire le poche risorse, rischiano di confondere ulteriormente il cliente”. “E’ sempre molto positivo fare sistema all’estero con iniziative idonee e ben strutturate al fine di presentare nel modo più opportuno i cambiamenti portati dalla nuova Ocm, con le sinergie possibili tra pubblico e privato, e le peculiarità del vino, dei liquori e dei distillati made in Italy – sottolinea il presidente di Federvini, Lamberto Vallarino Gancia -. In tal senso, gli eventi promossi da Vinitaly, con particolare riguardo alla Bottiglia dell’Unità d’Italia che coinvolge quaranta vitigni delle venti regioni italiane, contribuiscono senza dubbio alla divulgazione delle peculiarità viticole del nostro Paese su uno dei mercati di maggiore importanza per l’export, ma anche estremamente attento e ricettivo verso la tradizione e le novità dell’enologia italiana”
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