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Sulle orme della Vodka VKA ecco J. Berry, un gin “decisamente toscano” studiato e creato dallo chef Luca Pecorini per Futa S.r.l., in collaborazione con Paolo Gargano per Fine Spirits.

La base di J. Berry Gin, distribuito in Italia da Fine Spirits, è proprio lo stesso tipo di alcol che costituisce lo scheletro portante di VKA, quindi toscano, biologico e da grani teneri quali il Verna, il Bolero e il Sieve soltanto per citarne alcuni. “Su questo scranno ideale e di comprovata qualità abbiamo voluto creare un Gin Dry decisamente toscano”, ci racconta lo stesso Luca Pecorini per Beverfood.com. Le botaniche, tutte provenienti dalla suddetta regione, partono ovviamente dal ginepro, che viene raccolto in rotazione triennale nel periodo che va da febbraio a marzo e solamente quando il bagaglio polifenolico, quindi la “maturazione”, è in perfetto equilibrio naturale e capace di conferire un aroma e un sapore solido ma avulso da eccessiva resinosità.

Luca Pecorini

A questa prima logica botanica se ne sovrappone un’ulteriore, l’elicriso: quest’ultimo viene raccolto, come il ginepro, nel comprensorio chiantigiano senese, con cadenza annuale e più precisamente nel periodo che va da settembre a ottobre. “L’obiettivo? Trarre sia dal fusto che dalle gialle infiorescenze un certo, desiderato, equilibrio aromatico/gustativo che ricorda in eleganza e in moderata persistenza la minerale liquirizia, eludendone la sensazione terroso/ferrosa troppo persistente, a nostro modesto avviso. Questa seconda botanica spinge la naturale salivazione a soglie tali da rendere concreta la metaforica acquolina in bocca e sospingerci a un rinnovato sorso”, ci spiega ancora Pecorini. L’arancio amaro, nell’accezione della pelle esterna e accuratamente privata dall’eburneo (il bianco strato, eccessivamente amaricante, posto tra il frutto vero e proprio e l’arancione cuticola) è infine la terza e ultima botanica.

“Se il ginepro risulta giustamente trainante al pari di una coppia di neri destrieri, se l’elicriso ci mette in carrozza, l’agrumato dell’amaro arancio di Maremma non è che forte briglia per condurre il sorso dal palato al cuore. Cuore di chiara toscanità!”. J. Berry Gin viene proposto in bottiglia da un litro e, già al primo approccio, facilmente si evince la sua facile declinazione: il cocktail. “Ma un calice fresco, non freddo, in accompagnamento alla nostra bistecca alla fiorentina – chiosa il nostro interlocutore – ravviva senza alcun dubbio la succulenza del boccone”. 

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