Tempo e vino. Due parole e due concetti, di infinitesimale fascino, in grado come pochi di far parlare di sé. Il legame che li tiene uniti lo scopriamo attraverso la rappresentazione artistica, ad esempio, sia essa orale o scritta, sotto forma di un’opera astratta o impressionista. Ciò che conta è l’arte dell’attesa, il valore di questo tempo che diventa una tradizione, un’usanza, un modello. Un mito. E cosa ci fanno due grandi sedie in legno nel cortile dell’antico Castello Malabaila di Canale, nel cuore del Roero? Sono la rappresentazione di questo tempo. A Picasso venne chiesto: “Cosa serve per capire i suoi quadri?” La risposta fu appunto: “Una sedia!”. Solo con la pazienza e la calma, dedicando il giusto tempo si potranno apprezzare e conoscere il valore di un’opera d’arte. E di un vino. Questo è lo spirito con cui nasce il progetto Giorni Divini di Simona Rossotti. Esplicato nell’evento dell’Associazione Winexperience il 18 e il 19 maggio che ha visto ben 74 produttori del Piemonte proporre le proprie rappresentazioni del territorio piemontese.
Nel dibattito più atteso, sul tempo, con il miglior Sommelier del Mondo 2010 Luca Gardini, il comico Flavio Oreglio da Zelig, Gianni Fabrizio giornalista enogastronomino del Gambero Rosso, Matteo Ascheri (Presidente del Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani), Mauro Carbone (Direttore Ente Turismo Alba Bra Langhe Roero), Alessandro Rivetto (Presidente di Winexperience), e Massimo Rattalino (vicepresidente Winexperience), ci sono stati molti spunti di riflessione sulla comunicazione, sempre più veloce e dinamica, del vino. Su tutti, condivido ed appoggio il pensiero che la value e la percezione del lavoro celato dietro alla produzione di vino, sia Barolo, Barbaresco, Roero, Dolcetto, Nascetta o Alta Langa non si possono esaurire in un post o in una stories sui social network ma si devono costruire, sfruttando sì questi strumenti, passando dal turismo.
Dall’esperienza in un luogo, motore dell’economia del mondo, si mostrano le risorse di un territorio e le sue eccellenze: i motivi del viaggio. Come piatti tipici scelti in un bistrot o in un agriturismo abbinati a un calice di vino. Con quest’ultimo a diventare un souvenir gourmet imbottigliato tout court o un ricordo tattile della memoria poi scritto e condiviso nelle bacheche. Da chiunque però. Perché oltre i bravi ragazzi di Cantina Social, influencer e validi portatori di messaggi di wine experience, chi vive un’esperienza diventa un user content che fa crescere un territorio. Da far vivere virtualmente anche con occhiali smart che, sfruttando la realtà aumentata, ti catapultano in una vigna o in una piazza. Con l’obiettivo finale, per tutti, rivolto a stimolare il desiderio di viaggiare. E materializzare con reddito queste attività di racconto sui social o a cura della carta stampata.
E dopo i tanti pensieri raccolti c’è stato il tempo di scoprire quasi trecento etichette con sottofondo musicale e prelibatezze culinarie del Piemonte tutto.
Un bell’evento in una location strepitosa, per la sua storia, che mi auguro possa essere il primo di molti ed itineranti, così da coinvolgere ancora più pubblico di winelover e di escursionisti.
Per vivere una Wine Experience nelle Langhe Ilenia Colucci di Wine More Time vi aspetta nello show room nel cuore di Alba.
+info: www.winexperience.wine