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Ci sono dei luoghi del cuore. Posti che visiti una volta e ti innamori. Per me Polignano a Mare è stato amore a prima vista, come per le migliaia di turisti che ogni anno prendono d’assalto lo splendido paese della Puglia che ha dato i natali a Domenico Modugno, mister Volare. Ma c’è di più, Polignano a Mare da qualche anno è diventata anche una meta del vino naturale, anzi del “Vino Possibile”.
Rassegna inserita all’interno del Festival di letteratura “Libro Possibile”, che ha radunato nella cittadina pugliese scrittori di fama con oltre 100.000 presenze in quattro giorni. Ma anche con il vino non si è affatto scherzato, il Vino Possibile ha visto il meglio della Puglia al naturale. “Credo che la nostra sia una regione dove non mancano le possibilità sul vino, in particolare sul vino naturale – spiega Gerardo Leone, a capo dell’organizzazione della rassegna – La Puglia è la terza regione d’Italia per superficie dedicata al biologico in agricoltura. Quando abbiamo iniziato questa avventura con i Vino Possibile ci siamo chiesti se c’era spazio anche per un evento dedicato al vino naturale. La risposta è si, terra e agricoltura sono il futuro di questa regione, abbiamo voluto radunare al Vino Possibile una selezione tra i migliori vignaioli naturali pugliesi, insieme a cantine famose provenienti da fuori come Movia e Radikon, per far capire al consumatore che si può bere bene con la filosofia al naturale”. La piazzetta di San Benedetto ha animato il Vino Possibile venerdi 7 e sabato 8 luglio. Qui niente libri, ma pagine di agricoltura sostenibile scritte direttamente dai protagonisti. Una Puglia del vino naturale che sta crescendo passo dopo passo, complice anche un livello di ristorazione che sta affiancando una proposta di etichette locali con una valorizzazione dei vitigni autoctoni insieme a una reinterpretazione dei vitigni internazionali. Bari pare essere la piazza più dinamica della Regione, ma andando sia verso nord che anche scendendo nel Brindisino e nel Salento ci sono produttori da segnare sul taccuino.
MOSCATELLO SELVATICO – L’ARCHETIPO
Portabandiera della Tripla A in Puglia, l’Archetipo è una realtà molto interessante posizionata a Castellaneta, a pochi passi da Gioia del Colle nel cuore delle Murgia Barese. Una bella selezione di etichette a base di autoctoni, abbiamo assaggiato un Moscatello Selvatico Rosato Dolce IGP Salento Millesimato, vinificato in purezza. Terreno argilloso e sabbioso, un ettaro coltivato a Moscatello Selvatico condotto con i criteri dell’agricoltura sinergica, una situazione di equilibrio dopo vent’anni di agricoltura biologica e cinque anni di agricoltura biodinamica. Vigneto a controspalliera libera, in onore di Rudolf Steiner, uno dei padri della biodinamica. Vinificato con metodo Charmat lungo, residuo zuccherino interessante, adatto sia per concludere un pasto ma anche per accompagnare a tutto pasto le pietanze locali.
TERRA RARA – VALENTINA PASSALACQUA
È raro trovare vini di Valentina Passalacqua che non convincono. Così come è difficile fare delle bollicine con personalità in Puglia. Con Terra Rara Valentina Passalacqua è riuscita a interpretare la versatilità e la spumantizzazione di un vitigno che si presta molto, con il Bombino Spumante Brut Nature IGP Puglia. Ci troviamo nel Parco Nazionale del Gargano, vigneti a 180 metri sul livello del mare, allevamento a pergola garganica e nuovi impianti ad alberello. Bollicina fine ed elegante, giallo lucente, in grado di accompagnare alla grande antipasti di mare a base di crostacei.
TIPPI – IGP SALENTO ROSATO TENUTA MACCHIAROLA
Quando ho iniziato a pensare di fare un rosè colfondo per confrontarmi ho chiamato gli amici del Veneto, dove questo vino ottenuto con una particolare rifermentazione lo fanno da anni. Così è nato Tippi, il primo Primitivo rosato colfondo. A spiegarcelo è Nico Mangione di Tenuta Macchiarola, realtà vinicola situata a Lizzano nel tarantino, produce anche una bella Verdeca e la gamma dei rossi, ma a impressionarci maggiormente è stato questo colfondo made in Puglia. Freschezza e bevibilità da farsi assaporar in una delle calde sere estive pugliesi.
SALENTO NEGRAMARO IGT ANNE – NATALINO DEL PRETE
Quando parliamo di Natalino del Prete siamo di fronte a uno dei padrini della viticoltura biologica in Puglia. Siamo a San Donaci, territorio brindisino, terra di grandi vitigni rossi come Aleatico, Primitivo, Negramaro e Malvasia Nera. Qui dal 1994 Natalino del Prete ha gettato le basi per la sua viticoltura fondata sulla sostenibilità. Risultato in bottiglia dei vini rossi eleganti e delicati, come il Negramaro IGT Anne del 2015, in grado di supportare le pietanza tipiche come le bombette di carne pugliesi, ma anche altri piatti extra regionali. La via di questi vini infatti per la maggior parte rappresenta l’estero, circa l’80% della produzione, mentre in Italia la distribuzione è affidata nelle mani di Arkè, distributore naturale che fa riferimento alla famiglia di Angiolino Maule, un altro monumento dei vini naturali.
SKIETTO – PANTUN
Ci troviamo al banco di Vineria Est, che a Bari fa scoprire questi vini naturali. Nel caso di Pantun siamo a Mottola nel tarantino, su una collina con terreni argillosi e inserti calcarei. Tre ettari di produzione vocata al Primitivo. Lo Skietto è frutto di una vendemmia precoce, in bocca si può sentire il frutto del Primitivo, la freschezza di vigne con una quindicina di anni, reinterpretata al naturale. Botte grande senza solfiti aggiunti, ideale per un inizio serata.
SPEZIALE – TRULLO DI PEZZA
Una cantina Trullo di Pezza che si sta facendo conoscere non solo per la bontà dei propri vini, ma anche per il fatto di aver inaugurato un Wine Resort, Vinila, dove lasciarsi coccolare da questi vini e da pietanza prelibate. A Polignano abbiamo assaggiato Speziale, un Rosato Salento IGP 100% Negramaro. Sistema di allevamento a spalliera, raccolta manuale, vinificazione a temperatura controllata con un breve contatto pellicolare. Solo acciaio per un colore rosa corallo che al naso richiama fragoline di bosco, in bocca la struttura consente di abbinarlo anche a tutto pasto. Uno dei vini con cui brindare all’estate in Puglia in questo 2017.
TROSÈ – CANTINE LOSITO
Se pensi al Gargano nel mondo del vino pensi al Nero di Troia, uvaggio a base di grandi rossi ma declinato anche in versione rosato spumante. Questo il Trosè, un IGP di Puglia, il nome deriva proprio da Nero di Troia e Rosè. Poco contatto con le bucce, beva piacevole e sapidità. Un produttore biologico, la famiglia Losito da tre generazioni produce vino, in cantina scalpitano le nuove leve. È quasi più facile assaggiare questi vini in Germania rispetto all’Italia, visto che anche in questo caso più del’80% della produzione va all’estero, con in testa proprio i tedeschi nella classifica degli estimatori di questi vini.
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