Il panorama della vodka italiana si è recentemente arricchito di un nuovo interessante prodotto: Vodka Cabiria. Una “vodka gastronomica”, che sprigiona quindi un sapore ben preciso allontanandosi dal trend che spesso unisce alla vodka la mancanza di un particolare gusto o di una determinata personalità.
Su Vodka Cabiria c’è però una firma a dir poco importante nel settore dei distillati, quella Distilleria Schiavo che da oltre un secolo è specializzata nella produzione di spirits di qualità. Nella sua Costabissara, in provincia di Vicenza, Marco Schiavo ha deciso di omaggiare la tradizione italiana – il nome riprende il più famoso film italiano del cinema di inizio ‘900 e la pellicola che 40 anni dopo ha consacrato il regista riminese Federico Fellini – creando la sua prima vodka premium. Quinta generazione alla guida del brand di famiglia, il Master Distiller veneto è voluto tornare all’essenza del distillato, (ri)presentando la versione più autentica di un prodotto nobile che negli anni è stato protagonista di processi produttivi divenuti industrializzati.
Non è affatto casuale, del resto, la scelta di legarsi nella narrazione e nella rappresentazione agli anni ’80, esattamente il periodo d’oro della vodka non solo a livello bar: “La nostra volontà – ci ha raccontato proprio Marco Schiavo – è andare controcorrente rispetto alle mode del momento per restituire a un prodotto nobile come la vodka il suo splendore degli anni ‘80″.
Come si produce
Vodka Cabiria nasce dalla tripla distillazione lenta di grani teneri italiani di eccellente qualità, ai quali si aggiunge acqua del territorio vicentino per mantenere sempre ben saldo il legame col territorio (come avviene in tutti gli altri prodotti di Distilleria Schiavo). Tra i suoi componenti, l’utilizzo del filtro a carta micron esalta il sapore gentile e aromatico del prodotto, contribuendo alla sostenibilità ambientale. La botanica che la rende speciale è invece la nigella sativa, pianta utilizzata già nell’antichità che vanta proprietà emollienti, nutritive e lenitive, andando ad apportare anche un lieve aroma e dei sentori erbacei in fase di degustazione. Una botanica talmente centrale da essere richiamata persino nell’etichetta della vodka, caratterizzata da due pantere e foglie della foresta, luogo tipico in cui è possibile trovare appunto la nigella sativa.
Come degustarla in miscelazione
Con la collaborazione del bartender Giacomo Diamante, Vodka Cabiria ha realizzato una serie di drink pensati proprio per dimostrare al mondo del bar che anche un cocktail base vodka può avere una sua avvolgente intensità aromatica: dal “Sottobomba” (Vodka Cabiria, Gelsomino e Bitter bianco), l’”Apple Martini” (Vodka Cabiria, Roasted Granny Smith e profumo della nonna), il cremoso “Peppino’s Coffee” (Vodka Cabiria, Cold brew coffee e alloro). E ancora, il classico veneto rivisitato “Sgroppino” (Vodka Cabiria, bollicine magiche e gelato al limone), il coinvolgente Cabiriatini (Vodka Cabiria e Barraco Dry), il verde “Maciste Smash” (Vodka Cabiria, foglie di curry e yuzu sake), il nostalgico “Acqua di Pantera” (Vodka Cabiria, ginger ale e Sherry) o il dissetante “Cabiria Brillante” (Vodka Cabiria e acqua tonica).
Come degustarla a tavola
Ricordate quando abbiamo definito Vodka Cabiria una “vodka gastronomica”? Non è stato certo un azzardo, perché questo distillato ben si sposa anche con la cucina, rigorosamente anni ’80. L’abbiamo appurato noi stessi alla cena di presentazione organizzata nel nuovo forno, ristorante e pizzeria fiorentino “Forneria”, che è riuscito a plasmare il nuovo prodotto di Distilleria Schiavo in differenti forme all’interno di un delizioso food&cocktail pairing. Partendo dal tradizionalissimo Cocktail di gamberetti in salsa rosa, abbinato a un “French 75 twist vodka”, abbiamo proseguito con Pennette alla vodka e “Bloody Mary” e con Manzo alla Stroganoff e “Vodka Martini”, chiudendo infine con Profitterol al cioccolato ed “Espresso Martini”. Perché non tutte le vodka devono essere solamente una mera tela bianca su cui disegnare.