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Si chiama Chef all’Inferno l’iniziativa che la cantina Nino Negri sta portando avanti in Valtellina per valorizzare la cucina del territorio, ma forse bisognerebbe rivedere il naming e inserire anche anche un cenno di paradiso, perché davvero si sta volando sulle vette del gusto. Giovedì 24 giugno la seconda puntata di un appuntamento che vuole essere un’occasione di incontro e di confronto tra gli chef, il terroir e le espressioni del territorio. Appuntamento a Ca’ Guicciardi all’interno del fruttaio dove vengono fatte appassire le uve dello Sforzato. Peccato solo per il maltempo, lo staff dei ragazzi diretti dal direttore della Nino Negri Danilo Drocco aveva organizzato tutto a puntino, ma ci sarà l’occasione per rifarsi.
VINO E RISTORAZIONE Lo aveva detto Danilo Drocco, lo scopo dell’iniziativa rientra in un disegno più ampio, quello di sviluppare e consolidare il legame con il settore della ristorazione e dell’ospitalità valtellinese, ben vengano pizzoccheri e sciatt ma la zona può offrire molto di più sfruttando delle grandi potenzialità in chiave culinaria con grandi materie prime. Un assaggio di tutto questo lo hanno sperimentato i commensali di una serata che lascia un piccolo grande segno nel fine dining made in provincia di Sondrio. “L’obiettivo di serate come questo è quello di crescere insieme ai cuochi valtellinesi, che possono avere mano libera per sperimentare la cucina interpretata in chiave gourmet e non solo tradizionale. Abbiamo di fronte dei professionisti che si sono preparati come se dovessero gestire una cena di nozze, peccato solo per il tempo ma ci rifaremo la prossima volta con gli interessi”. Il più valtellinese tra i piemontesi, la vision di Danilo Drocco è quella di un grande wine maker che nel suo passato ha avuto modo di collaborare con grandi nomi del vino come Antinori e Farinetti, che gli hanno insegnato tanto anche sotto il profilo della promozione e del racconto del mondo del vino che ha un alleato importante con i cuochi. Professionisti della ristorazione che si sono preparati per l’evento, una qualità riconosciuta e valorizzata durante la serata con i piatti spiegati direttamente da chi li ha pensati e cucinati. La sala applaude, tra portate mai banali e per nulla scontate.
ANNATE NUOVE E VECCHIE Un pairing tra annate nuove e vecchie della Nino Negri, insieme ai piatti preparati dagli chef. ”Abbiamo voluto fare un giochino mettendo insieme dello stesso vino un’annata giovane con una più evoluta, vedendo nel bicchiere le potenzialità del Nebbiolo delle Alpi che cambia mantenendo la sua eleganza e bevibilità”. E’ un periodo fortunato per il vino valtellinese, che può contare su degli chef che negli ultimi anni stanno alzando l’asticella della qualità. Come nel caso della pattuglia degli chef dell’Alta Valle, una delle zone più vocate dal punto di vista turistico come Livigno e Bormio, che hanno capito l’importanza della collaborazione con le cantine valtellinesi rispondendo presente all’appello lanciato dalla Nino Negri, il gioiellino di proprietà del Gruppo Italiano Vini. Filo conduttore il vino, in mescita alcune delle etichette più conosciute del Valtellina Superiore come il Grumello Sassorosso, l’Inferno Carlo Negri e il Fracia Valgella, intervallati da una Cuvée Negri Carlo Negri, uno spumante metodo classico brut e da un Passito Ispirazione Alpi Retiche Igt, prima di chiudere in bellezza con il fantastico Sfursat 5 Stelle, il vino bandiera della casa che ha aperto i mercati della Nino Negri e della Valtellina del vino in giro per il mondo.
CHEF E QUALITA’ A Chef all’Inferno si è visto cosa può portare una sana e bella competizione, con dei piatti da urlo che hanno incantato i commensali. Si è partiti subito alla grande con lo Chef Luca Galli del Ristorante La Pòsa di Livigno, con un Tataki d’asino in crosta di segale con riduzione d’aceto ai frutti rossi e un Salmerino alpino su sablée di saraceno, resina di larice e spugna d’ortica selvatica. Lo Chef Max Tusetti del Ristorante Al Filò di Bormio ha presentato dei tortelli di grano saraceno, porri e cremoso di patate bruciate, insieme a dei cannelloni di polenta, erborinato di capra d’alpeggio affinato ai frutti di bosco, valorizzando un ingrediente semplice come la patata. Grande interpretazione della carne con il vitello in terra di pane con burro salato al pino mugo e con un lombo di capriolo e amarene di Castello dell’Acqua dello Chef Michele Bormolini del Ristorante Hotel Spòl del Piccolo Tibet. Studio e riscoperta della materia prima, come nel caso del Tronchetto al Grana di Grosio e gelée di lamponi con crumble al cioccolato e Pesc’teda di Chef Andrea Galli della Pasticceria Dolce Passione di Livigno che alla fine ringrazia Drocco a nome di tutti gli chef. “Appena è stato nominato Presidente del Consorzio Tutela Vini di Valtellina ha parlato di ristorazione, ma lo sta facendo con i fatti”. Ricerca anche sul caffè, con uno speciality coffee Nicaragua con estrazione manuale a filtro e infuso di Cascara del Torrefattore Manuel Castellani della Micro Roasetry Kàfe di Livigno. Bravi tutti, dagli chef ai sommelier che hanno gestito alla grande il servizio in maniera impeccabile, tutti dettagli che fanno la differenza. Ora non resta che aspettare la prossima serata per esaltare la ristorazione valtellinese, che punta piano piano ad essere pronta per un target più alto di domanda anche in vista dell’appuntamento olimpico Milano-Cortina 2026.
INFO: Cantina Nino Negri – Gruppo Italiano Vini
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