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Una notizia positiva quella che arriva per il comparto del vino italiano da oltreoceano. Ancora una volta il vino italiano è stato graziato dalla scure del presidente Donald Trump e dal nuovo round di dazi imposti dalla disputa commerciale per la vicenda Airbus, una decisione che dall’UIV Unione Italiana Vini è stata commentata come una vittoria grazie all’azione congiunta di settore e istituzioni. A beneficiarne il settore delle vendite che mette a segno un confortante +1,8% registrato dall’export italiano di vino negli USA nel 1° semestre 2020.
“Ancora una volta l’Italia del vino rimane fuori dalla disputa commerciale Airbus- commenta Ernesto Abbona, presidente dell’UIV- Non ci sarà alcun dazio aggiuntivo negli Stati Uniti sui vini del nostro Paese, almeno per questo nuovo round. Nell’esprimere soddisfazione e gratitudine per quanto fatto in Italia e negli Usa a vari livelli dal settore, dall’indotto e dalle istituzioni, riteniamo questo un successo – fondamentale ma purtroppo non definitivo – della diplomazia in un mercato che vale circa un quarto delle nostre esportazioni di vino nel mondo”.
Un’azione combinata tra politica e diplomazia che ha fatto il suo dovere ma non bisogna abbassare la guardia. “Ora confidiamo che l’azione politico-diplomatica combinata che ha visto protagonisti, tra gli altri, il sottosegretario agli Esteri, Ivan Scalfarotto, e l’Ambasciatore italiano a Washington, Armando Varricchio, e oltre 27mila commenti anti-dazi pervenuti dai Paesi interessati agli uffici del Commercio americano, si concentri sull’indagine Usa relativa alla cosiddetta digital tax approvata l’anno scorso dal Governo italiano- ha continuato Abbona- L’obiettivo è scongiurare ancora una volta una ritorsione commerciale che si rivelerebbe perdente per l’Italia, l’Europa e gli Stati Uniti. Per questo servirà intensificare il dialogo incoraggiando, anche in sede europea e internazionale, un percorso di cooperazione con gli Stati Uniti sui due fronti aperti. Dobbiamo assolutamente evitare che il vino possa divenire nuovamente bersaglio di dispute alle quali è completamente estraneo”.
Gli USA rappresentano il primo buyer di vino al mondo e l’Italia è tornata a essere il primo Paese fornitore, con un valore delle vendite nel primo semestre di quest’anno fissato a quasi 1 miliardo di dollari, in crescita sia a volume (+2,9%) che a valore (+1,8%) sul pari periodo 2019, secondo le elaborazioni su base dogane dell’Osservatorio del Vino di UIV,. Dazi che colpiscono la Francia, il principale competitor oltreoceano, nello stesso periodo ha registrato una perdita a valore del 25,3%; anche la Spagna ha pagato dazio alle ritorsioni commerciali accusando un -12,3%. Tra i vini made in Italy, il cui risultato è ancor più significativo se si considera anche il calo complessivo delle importazioni di vino negli Usa (-10%, a 2,8 miliardi di dollari), gli spumanti (+4,7%) fanno meglio a valore rispetto ai fermi imbottigliati (+1,3%), che rimangono la tipologia più venduta con un controvalore di 742 milioni di dollari. In forte difficoltà invece i fermi imbottigliati francesi che, vittime dei dazi aggiuntivi, chiudono il semestre a -37%.
INFO www.unioneitalianavini.it/
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