La nuova istituzione si propone di promuovere e facilitare la diffusione della conoscenza e dell’informazione di temi riguardanti la Dieta mediterranea e il consumo moderato e consapevole di vino, in rapporto ad una corretta alimentazione, alla salute e al benessere della popolazione, salvaguardando e valorizzando la cultura del territorio.
L’Istituto stimolerà ricerca, approfondimento, confronto e partecipazione tra accademici, Istituzioni, settore e professionisti del settore sanitario per educare in modo trasparente i consumatori e fare cultura su vino, alimentazione e salute. Il debutto in società è avvenuto in occasione convegno “Bere mediterraneo. Gli effetti sulla salute di un consumo moderato del vino”, promosso dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio per fare il punto politico e sulla letteratura medico-scientifica dopo le recenti polemiche e il dibattito mediatico seguito alla mancata presa di posizione da parte della Commissione Europea sulla legge irlandese relativa agli health warning in etichetta.
“La metanalisi presentata oggi dimostra come non debbano esistere verità indiscusse di stampo Tolemaico su un tema delicato come quello relativo a vino e salute. La scienza è un metodo per trovare risposte, non dogmi”. Così il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi, ha commentato l’excursus sulle evidenze scientifiche presentato al convegno. Per il presidente dell’associazione “Oggi il vino è anche economia: con 310mila imprese, 670mila ettari vitati, 1,2 milioni di addetti è in grado di generare un fatturato diretto di circa 15 miliardi di euro.
Il vino realizza il 75% del valore delle esportazioni tutte le bevande alcoliche italiane e ha una bilancia commerciale in attivo di circa 7,5 miliardi di euro l’anno, che incide per oltre il 40% del saldo import-export di tutto l’agroalimentare italiano. A questi numeri si aggiunge il beneficio esponenziale in termini di indotto turistico, di personale specializzato, di sostegno socioeconomico in favore di aree rurali svantaggiate, di valorizzazione del bene fondiario e del brand Italia, numeri che presenteremo in occasione della conferenza stampa di Vinitaly, tra circa un mese a Roma”. Un asset che, ha concluso Frescobaldi, è strategico non solo in termini di Pil: “Prima di tutto, il vino è un fattore identitario del nostro Paese. E questo è un valore inestimabile. Se lo dovessimo perdere penso che rinunceremmo a una parte di noi stessi, a una componente fedele della nostra storia e del nostro futuro”.
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