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Giornata speciale per il mondo del vino italiano, protagonista dell’udienza con il Santo Padre Francesco nel Palazzo Apostolico Vaticano, nel corso del Convegno organizzato da Vinitaly sul tema “L’economia di Francesco e il mondo del vino italiano”. Un centinaio i partecipanti della delegazione guidata dal Vescovo di Verona Domenico Pompili, dai vertici di Veronafiere-Vinitaly, dal presidente Federico Bricolo e dall’amministratore delegato Maurizio Danese, con la presenza del sindaco di Verona Damiano Tommasi, il presidente dell’Uiv Lamberto Frescobaldi  e di Federvino Micaela Pallini, oltre a 100 produttori vinicoli e rappresentanti delle associazioni di settore.

“Per numero di aziende coinvolte, qualità di produzione e impatto occupazionale, la vostra è certamente una realtà significativa, sia sulla scena vinicola italiana che internazionale, ed è dunque bene che vi ritroviate a riflettere insieme sugli aspetti etici e sulle responsabilità morali che tutto ciò comporta, e che in questo traiate ispirazione dal Poverello di Assisi”- ha letto il Santo Padre nel suo messaggio-Le linee fondamentali su cui avete scelto di muovervi, attenzione all’ambiente, al lavoro e a sane abitudini di consumo, indicano un atteggiamento incentrato sul rispetto, a vari livelli. E il rispetto, nel vostro lavoro, è certamente fondamentale: per un prodotto di qualità, infatti, non basta l’applicazione di tecniche industriali e di logiche commerciali; la terra, la vite, i processi di coltivazione, fermentazione e stagionatura richiedono costanza, richiedono attenzione e richiedono pazienza”.

Papa Francesco con il presidente di Veronafiere Federico Bricolo@Vatican Media

Nel messaggio di Papa Bergoglio, anche i riferimenti alla Sacra Scrittura, alla figura dell’agricoltore che aspetta con costanza il prezioso frutto della terra finché abbia ricevuto le prime e le ultime piogge, oltre a un passaggio nell’ultima immagine di Gesù che lascia ai suoi discepoli, del Padre come di un agricoltore, che si prende cura della vite, potandola e facendo così in modo che porti buon frutto. Rispetto, costanza, capacità di potare per portare frutto, sono messaggi preziosi per l’anima, che ben si apprendono dai ritmi della natura, dai vitigni e dalla lavorazione. Essa comporta un’infinità di competenze, solo in parte trasmissibili in modo tecnico, “scolastico”, spesso invece legate alla condivisione di una sapienza pratica, di vita, a un’esperienza specifica da acquisire sul campo, in modo tanto più proficuo, quanto più ci si lascia coinvolgere dalla dimensione umana di ciò che si fa.

“Il vino, la terra, l’abilità agricola e l’attività imprenditoriale sono doni di Dio, ma non dimentichiamo che il Creatore li ha affidati a noi, alla nostra sensibilità e alla nostra onestà, perché ne facciamo, come dice la Scrittura, una vera fonte di gioia per «il cuore dell’uomo» e di ogni uomo, non solo di quelli che hanno più possibilità. Grazie allora per aver scelto di ispirare la vostra attività a sentimenti di concordia, aiuto ai più deboli e rispetto per il creato, sull’esempio di Francesco di Assisi. In lui vi benedico e vi auguro, nel suo stile, “pace e bene”.

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