Aumenta del 4% il fatturato complessivo del settore alimentare, che sfiora i 45 miliardi di euro, con il caffè e il cioccolato tra i prodotti che vantano le migliori performance.
E’ quanto emerge dal Rapporto attività 2021 di Unione Italiana Food che conferma l’amore globale per il food italiano e quello che rappresenta. Le esportazioni, infatti, hanno superato la soglia dei 50 miliardi di euro, di cui circa 40 miliardi imputabili all’industria alimentare.
Nel dolciario, bene, in particolare, il cioccolato (+7,8%) e i prodotti da forno (+6,7%); cresce il caffè (+5,6%), ma anche i prodotti vegetali (+6,7% con punte per la IV gamma) e i cibi funzionali (+7%) rispecchiando la nuova attenzione degli italiani a cercare il benessere anche a tavola; salgono anche i surgelati (+5,3%).
Questo mentre sui mercati esteri la parte del leone la fanno gli Integratori (+20%), il caffè (+ 14,3%) e prodotti vegetali come conserve, marmellate e confetture (+9%).
“Questi risultati raggiunti in un anno così difficile per l’economia mondiale – spiega il direttore Generale Unione Italiana Food, Mario Piccialuti– sono il segno tangibile di un settore che non si arrende di fronte ai problemi e non rinuncia a guardare al futuro con forza e determinazione. All’insegna dell’ottimismo e della capacità di rigenerarsi. Del resto, i settori che hanno performato meglio nel 2021 sono un mix di continuità nella tradizione e grande capacità di fare innovazione. Il tutto nel rispetto, costante oggi come domani, ci dicono le aziende, del Pianeta e dei contesti sociali in cui le aziende operano, visto che la sostenibilità resterà – nonostante gli investimenti che richiede – in cima alle strategie del nostro Made in Italy alimentare”.
Costo delle materie prime e il crescente lievitare dei costi della componente energetica sono i due elementi che figurano in cima alle preoccupazioni del settore del food. Ma nonostante uno scenario internazionale estremamente complesso, il sistema alimentare è determinato a resistere e getta lo sguardo al futuro con ottimismo. Un percorso, però, che stenterà a realizzarsi senza gli investimenti in innovazione, considerati strategici.
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