I dieci personaggi più influenti del vino italiano. Chi c’è in testa? Quale new entry? In testa quest’ anno una conferma: c’è ancora Riccardo Cotarella, il wine maker più famoso d’Italia, il presidente di Assoenologi e degli enologi di tutto il mondo, il consulente di tanti produttori Vip, uno dei trait d’union tra le istituzioni e gli imprenditori del vino, ora più che mai ossessionato dalla ricerca e dai traguardi a cui possiamo approdare grazie a scienza e conoscenza.
Al secondo posto c’è Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole (era quarto l’anno scorso). L’esponente del governo Renzi, dopo due anni, ha ormai consolidato competenze e capacità di tenere le fila. L’impressione molto forte è che sempre più spesso l’ultima parola sulle questioni del vino sia la sua. E anche in questo Vinitaly farà sentire il suo peso. Al terzo posto (secondo nel 2015) c’è il marchese Piero Antinori. Che prosegue la sua tranquilla navigazione sulla plancia di comando dell’azienda vitivinicola che produce più redditività in Italia. Vi rimandiamo al suo profilo sul magazine. Il quarto posto (terzo nel 2015) è di Angelo Gaja, sempre effervescente e sul pezzo. Produce vino in quelle Langhe che lo riempiono di orgoglio e si preoccupa dei cambiamenti climatici, viaggia molto, se parla incanta appassionati ed addetti ai lavori, una sua parola pesa molto. E continua ad andare controcorrente su molte scelte senza ripensamenti. Sono in pochi a poterlo fare.
Il quinto posto (senza cambiamenti rispetto allo scorso anno) è di Paolo De Castro. Parlamentare europeo di lungo corso. Quasi un guardiano a salvaguardia del vino italiano nei nebbiosi palazzi di Bruxelles. Il sesto posto (sale di una posizione) è di Giovanni Mantovani. Indubbia la figura del direttore generale di Veronafiere nel rendere il Vinitaly la vetrina più importante per il vino italiano nel mondo. Il settimo posto è di Sandro Boscaini, il patron di Masi, azienda ora quotata in Borsa tra le più importanti, ma anche presidente di Federvini il cui ruolo non passa inosservato in molte decisioni sul vino. L’ottavo posto è di Attilio Scienza. Sale di due posizioni. Sbaglia chi pensa che questo docente universitario abbia esaurito le cose da dire o da fare. Infaticabile e determinato continua a sfornare lavori di ricerca, spesso indispensabili per guardare con fiducia al futuro. Il nono posto è ancora di Riccardo Ricci Cubastro, presidente di Federdoc che fino a pochi mesi fa ha governato, attraverso l’Efow, anche la questione dei domini sulla rete che volevano appropriarsi delle parole del vino. Il suo é stato un lavoro importante.
Il decimo posto è una new entry. Carlin Petrini, il fondatore di Slow Food. Più sembra distante dal vino, più invece determina scelte e correnti di pensiero legate al vino. Dal commento all’enciclica papale per Famiglia Cristiana fino alle sue prese di posizione per aiutare un’agricoltura più sostenibile e dal volto umano c’è così tanta roba che influenza anche il mondo del vino. E poi metteteci pure la sua ormai conclamata amicizia con Papa Francesco. E capirete che non è poco. Scala quattro posti rispetto al 2015 ed entra nella top ten. Per la classifica completa basterà leggere e sfogliare il magazine cronache di gusto nei giorni del Vinitaly.
Fonte: www.cronachedigusto.it/component/content/article/18857-2016-04-08-07-47-42.html