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In base all’ultima riforma comunitaria del vino, dal 1° agosto è possibile vendere ed acquistare in Europa il vino dealcolato, con eliminazione dell’alcol naturalmente contenuto attraverso pratiche enologiche industriali. La Coldiretti sottolinea con forza che si tratta dell’ultimo effetto di una deriva europea che ha già portato alle autorizzazioni per lo zuccheraggio del vino nei Paesi del nord Europa per innalzare il grado alcolico, al via libera all’invecchiamento artificiale del vino con l’utilizzazione di pezzi di legno al posto della tradizionale maturazione in botti di legno e alla possibilità di produrre vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva.


Vengono legalizzate tecniche che – sostiene la Coldiretti – consentono di chiamare con lo stesso nome prodotti profondamente diversi con un inganno nei confronti del consumatori e degli imprenditori, come quelli italiani, che sono impegnati nel garantire la qualità delle proprie produzioni. L’avvento di queste nuove pratiche enologiche rischia di trasformare sempre più il vino da prodotto naturale ad industriale che nasce nelle cantine invece che nei vigneti.
La disastrosa riforma comunitaria del mercato del vino – denuncia con forza la Coldiretti- introduce cambiamenti importanti come quelli che regoleranno numerosi aspetti della vitivinicoltura europea e che vanno dall’etichettatura e presentazione dei vini, al nuovo sistema di protezione che porterà anche per il vino ad avere Dop e Igp, dalla tutela delle menzioni tradizionali alle pratiche enologiche. Non sono pochi – rileva la Coldiretti – i problemi posti da un cambiamento epocale.
Le nuove regole per i vini Dop/Igp e la nascita della nuova categoria dei vini varietali senza legame con il territorio di produzione (varietali da tavola), ha scatenato una corsa contro il tempo per modificare o riconoscere nuove denominazioni. Allo stesso modo l’entrata in vigore del nuovo sistema di certificazione e verifica del rispetto del disciplinare ha finalmente chiarito – afferma la Coldiretti – che i Consorzi di tutela non sono soggetti idonei per i controlli e questi devono essere affidati già dal primo agosto o a uno o più soggetti pubblici o ad organismi di certificazione.

GLI INGANNI SUL VINO PERMESSI DALL’EUROPA, SECONDO LA DENUNCIA DELLA COLDIRETTI

A-Il vino con l’aggiunta dello zucchero – E’ una pratica, utilizzata nei paesi del Nord Europa, che permette di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero. Lo zuccheraggio è sempre stato vietato nei paesi del Mediterraneo e in Italia, che ha combattuto una battaglia per impedire un “trucco di cantina” e per affermare definitivamente la definizione di vino quale prodotto interamente ottenuto dall’uva.
B-Il vino che si invecchia con i trucioli – E’ stato dato il via libera all’invecchiamento artificiale del vino con segatura di legno (i cosiddetti trucioli) al posto delle tradizionali botti senza che ciò debba essere indicato chiaramente in etichetta.
C-Il vino ottenuto dalla frutta invece che dall’uva – La riforma ha dato il via libera al vino “senza uva” ovvero ottenuto dalla fermentazione di frutta, dai lamponi al ribes. Una pratica enologica che altera la natura stesso del vino che storicamente e tradizionalmente è solo quello interamente ottenuto dall’uva.
D-Vino dealcolato: – dal primo agosto, per effetto dell’entrata in vigore della riforma di mercato del vino a livello comunitario, viene dato il via libera al commercio di un prodotto, al quale viene permesso ancora di chiamarsi vino, anche se sono state del tutto compromesse le caratteristiche di naturalità per effetto di trattamento invasivo che interviene nel secolare processo di trasformazione dell’uva in mosto e quindi in vino.
+info: www.coldiretti,it

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