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Si è tenuta la prima edizione del World Amaro Day, la manifestazione dedicata al mondo dell’amaro che unisce tradizione, innovazione e cultura. Un evento unico, ospitato negli spazi di Essenza Lucano – il museo aziendale di Lucano 1894 – che ha riunito produttori, esperti del settore e appassionati per celebrare e promuovere l’amaro come simbolo del gusto e del patrimonio italiano.

Dati Nielsen: Crescita e Trasformazione del Mercato degli Amari

La giornata è stata arricchita da un intervento di Nielsen, che ha offerto uno sguardo approfondito sul mercato degli amari, evidenziando i cambiamenti nel comportamento dei consumatori e la crescente popolarità di questo prodotto nel mondo della mixology. L’analisi ha rivelato come l’amaro sia apprezzato sia nella sua forma tradizionale, sia come ingrediente di cocktail di tendenza, con un consumo che si estende anche a un pubblico giovane e internazionale.

I dati Nielsen relativi al mercato degli amari vedono consumi sostanzialmente stabili, a dispetto dell’inflazione, e un giro d’affari che si aggira sui 215milioni di euro (per amari, chine e fernet, dati comprensivi delle vendite in gdo).

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Gli amari, in generale, registrano un aumento specialmente del consumo nel fuoricasa. Sono le generazioni adulte quelle tra le quali il consumo è più accentuato (la fascia privilegiata è quella fra i 45 e 54 anni), ma il traino del bere miscelato sta aprendo nuove opportunità anche nella fascia più giovane di consumatori. “Le generazioni adulte – afferma la ricerca – sono quelle tra le quali il consumo è più accentuato. Il luogo di consumo nel corso degli anni si sposta via via anche sul fuori casa, guidato dalle generazioni più giovani”.

L’identikit del bevitore di amaro vede un consumatore moderato (61%), dai gusti classici (60%), che ama degustare il suo drink (45%). “Aumenta – dice la ricerca – la componente esperienziale, relazionale ed edonista del bere”. E il 48% degli intervistati afferma di essere disposto a pagare di più per un prodotto di qualità. E un consumatore su tre afferma di bere amari sia in casa che fuori (con un +9% di questa risposta rispetto a 10 anni fa). Quanto alle motivazioni che portano alla scelta di un’etichetta piuttosto che un’altra, lo studio nota che “pur restando rilevanti fattori tradizionali come gusto e reputazione nella scelta del brand, è possibile attrarre un pubblico più ampio evidenziando fattori come sostenibilità e credenziali etiche nelle campagne pubblicitarie”. Il sapore è infatti il primo driver dei consumi (42%), ma perde terreno, a vantaggio di indicatori come lo storytelling e la territorialità.

L’Amaro tra Identità e Innovazione: Nuovi Scenari e Opportunità

Una delle sessioni più coinvolgenti della giornata ha riguardato la discussione sui percorsi di innovazione che stanno trasformando il mondo dell’amaro. Dai formati sperimentali per la mixology alla scelta di ingredienti biologici e locali, si è parlato di come le aziende stiano adattando l’amaro alle nuove tendenze (per esempio, il trend in crescita dei prodotti a basso contenuto alcolico), senza però rinunciare alla fedeltà alle proprie radici.

I partecipanti, tra cui esperti di erboristeria e produttori artigianali, hanno condiviso idee su come reinterpretare e preservare la storia dell’amaro, creando un equilibrio tra innovazione e rispetto per la tradizione. Il World Amaro Day non ha solo celebrato l’amaro come prodotto italiano, ma ha anche sottolineato l’importanza della sostenibilità e del coinvolgimento delle comunità locali.

Molti produttori hanno condiviso le loro iniziative per la riduzione dell’impatto ambientale e per la promozione di pratiche agricole sostenibili. Questo impegno verso la sostenibilità è stato evidenziato anche nella scelta di ingredienti locali e nella valorizzazione dei piccoli produttori che contribuiscono alla filiera dell’amaro, rafforzando il legame tra il prodotto e il territorio d’origine.

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