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Voi, che quando giocavate a nomi, cose, città e nella categoria frutti mettevate qualcosa come arancia o limone, avevate sempre il sapientone a cui partiva l’embolo e osservava che “mah, sono agrumi in realtà”. Diteglielo, se siete ancora in contatto. Ditegli che gli agrumi sono frutti eccome, dei più ricchi e tradizionali quando si tratta di mixology, sia in forma di succhi che di garnish. E proprio arancia, limone, lime, sono storicamente i nonni benvoluti da tutti, nella colorata famiglia citrica. Recentemente, e si prevede per il prossimo futuro, saranno però i loro nipotini a farsi strada, forti di venti stranieri e nuovi studi di tendenza.
La direzione delle bevande nel 2019 sembra infatti svilupparsi verso sapori e gusti praticamente inesplorati, perché poco utilizzati, quando non addirittura semi sconosciuti. La ricerca che ha portato alle previsioni è lavoro della annuale Kerry’s Taste Chart, e abbraccia i più vari campi del bere: dalla miscelazione ai ready to drink, passando per i prodotti da caffetteria. Le chiavi del consumo dei prossimi tempi sembrano essere note floreale, proprietà nutritive e grosso apporto al benessere psicofisico. Non guastano anche un tocco di esoticità e un appeal naturale per l’immagine.
CITRUS POWER – La nuova generazione di agrumi ha tre alfieri carismatici, di quelli con l’occhiale da sole e la giacchetta sportiva, tutti provenienti dall’estremo Oriente. Il pomelo, una sorta di pera dalla scorza più dura e ruvida, tipico del Sud Est Asiatico; il calamansi, o calamondino, un ibrido tra citrus e kamquat, perché un nome semplice non bastava. Simile al lime per colore e dimensione, è una pietra portante della cucina filippina. E lo yuzu, già piuttosto presente nelle creazioni delle drink list più sofisticate: aromatico, reperibile sia giallo che verde, è largamente utilizzato nella gastronomia giapponese e ha già conquistato il mercato statunitense con una versione di Doritos, le tipiche patatine, aromatizzata allo yuzu. Sono americani.
SUPERFOOD – L’utilizzo di prodotti esotici pare essere naturale veicolo per la premiumizzazione dei prodotti, oltre a permettere un’esperienza gustativa completamente nuova. La provenienza degli ingredienti non è però l’unica caratteristica che potrebbe guidare il mercato del futuro: stanno letteralmente esplodendo i cosiddetti superfood, elementi ad altissimo contenuto energetico e nutritivo, facilmente trasformabili in bevande. Per informazioni citofonare alla curcuma, ormai colonna portante delle diete più all’avanguardia, e tanto duttile da potersi sposare con caffè, succhi di frutta, bevande energetica: spaventose le proprietà benefiche, da quelle antiossidanti, al potenziamento del sistema immunitario. Contenuto bonus: una spolverata sulle foglie di radicchio con olio e sale, in forno per quaranta minuti. Non ringraziateci.
M’AMA NON M’AMA – Freschi, nutrienti e funzionali: perfetti per incontrare i gusti e le richieste dei consumatori più attenti. I fiori, e più in generale le note floreali sono sempre più spesso protagoniste in bevande e ricette: aggiungono, a detta di Kerry’s, “caratteristiche divertenti ed eleganti, che creano attrattiva e propongono una soluzione alternativa per gustare una bevanda”. Gelsomino e fiori di ciliegio sono i più utilizzati per bibite ghiacciate, tè e infusi, pur rimanendo validissimi per drink alcolici. Nella macrocategoria delle acqua aromatiche e delle bevande da frigo si segnalano inoltre i gusti di rabarbaro, menta e rosmarino. Sugli scaffali dei solubili caldi e delle tisane, invece, scalpitano barbabietola, noce moscata e cardamomo.
Fonte: beveragedaily.com
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